Riparte “Il Quotidiano in Redazione“, il nostro consueto appuntamento con la rubrica dedicata ai siti d’informazione sportiva in Italia. In quest’occasione abbiamo fatto visita a MilanNews.it, e ad aprirci virtualmente le porte della sua redazione, è stato il direttore Antonio Vitiello, con il quale abbiamo avuto il piacere di scambiare qualche battuta.
- Salve Direttore e grazie per aver accettato il nostro invito.
Ciao e grazie a voi.
- La prima domanda è di rito, come nasce il progetto MilanNews.it?
Il progetto Milan News nasce una quindicina di anni fa come sito monotematico sul Milan. Naturalmente noi facciamo tutti riferimento al sito madre che è TuttomercatoWeb, poi da li ci sono i siti di riferimento per le squadre principali: Inter, Milan, Juve, Napoli, ecc. Poi con gli anni si sono aggregate anche tutte le altre. Nasciamo 15 anni fa come dicevo, io inizialmente partecipo come collaboratore ed eravamo quasi un blog all’inizio, poi successivamente siamo stati registrati come testata giornalistica e da li inizio la scalata da collaboratore a redattore, poi capo redattore ed infine direttore nel 2010, sono infatti già 11 anni che gestisco la testata.
- Quali sono i principi fondamentali sui quali si basa il lavoro della sua redazione?
Innanzitutto l’affidabilità e la verifica della notizia. Noi con il tempo e con gli anni abbiamo avuto grandi elogi da questo punto di vista, credo siamo uno dei siti più affidabili che ci sono sul Milan, abbiamo rapporti con la società, con i giocatori, procuratori. Con gli anni abbiamo stabilito un buon feeling con il club e questo può aiutarci anche appunto con la verifica delle notizie. La cosa principale per noi è sempre quella di verificare una notizia prima di scriverla, poi è ovvio sul sito ci sono anche commenti, rassegna stampa, su quello però noi lo riportiamo più che altro come servizio e se un quotidiano scrive qualcosa di non vero, non è che possiamo farci molto. Quando scriviamo noi notizie nostre, sono sempre state verificate e questo credo sia stato ripagato col tempo. Quindi impegno, volontà, lavoro e appunto, soprattutto, verifica delle notizie.
- Pensando al concetto di “informazione sportiva”, una pratica sempre più diffusa ormai in Italia, quali sono i primi aspetti, positivi e negativi, che le vengono in mente, per evidenziarli a chi magari volesse intraprendere questo lavoro?
E’ una pratica sempre più diffusa perché c’è un forte proliferare di siti, blog, social, vedo che tanti tifosi si affidano anche ad Instagram, a pagine su Facebook per informarsi, forse anche in maniera ingenua perché ce ne sono davvero tante, però non tutte hanno delle fonti. Informarsi su pagine legate ai social secondo me può essere molto molto rischioso, tante volte mi contattano tifosi chiedendomi “Ma è vero che c’è questa notizia? L’ho letta su una pagina Instagram”. Io ogni volta dico di fare attenzione alle fonti perché giustamente è una cosa se lo scrive il Corriere della Sera, che è una fonte autorevole, o l’Ansa, ed una cosa è una pagina Facebook. E’ un’arma a doppio taglio, da un lato è positivo che un po’ tutti abbiamo la possibilità di poter scrivere, mentre una volta non era così, dall’altro lato bisogna fare molta attenzione nello scegliere chi seguire e come seguirlo. E’ una giungla oggigiorno, quindi il lettore deve essere bravo a districarsi in questa giungla, a capire chi seguire ed avere come riferimento, poi è ovvio che si può sbagliare, nessuno è infallibile, però questa diffusione dell’informazione sportiva può essere sicuramente un’arma a doppio taglio per il lettore.
- Qual è la sezione più apprezzata dai tifosi sul portale MilanNews.it?
