Edoardo Cremona, in arte Eddy Veerus è un cantante e frontman de Il Pagante, un gruppo nato nel 2010 a Milano. Grazie al loro sound, negli anni hanno scalato le classifiche riscontrando sempre più successo tra i giovani e non solo. Pochi giorni fa è uscito il loro nuovo progetto discografico: DEVASTANTE. Un album che cerca di trasmettere serenità e spensieratezza in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo. Tifoso dell’Inter, Edoardo si è espresso sul momento dei nerazzurri che, dopo la rivoluzione estiva, sembravano poter perdere le proprie certezze. Ma così non è stato.
Ciao Edoardo. Innanzitutto, ti ringrazio per la disponibilità. So che sei molto impegnato in questo periodo per via dell’uscita del nuovo album de Il Pagante. Un album DEVASTANTE. In tutti i sensi.
“È un album a cui ho iniziato a lavorare a marzo 2020, ad inizio pandemia. Sono riuscito a cogliere un lato positivo di quel momento, ho avuto più tempo di lavorare con serenità e tranquillità alla scrittura di nuovi brani visto che comunque il tour si era fermato. Il nostro intento era quello di uscire con l’album e tornare a suonare subito nei live quindi abbiamo atteso un po’ prima di pubblicarlo. Alla fine, abbiamo deciso di farlo uscire in questo periodo e siamo fiduciosi di poter tornare a suonare in primavera. Siamo contenti dei feedback che ci stanno arrivando. La gente è stata catturata dai messaggi che in ogni brano abbiamo voluto lasciare. Siamo orgogliosi di ciò.”
Il calcio è sicuramente un aspetto ricorrente in molti brani. In San Siro ti metti a nudo, raccontando le emozioni provate in questo storico stadio. È una sorta di lettera d’addio?
“Diciamo di sì. Era da tempo che volevo scrivere una canzone su San Siro, perché è il posto che più mi suscita emozioni positive fin da piccolo, quando mio padre mi ci portò per la prima volta. San Siro è in grado di dare emozioni uniche. Soprattutto per interisti e milanisti e per tutti gli appassionati di calcio. Dal momento dell’arrivo allo stadio, dal traffico…al panino con la salamella prepartita, sono tutte emozioni indescrivibili. Salire pian piano quella scalinata, con il fiato alla gola…l’idea che dopo una vita possa non esserci più mi fa piangere il cuore.”
Noi siamo l’Inter. Un brano amatissimo sui social da tutti i tifosi nerazzurri. Com’è nata l’idea di fare questo pezzo? Quanto hai sperato potesse diventare la colonna sonora di ogni partita in casa della tua squadra del cuore?
“Ci ho sperato tanto perché l’Inter e la musica solo le due ragioni per cui vivo. Vivo letteralmente tutto l’anno per queste due cose. Il calcio è il passatempo che mi permette di distrarmi dallo stress e di svagarmi nel tempo libero. In realtà, quello che era il mio obiettivo l’ho centrato: scrivere delle parole che potessero colpire il cuore della gente come me, il cuore dei tifosi nerazzurri. Il fatto che sia diventato virale, che la gente lo ami, che i calciatori stessi la cantino e la condividano, tutto ciò mi rende orgoglioso. E ti dirò di più, se non fosse arrivato tutto questo affetto ma fosse stato scelto come brano ufficiale, non sarebbe stata la stessa cosa. Sono molto contento di come sia andata.”
Facciamo un gioco. L’Inter ha appena vinto il suo 19° scudetto. Dopo un mese, la società cede Lukaku e Hakimi, due dei giocatori più rappresentativi. In più, il tecnico Antonio Conte lascia il suo ruolo per via di un ridimensionamento del progetto. Arriva in sordina Simone Inzaghi. Qual è il tuo primo pensiero?
“Ero sollevato, ti dico la verità. Gli unici allenatori che mi davano sicurezza erano Allegri e Inzaghi. Con il primo promesso sposo alla Juventus, l’alternativa migliore sulla piazza era proprio Simone. Sia per il modulo, sia per le idee di gioco espresse negli anni alla Lazio. Certo, mai avrei immaginato che in questi primi 5 mesi potesse fare così bene.”
Una stagione fin qui perfetta, al di sopra di ogni più rosea aspettativa. Qual è il segreto di questo gruppo? Tu che conosci alcuni dei protagonisti in campo.
