SuperMario Balotelli is back! Dopo tre anni dall’ultima apparizione con la maglia azzurra (contro la Polonia il 7 settembre 2018) ecco una nuova chance per il figliol prodigo. Un test. Un’occasione (forse l’ultima della sua carriera) per convincere tutti, ma soprattutto se stesso, di meritare la nazionale italiana. Quella nazionale che, solo pochi mesi fa, è salita sul tetto d’Europa e ora rischia di vedere dal divano di casa i prossimi Mondiali.
Ma è davvero la mossa giusta?
Molti i dubbi. Poche le certezze. L’attuale attaccante dell’Adana Demirspor (8 gol in 20 partite) non può rappresentare il futuro di questa nazionale. E detto sinceramente, nemmeno il presente. Le sue doti tecniche non vengono messe in discussione. Uno dei più grandi talenti della storia del calcio italiano. Mai esploso. Siamo fermi ancora al 2012 quando Mario, con una prestazione superba, portò l’Italia in finale degli Europei eliminando quasi da solo la ben più quotata Germania. Un bagliore negli occhi di tutti. Rimasto tale. Una luce che, a poco a poco, si è spenta. Dall’Inter al Milan. Passando per il Manchester City…il Liverpool. Tante grandi chance. Tutte sprecate. Ma ciò non basta a Mancini per puntare ad un qualcosa di diverso. Perché è giusto e doveroso dare la possibilità a chi non ha avuto modo di dimostrare il proprio potenziale. A chi non ha potuto dare tutto per questa maglia. La maglia. Quella che, per ogni calciatore, è come una seconda pelle. Quella che Mario, più volte, non è stato in grado di meritare. Tre giorni di stage per decidere. Tre giorni di tempo per conoscersi.
“Why always me?”
Balotelli-Nazionale, atto finale.