In questa nuova puntata della rubrica “Il Quotidiano in Redazione” abbiamo avuto il piacere di intervistare il direttore de LaRoma24.it, Matteo De Rose. Una testata giornalistica che ,come ci conferma anche lo stesso direttore, risulta essere tra la più seguite dai tifosi giallorossi ed è stata, a partire dal 2008, tra le prime in assoluto ad occuparsi esclusivamente di questa squadra.
- Direttore innanzitutto vorremmo chiederle come è nata questa sua passione per il giornalismo? Ci racconti un pò le prime esperienze della sua carriera.
Come per molti ho iniziato seguendo le categorie minori e giovanili a momenti alterni per il Corriere Laziale e per il Messaggero nei weekend. Seguivo nell’interland laziale squadre per lo più di Eccellenza e di Promozione con tutta la parte delle giovanili soprattutto a Roma. Tutto questo l’ho fatto per due anni, anche se dopo aver preso il tesserino ho continuato con il Messaggero per un altro anno e poi ho collaborato con un neonato sito web specifico sulla Roma nel 2007. Nel 2008 ho cercato invece di fare da solo e di mettere su una testata giornalistica a diffusione internet che trattasse dell’AS Roma.
- Come è nata questa sua idea di aprire un sito interamente dedicato alla Roma? Qual è stato il percorso che avete fatto in questi anni che vi ha portato ad essere l’importante realtà che siete ora?
Tra il 2005 e il 2010 si sono diffusi i primi siti specifici sulle squadre di calcio e in particolare a Roma, Napoli e Firenze, che sono le piazze in cui ce ne sono di più e dove c’è maggior seguito. Il primo sito sulla Roma in assoluto è stato Romanews nel 2004/05, affiancato subito dopo da Laromasianoi, per cui ho collaborato anche io per un anno e che adesso da diversi anni si chiama Vocegiallorossa. Poi è arrivato Forza Roma.info, che è nato insieme a noi praticamente. Il fatto di essere arrivati per primi ha fatto sì che ci fosse maggior fidelizzazione da parte dell’utente per una modalità di fruizione abbastanza nuova. Fino ad allora infatti il tifoso della Roma si informava soprattutto tramite giornale o tramite le radio, che avevano avuto il boom tra fine anni ’90 e inizio 2000 e questa era una nuova modalità. Il fatto di essere nati in quel periodo quindi ci ha sicuramente agevolato.
- Si ritiene soddisfatto dei risultati raggiunti fino a questo momento? Avete in mente nuovi progetti in ottica futura?
Ovviamente siamo soddisfattissimi dei risultati raggiunti. La capacità di chi gestisce una testata giornalistica deve essere capire come mutano gli organi di stampa nel corso degli anni ed essere tra i primi a capire queste mutazioni. La diffusione dei social network ad esempio ha cambiato il modo di fruire le notizie.
- Cosa ne pensa della crisi della carta stampata? Secondo lei le edicole finiranno mano a mano per scomparire per fare spazio esclusivamente all’informazione online?
La diffusione dei social network ha cambiato il modo di fruire le notizie. Basti pensare che noi abbiamo un traffico in cui il 50% si informa tramite i nostri social e il 50% sul sito, una cosa che fino a qualche anno fa non esisteva visto che non c’erano i social.
- La sua passione per la Roma invece come è nata? C’è una Roma alla quale è rimasto particolarmente affezionato?
La mia passione si inserisce negli anni post Scudetto 1982-83 e va di pari passo con il primo album panini completato nel giro di un paio di settimane. Da lì c’è stata poi una fissa spaventosa per la Roma, il suo tifo e le prime esperienze allo stadio con il derby di Coppa Italia del 1995 e poi le prime trasferte. Inevitabilmente per fare questa attività è impossibile non essere tifoso della Roma e infatti non abbiamo mai avuto collaboratori tifosi di altre squadre.
- Come giudica l’ultima stagione piuttosto deludente disputata dai giallorossi e quante colpe secondo lei ha avuto Fonseca?
È stata una stagione deludentissima sicuramente a parte la semifinale di Europa League. Il tecnico ha le sue responsabilità, è un tecnico di medio livello e non della caratura di quello ingaggiato adesso. La Roma è mancata soprattutto come spesso capita nella seconda parte della stagione, a causa anche dei molti infortuni e per la situazione del covid ma non può essere un alibi visto che vale per tutti i club di Serie A. Il numero degli infortuni però è stato allarmante e sicuramente è uno dei dettagli da cui questo nuovo corso deve ripartire.
- L’arrivo di José Mourinho ha sicuramente ridato grande entusiasmo ai tifosi. Come ha reagito lei alla notizia del l’approdo nella Capitale a partire dalla prossima stagione del portoghese e che cosa si aspetta anche in ottica calciomercato?
L’ingaggio di Mourinho è stato ossigeno puro per tutti i tifosi e ovviamente all’inizio c’è stata incredulità da parte di tutti per il nome così altisonante. Non era mai successo nel corso americano di prendere un allenatore così importante. La Roma aveva preso giocatori importanti come Dzeko ma l’allenatore non era mai stato top top, il massimo era stato Spalletti, che è un ottimo tecnico ma Mourinho è uno dei migliori allenatori degli ultimi venti anni. Non credo che con Mourinho si possano fare salti mortali sul calciomercato, ma la garanzia di avere un tecnico del genere può sicuramente invogliare il calciatore di turno che viene contattato dalla Roma. Sicuramente è uno dei quei totem che può far vacillare un pochino.
- Secondo lei per quale motivo la Roma ha vinto così poco nella sua storia? È del parere che le radio e i giornali destabilizzino l’ambiente come anche molte persone credono?
La Roma ha vinto poco essenzialmente perché non ha avuto squadre abbastanza forti per vincere e in più è stata sfortunata a mio ricordo almeno tre o quattro volte. Sui media ci si può discutere ma è una cosa recente degli ultimi vent’anni visto che prima non c’erano, ma quelle poche volte che sei partito con i tasselli giusti alla prima di campionato o sei arrivato a vincere oppure ci sei andato vicino a qualcosa di importante.
- Ci faccia la sua top 11 dei suoi giocatori preferiti di sempre che ha visto giocare con la maglia della Roma.
In porta Alisson sicuramente. In difesa non si può non mettere nonostante secondo me aveva limiti enormi nel tiro e nel cross Cafu, visto il livello incredibile del calciatore, con Aldair, Samuel e Candela. A centrocampo De Rossi sicuramente, direi Cerezo e Strootman nonostante il mio idolo fosse Giannini. In avanti Totti, Voeller e Batistuta.
- Per concludere vorremmo chiederle il suo punto di vista sulla nostra Nazionale che sta facendo molto bene agli Europei. Secondo lei dove può arrivare questa Italia di Mancini?
La Nazionale adesso ha il vento in poppa, viene da 7 gol fatti e 0 subiti in 3 partite, trentesima partita di fila senza sconfitte, un gruppo straunito e un lavoro incredibile del commissario tecnico. Un Mancini che prima di questa esperienza onestamente non mi convinceva molto, aveva vinto molto ma allenando squadre di livello superiore e con squadre meno forti non aveva vinto. Per questo percorso con la Nazionale però non si può non fargli un plauso. Io mi aspetto di superare gli ottavi e penso che chi incontri l’Italia ai quarti non sia proprio felicissimo.
La ringraziamo per la disponibilità per questa intervista e le auguriamo il meglio per la sua attività giornalistica.