“Il segreto di questo gruppo è che ci sia ancora tanta fame. Un gruppo giovane che ha voglia di vincere tanto ancora. Si è creata una bella simbiosi nello spogliatoio, vanno tutti d’accordo. Cosa che, negli anni passati non c’è mai stata. Quando c’era Icardi il gruppo era diviso, ma anche prima. Dopo l’anno del triplete praticamente non si è mai più vista una coesione così forte. Poi ovvio, la rosa è di qualità. Senza quella non vai da nessuna parte.”
Hai indossato la maglia della nazionale cantanti. Immagino sia un grande onore rappresentare la vostra categoria con questa maglia. Soprattutto per la grande solidarietà che ogni volta viene messa in campo. C’è un collega prestato al mondo della musica ma con grandi doti da calciatore?
“Non ce ne sono tanti sinceramente. Moreno è molto bravo, una sorta di Insigne per caratteristiche fisiche. Molto fastidioso come tipo di giocatore. Junior Cally è molto forte. Il Tre è fortissimo. Lo stesso Briga è abbastanza bravo. Diciamo che il mondo del rap prevale sugli altri in questo senso.”
Nella vita sei più un numero 10 oppure un bomber alla Bobo Vieri?
“Non sono tanto protagonista, preferisco fare il lavoro sporco senza prendermi troppi meriti. Sono più un numero 5. Non sono il supereroe di turno.”
A marzo c’è un appuntamento importante. L’Italia rischia di non partecipare ai prossimi Mondiali. Solo pochi mesi fa siamo diventati campioni d’Europa. Come ti spieghi tutto ciò?
“E’ difficile spiegarlo. Sicuramente durante l’europeo è girato tutto nel verso giusto, c’è stato il classico allineamento dei pianeti. Abbiamo una rosa valida rispetto agli ultimi anni. Forse il problema è rimasto in attacco ma in tutti gli altri reparti abbiamo dei fuoriclasse. Non so dare una vera e propria spiegazione, ma non sono nemmeno così tanto ottimista in vista dei prossimi e decisivi impegni.”
A proposito di attaccanti, al ritorno di Balotelli in nazionale sei favorevole o contrario?
“Sono assolutamente contrario, mi sembra un regredire anziché andare avanti. È vero che non ci sono tante alternative in avanti, l’unica nota bella è Scamacca negli ultimi tempi. Balotelli non credo sia la soluzione giusta. Il problema è che manca il vero numero 9, abbiamo tantissime mezzepunte di qualità come Raspadori, Berardi, Zaniolo…manca il Bobo Vieri di turno.”
Tra qualche giorno inizia Sanremo. Un palcoscenico molto ambito in Italia. Che negli ultimi anni sembra sempre più una vera e propria competizione tra i cantanti in gara. Lo seguirai? Hai mai pensato di partecipare?
“Non lo seguirò, guardo poco la tv e molto spesso lo faccio per il calcio. Non sono un fanatico di questo tipo di eventi. Sono molto incuriosito dalla presenza di Dargen, che stimo tantissimo. Farò il tifo per lui. Per ora non è il momento di partecipare, ma non escludo che possa rientrare nei nostri piani in futuro.”
Come vedi Edoardo tra 10 anni?
“Bella domanda. Mi auguro di poter fare musica ancora. Però è un mondo che sta cambiando molto velocemente e non tutti questi cambiamenti mi piacciono. Non escludo che anche io possa cambiare strada. Mi piacerebbe poter intraprendere una carriera anche nel mondo dello sport.”
Ultima domanda: chi vince il campionato quest’anno?
“Mi metti in difficoltà. Sono partito che davo la Juventus favorita ad inizio campionato ma , subito dopo poche giornate il Milan mi ha fatto cambiare idea. Adesso sono contento di vedere l’Inter prima in classifica ma sono sicuro che questo campionato ci riserverà soprese. E con l’acquisto di Vlahovic credo che alla fine sarà una corsa a due tra i bianconeri e i nerazzurri. Napoli e Atalanta non sono, per storia e rosa a disposizione, in grado di poter competere fino in fondo. Non sono abituati a quel tipo di pressioni.”
Grazie Edoardo per la disponibilità. In bocca al lupo per l’album!
“Grazie a te, è stato un piacere!”