calcio socialFonte: Pixabay

Calcio e social, un binomio così attraente e controcorrente. Oramai qualsiasi società presenta parte del suo volto nel web, attraendo una qualsiasi fonte di discussione. Dalla presentazione della nuova maglia al post sul risultato finale di un match, c’è posto per l’opinione di tutti i tifosi. Quante volte, però, questa è veramente costruttiva?

Calcio e social, dibattito non ragionato

Nel calcio social un pensiero è differente dal tuo? “Allora non capisci nulla di calcio“. “Uao, allora vieni tu ad allenare, no?“. “Chi dice che Tizio è scarso dovrebbe darsi all’ippica“. “Sei un profilo falso“, e così via, senza scendere in linguaggi ulteriormente peccaminosi. I social, invece di unire più persone, le stanno dissociando. Quasi non c’è più il valore della chiacchiera al bar davanti al giornale sportivo della domenica. Il confronto è uno schermo luminoso, che non lascia possibilità di visione diretta. Si curiosa nel profilo altrui, eventuale sfottò (legittimo in base alla squadra tifata), il dibattito in tastiera va avanti per ore. Messaggi su messaggi, repliche su repliche, ne esce una vera e propria rissa virtuale, costellata di insulti e attacchi personali.

Si afferma che quando si va sul personale, è perché non si hanno più argomentazioni a proprio valore. Nel caso del web, però, si aggiunge la componente distanza, il mancato faccia a faccia, che incentiva gli ormai noti “leoni da tastiera“. Il contesto si banalizza, il tutto si conclude con tanto veleno e poca sostanza, tanto rancore, poche argomentazioni. Le immagini che arrivano istantanee e fresche, in un mondo social che corre sempre più veloce, hanno portato noi tifosi a reagire d’impulso. Una semplice emoticon o un like sconvolgono tutto il peso della conversazione.

Spesso, gli stessi social media manager alimentano il fuoco della discordia. Esempio pratico, l’ormai notissimo meme del Villarreal, in veste della sposa che gioiosa sale sull’auto della Juventus, lasciando a piedi lo sposo Manchester City. Chiaramente, con un pubblico ormai vastissimo e giovane, anche le società si adeguano ai tempi che cambiano, accedendo però spesso eccessive discussioni. Un marasma dal quale è complicato tirarsi fuori.

Le iniziative social

In tal senso, strumenti piuttosto efficaci sembrano le dirette organizzate dalle più svariate. In questo modo, l’utente può confrontarsi, con toni più pacati, con i giornalisti e opinionisti calcistici, senza dover forzatamente accendere i toni con altri tifosi. Proprio queste possono essere degli antidoti a una contaminazione sempre più ampia dell’opinione spregiudicata, che non guarda in faccia a nessuno. La presenza di un filtro con una fonte autorevole, infatti, spinge diversi utenti ad interagire senza passare all’insulto personale. Se il calcio è confronto, che sia costruttivo. Perché dal pallone possiamo imparare tutti per davvero.

Di Luca Ripari

Sono Luca Ripari, ho 26 anni e provengo da Perugia. Nel giugno 2019 mi sono laureato in Mediazione Linguistica, in inglese e spagnolo. Ho una grande passione per il calcio, tanto da aver dedicato la mia tesi finale a questo argomento, lo sport interconnesso con società e cultura. Ho iniziato a collaborare con alcune testate e anche la radiocronaca mi appassiona. Mi piace scrivere, raccontare di calcio, viaggiare e leggere.