Si è appena conclusa la seconda tappa del World Padel Tour, principale competizione dello sport del momento. L’Alicante Open termina con le nette vittorie delle coppie favorite: Galan e Lebron (n°2 e n°1 al mondo) trionfano nel maschile mentre nella categoria femminile sono Salazar e Triay (3° e 4° del ranking) ad avere la meglio battendo nettamente il duo Josemaria – Ari Sanchez, quest’ultima numero uno al mondo.
Già, lo sport del momento. Perché in Italia da qualche mese a questa parte non si parla che di padel. Un’esplosione avvenuta soprattutto a livello amatoriale durante la pandemia, con sempre più persone attratte dal gioco e campi che ad oggi spuntano come funghi in tutte le città italiane. La nuova ‘moda’ non è sfuggita a Sky che in questi giorni ha trasmesso in diretta la seconda tappa del WPT da Alicante con un consistente seguito di telespettatori.
Ma come mai questo boom, almeno in Italia, negli ultimi tempi? Partiamo dal primo aspetto, quello della pandemia. Con le disposizioni del governo degli ultimi mesi, gran parte dei centri sportivi si sono trovati costretti a chiudere. A livello amatoriale, lo sport più praticato dagli italiani è sempre stato il calcetto. A causa del Covid, lo sport del Bel Paese per antonomasia ha subìto un arresto per via dei divieti governativi. In zona gialla e arancione consentiti gli sport all’aperto che non generino assembramenti. Cosa fare, dunque? Ecco che il padel inizia a farsi conoscere.
Il padel nasce in Messico nel 1969 quasi per caso. Un uomo del posto, tal Enrique Corcuera, volendo costruire in casa un campo da tennis, si rende conto che i muri a ridosso dello spazio disponibile sono troppo vicini. Cosa fare dunque? Considerare quegli stessi muri come parte integrante del gioco stesso. Corcuera stila delle regole per quel nuovo sport chiamandolo ‘padel’.
Le regole, per chi ancora non le conoscesse, sono molto semplici e per certi versi simili a quelle del tennis. Si gioca prevalentemente a coppie. Il servizio, al contrario del tennis, avviene facendo rimbalzare la palla a terra e lanciandola dal basso nel campo opposto, sempre nel quadrante in diagonale. La pallina in battuta deve sempre rimbalzare prima a terra e può anche colpire le vetrate attorno al campo ma non la rete metallica. L’avversario risponde mandando la sfera dall’altra parte del campo.
Fin qui molto simile al tennis, se non ché al contrario di quest’ultimo, nel padel si può far rimbalzare la pallina contro i vetri (e anche le reti metalliche) prima di rigiocarla nell’altro campo. E diventa quasi una strategia quella dei rimbalzi, con i giocatori più esperti che utilizzano i propri muri per colpi spettacolari e spesso efficaci. I punteggi vengono calcolati come nel tennis, con punti da 15 nel gioco e match spesso al meglio dei tre set. Vengono utilizzati i vantaggi in caso di 40 pari, anche se in alcune competizioni ufficiali, come l’ultimo WPT, viene applicato il ‘punto d’oro’ per snellire il gioco.
I punti forti del padel sono la velocità del gioco, la possibilità di utilizzare le pareti circostanti per eseguire colpi sempre più impegnativi ma soprattutto la grandissima facilità con la quale tutti possono, quantomeno, apprendere le basi. Bastano una o due partite per imparare i fondamentali e cominciare a divertirsi. Da lì si può iniziare un percorso appassionante, apprendendo sempre di più il gioco e sviluppando nuove abilità.
Ad oggi la Spagna, ma soprattutto l’Argentina, sono le nazioni in cui il padel è maggiormente sviluppato. In Italia siamo molto indietro, non potendo minimamente competere con i cugini spagnoli o con i paesi sudamericani. Grazie al boom degli ultimi tempi, però, anche nella nostra penisola si stanno iniziando a vedere i primi risultati e con tutta probabilità nei prossimi anni il divario sarà in parte colmato.
Anche nel mondo del calcio sono diversi i personaggi che si sono appassionati a questo sport, soprattutto ex-calciatori. Dagli ex laziali Fiore e Giannichedda, coppia affiatatissima, ai romanisti Totti e De Rossi. Ma anche altri campioni del mondo di Germania 2006, come Zambrotta, Camoranesi, Pirlo e Peruzzi, si sono avvicinati con entusiasmo al padel. Restando sempre nel panorama azzurro, è risaputa la passione del CT Roberto Mancini, così come quella di Demetrio Albertini, Luigi Di Biagio e Ciro Ferrara. E fra quelli ancora in attività? In tanti, anzi tantissimi, giocano a padel. Ma spesso in totale anonimato. Come prenderebbe una società un eventuale infortunio a causa della partitella fra amici? Meglio non rischiare. Perché il padel sarà anche bello ma il calcio rimane sempre il re incontrastato del nostro Paese.