Nel periodo del calciomercato, non c’è spazio solo per i giocatori. Ci sono molti allenatori (sotto contratto e non) che mettono le basi per il futuro. Uno di questi, è sicuramente Massimiliano Allegri. Nato calciatore, è cresciuto negli anni proiettandosi già in giacca e cravatta, seduto su una panchina, a fare l’allenatore. Un’intuizione del presidente Massimo Cellino (uno dei più grandi esponenti dei mangia allenatori) lo porta a guidare, dopo varie esperienze nelle serie minori, il Cagliari in Serie A. Nonostante un inizio complicato riesce, grazie alle sue qualità umane e tecniche, ad ottenere sempre più consensi tanto che, dopo due stagioni in Sardegna, il 27 giugno 2010 approda sulla panchina del Milan.
Zlatan Ibrahimović, Clarence Seedorf, Thiago Silva. Sono solo alcuni dei nomi della rosa di quel grande Milan che, guidati con maestria da un giovane Allegri, interrompono la serie di vittorie dell’Inter, portando lo scudetto dall’altra parte di Milano.
Ma è con la Juventus che Max si fa conoscere in tutto il mondo per la sua più grande dote: saper vincere. 5 campionati di Serie A, 4 Coppa Italia, 2 Supercoppa Italiana. Trionfi che, accomunati anche a quelli individuali, lo rendono uno degli allenatori più vincenti in circolazione. Ma a volte, saper vincere, non basta. Nel 2019, a fine stagione, venne esonerato e il suo posto fu preso da Maurizio Sarri. Fautore di un bel gioco che, a Torino, non si vedrà mai.
Sarà forse per il suo carattere, oppure perché l’Allegrismo non è riconosciuto dall’Accademia della Crusca. Sta di fatto che il suo nome viene ripetutamente accostato alle panchine dei più grandi club europei. Real Madrid, Manchester United, Barcellona. Ma quasi sempre gli viene preferito (inspiegabilmente aggiungerei) chi applica in campo i concetti del bel gioco. Come se fosse oggettivamente il modo migliore di interpretare il calcio.
L’ABC del calcio di Massimiliano Allegri, è molto semplice. Come saper vincere, per lui.