La Ragione di Stato

Il calcio, a volte, va preso con ironia e ce lo insegna La Ragione di Stato. Pagina attiva su Facebook e Instagram e creata il 10 aprile 2018, è composta da spassosi ragazzi provenienti dall’Umbria. Avvenimenti singolari quotidiani del pallone sono romanzati con espressioni quasi poetiche, al fine di strappare una risata all’utente. Come loro hanno affermato, “Abbiamo cercato di essere di essere il più seri possibile“. Noi gli crediamo.

Intervista a La Ragione di Stato

Innanzitutto, vi salutiamo a nome di tutta la redazione di Il Calcio Quotidiano, ringraziandovi per aver accettato il nostro invito per l’intervista. Quando e come è nata la vostra pagina?

“Grazie a voi per l’invito. La nostra pagina è nata nel 2018, per motivi che stentiamo a ricordare. Abbiamo pubblicato una foto di Fernando Couto per omaggiare il 25 Aprile, e poi nei mesi successivi abbiamo seguito i Mondiali 2018, la serie A, e via discorrendo fino ad oggi”.

Vi aspettavate di raggiungere i numeri che avete raccolto finora?

“No, in quanto non siamo esattamente l’emblema dell’ottimismo. Ovviamente ringraziamo le persone che seguono e commentano la pagina, siamo contenti di avere un pubblico e degli interlocutori”.

La vostra pagina raccoglie in chiave ironica e romanzata alcuni momenti salienti della Serie A e dello sport, molto spiritosi e divertenti. Come traete la vostra ispirazione?

“Cerchiamo di essere informati su quello che accade in Italia, dentro e fuori dall’ambito del pallone. Secondo noi il pallone offre una chiave d’accesso ai vari deliri che si susseguono nella politica del nostro paese. Allo stesso tempo, ci piace guardare e commentare gli avvenimenti sportivi anche dal punto di vista di ciò che accade nella politica e nella società”.

Avete tenuto uno spettacolo all’Auditorium San Domenico di Foligno (Perugia). Se i vostri numeri continueranno a salire, potreste prendere in considerazione di tenere eventi nel resto d’Italia, pandemia permettendo?

“Ne saremmo ovviamente felici. Abbiamo già avuto modo di esibirci in città rappresentative dell’Italia che ci sta più a cuore, come ad esempio Arpino e Andria, nei bellissimi spazi dell’Officina San Domenico. Siamo molto legati ai nostri impieghi presso le Poste Italiane, ma prendiamo volentieri le ferie per esibirci in Italia, il nostro paese, il paese che amiamo e in cui abbiano le nostre radici”.

Leggendo le vostre descrizioni, tra cui la critica alla contrarietà a riammettere Destro in Nazionale, apparite in un certo senso nostalgici del calcio romantico. La redazione de Il Calcio Quotidiano lo è in un certo senso, anche voi confermate questa linea?

“Domanda complessa. Siamo nostalgici nella misura in cui restiamo legati a personaggi, storie e vicende del passato, che nelle condizioni storiche attuali non possono più sussistere. A volte, ci capita spesso di sorprenderci mentre pensiamo con nostalgia a Pasquale Bruno, a Fernando Redondo, a Beppe Mascara. Allo stesso tempo, ci piace prendere in giro l’idea nostalgica per cui il passato era meraviglioso, perfetto, impeccabile. Abbiamo rispetto e affetto per la nostalgia, un po’ meno per l’idealizzazione del passato”.

Un Euro 2020 vissuto da protagonisti, con lo sfortunato Leonardo Spinazzola, anche lui umbro, attanagliato da un grave infortunio. Credete che l’Umbria dovrebbe investire maggiormente sui propri talenti?

“Tutto il paese, non solo l’Umbria, è afflitto da una malattia per la quale Federico Chiesa a 25 anni sarebbe un ragazzino e a 35 si è ancora calcolati tra i giovani nelle rilevazioni Istat”.

Pensate che il calcio umbro, con Perugia e Ternana tornate a scontrarsi in cadetteria, possa tornare a livelli ancora più alti?

“Attualmente altre squadre ci sembrano più attrezzate per raggiungere la serie A. Quindi un po’ di sano cortomuso e mantenere una tranquilla serie B sarebbe un buon risultato”.

Valutando le rose di Perugia e Ternana, quale pensate siano i giocatori di maggior valore a disposizione di mister Alvini e Lucarelli?

“Non possiamo non cedere al fascino esotico di Ryder Matos e Anthony Partipilo”.

Concentrandosi sulla Serie A, quale squadra secondo il vostro parere vincerà il titolo? Quali candidate per la Champions e la retrocessione?

“Senza far torto a nessuno, ci pare difficile pensare che lo Scudetto non rimanga a Milano. Sulla Champions registriamo una malcelata voglia da parte della Juventus di giocare il giovedì. Lì in fondo tante meriterebbero il premio retrocessione. Condanniamo questo astruso regolamento che concede solo a 3 squadre il privilegio di scendere in serie B”

Una domanda per chiudere: quali sono i vostri obbiettivi nel futuro più prossimo?

“Speriamo di raggiungere il grande pubblico nel più breve tempo possibile. E mantenere i nostri fisici tonici come lo sono adesso”.

Ringraziamo ancora La Ragione di Stato per la disponibilità e per averci strappato un sorriso, sempre prezioso di questi tempi.

Di Luca Ripari

Sono Luca Ripari, ho 26 anni e provengo da Perugia. Nel giugno 2019 mi sono laureato in Mediazione Linguistica, in inglese e spagnolo. Ho una grande passione per il calcio, tanto da aver dedicato la mia tesi finale a questo argomento, lo sport interconnesso con società e cultura. Ho iniziato a collaborare con alcune testate e anche la radiocronaca mi appassiona. Mi piace scrivere, raccontare di calcio, viaggiare e leggere.