Innanzitutto quella dei Primi Piani, perché è una sezione dedicata agli approfondimenti, un pezzo un po’ più approfondito, più lungo, un focus che va più nello specifico della notizia. Gli editoriali sono anche molto letti, quindi li è il nome della persona, noi abbiamo Luca Serafini, Carlo Pellegatti, Mauro Suma, insomma nomi importanti nel mondo del giornalismo del Milan. Poi inevitabilmente il calciomercato, quando ci sono le sessioni di mercato facciamo dei numeri clamorosi, poi li dipende anche dall’andamento della squadra, dal tipo di mercato che fa il Milan, però in generale quando è periodo di calciomercato facciamo sempre un sacco di visualizzazioni.
- Proprietà straniere e calcio nostrano. Qual è il suo punto di vista a riguardo?
Apertura totale verso le proprietà straniere. Noi abbiamo sempre paura del nuovo, dell’ignoto, però diciamo che se anche dall’estero possono aiutare a risollevare il calcio italiano ben venga, perché comunque in Italia viviamo in uno stato di crisi perenne. Ci sono delle squadre che falliscono perché non ci sono proprietari facoltosi, non c’è più il Berlusconi o il Moratti di turno, e lo vediamo con Milan ed Inter. Proprietà straniere ormai ce ne sono in tutti i campionati, se vogliamo ragionare a livello europeo, a livello di globalizzazione, io penso che sia un qualcosa di normale se un americano facoltoso vuole acquistare una squadra italiana per risollevarla, per investire, per costruire strutture come gli stadi, assolutamente ben vengano.
- Com’è il rapporto della sua redazione con la società rossonera? C’è collaborazione?
C’è un ottimo rapporto, ci conosciamo da anni nonostante i tanti cambi in società. In questi ultimi 15 anni sono cambiate proprietà, dirigenti, allenatori, giocatori, anche all’interno dello staff, del personale stesso della società, ogni anno però riusciamo sempre a stabilire ottimi rapporti di collaborazione. C’è dialogo, apertura anche da parte loro verso i nuovi media, anche se poi ormai non siamo più nuovi media essendo su piazza da 15 anni e quindi siamo già conosciuti come MilanNews. Quindi un bel rapporto che ovviamente va sempre coltivato, però ci riteniamo soddisfatti.
- Il suo pensiero sull’uso dei social all’interno del pianeta calcio?
Riferendosi ai giornalisti o ai giocatori, in entrambi i casi credo che sia da un lato positivo perché non c’è più quel freno nell’esposizione di un pensiero, di un’emozione che prima invece c’era, prima un giocatore poteva esprimere il proprio parere solo attraverso il giornale o l’intervista la domenica, invece ora, non so, anche se nasce un figlio con i social si esprime all’istante l’emozione, così come uno sfogo dopo la partita. Diciamo che da questo punto di vista il social mi piace e può essere uno strumento interessante, però tante volte insomma l’abuso del social è controproducente, perché tante volte magari se il giocatore è sempre perennemente sui social facendo vedere forse troppo della vita privata, può poi sfociare nel gossip, c’è distrazione. Tante volte ho visto anche giocatori che fanno dirette mentre sono un po’ in situazioni particolari per un calciatore che deve sempre comunque mantenere un proprio stile di vita sano e corretto a livello anche alimentare. Quindi anche qui torniamo nel concetto dell’arma a doppio taglio perché da un lato ha aperto al mondo privato del giocatore e dall’altro lato però bisogna stare attenti nel limitare le cose da far vedere al pubblico e da questo punto di vista sono d’accordo su chi utilizza con intelligenza il social network.
- Com’è raccontare il Milan, una delle società storiche del calcio italiano?
Bellissimo. Una società gloriosa, storica. Abbiamo vissuto anni difficili perché il Milan come si sa erano 7 anni che non andava in Champions, ha cambiato due proprietà, 3 in realtà perché poi da Berlusconi ai cinesi, dai cinesi agli americani, sono stati anni complicati però ce la siamo cavata, siamo andati avanti a raccontarlo. Non era facile affrontare anche l’arrabbiatura perenne dei tifosi, la delusione perenne di ogni anno dei tifosi che comunque con noi hanno un dialogo, un rapporto, è stato difficile gestirli e gestire mediaticamente questi anni complicati, però negli ultimi due è tornato il sereno, quando si lavora con serenità anche a livello ambientale è tutt’altra cosa, c’è anche più possibilità di fare cose nuove, sperimentare, anche a livello social, perché sono importanti. Diciamo che negli ultimi mesi, da quando il Milan sta andando bene, abbiamo ripreso una certa serenità anche nel raccontarlo il Milan. In generale è bellissimo raccontare quotidianamente quello che ritengo uno dei club più prestigiosi e gloriosi al mondo. Io viaggio tanto e all’estero il Milan è sempre il Milan. Il brand Milan vale anche dopo anni di crisi ecco, però ripeto, grande emozione.
- Il suo ricordo più significativo a livello professionale?
Ce ne sono tanti, soprattutto quando si fanno delle interviste belle oppure si lanciano delle notizie importanti. A livello di interviste abbiamo intervistato Shevchenko, Kaka, Savicevic, Baresi, nomi importanti. A livello di calciomercato abbiamo fatto tante esclusive, tanti colpi, ricordo siamo stati tra i primi a parlare all’epoca di Higuain al Milan, non so, del ritorno di Ibrahimovic, anche sul cambio di proprietà con l’arrivo degli americani siamo stati in prima fila grazie ai rapporti che siamo riusciti ad instaurare con la nuova proprietà, col portavoce, insomma tante cose, tanti ricordi anche negli anni passati. Abbiamo intervistato Galliani all’uscita di qualche ristorante o di qualche hotel dove eravamo solo noi di MilanNews o al massimo un altro paio di colleghi. Essere sempre sul pezzo, essere sempre pronti ad intervenire, insomma ricordi davvero tanti, anche perché questo è un mestiere che quotidianamente ti permette di aggiornarti e magari di crearti un nuovo ricordo positivo.
- In questa stagione c’è chi ha parlato di nuovo delle “7 sorelle” e chi di esclusiva corsa a tre per il titolo. Che idea si è fatto dopo questa primissima parte della stagione?
Per quanto riguarda le 7 sorelle dico che è tornato un campionato più equilibrato però comunque, nonostante questo, Milan e Napoli in questo momento stanno facendo un po’ il vuoto. Vediamo come andrà il derby però la Juve è in netto ritardo, ma ritornerà sicuramente nonostante i 15 punti di ritardo. E’ un campionato un po’ più equilibrato, 7 sorelle che sembrano essere un po’ più uguali tra loro, una volta c’era la Juve che faceva un campionato a parte, ha vinto per tanti anni, ora invece l’Inter perdendo Lukaku, Hakimi, Conte ha magari fatto un passettino indietro, la Juve due, tre indietro, sono cresciute Napoli e Milan e quindi sembrano tutte sullo stello livello, anche se ripeto, il campionato straordinario che stanno facendo fino ad ora Napoli e Milan mette già in difficoltà alcune di queste 7 sorelle. Un po’ più indietro le romane credo, non hanno ancora assimilato l’arrivo di Sarri e Mourinho.
- Superlega mancata, debiti societari, Messi al PSJ e Newcastle agli arabi. Cosa sta accadendo al calcio in Europa?
Il capitolo della Superlega e dei debiti societari è un capitolo importante che meriterebbe molto più spazio. Io ero favorevole alla Superlega ma non come è stata dichiarata dai club all’epoca. Sono favorevole però ad una modifica dell’attuale calcio perché l’Uefa ha portato ancora di più al divario tra due, tre, quattro grandi club in Europa, degli sceicchi praticamente, City, Psg, probabilmente mettiamoci anche qualche altro club di premier e tutto il resto. Creare un’altra competizione riformando l’attuale credo sia anche il passo giusto. Il problema dei debiti, anche qui se ad esempio in Italia, la squadra più importante, che vince lo scudetto e che ha più tifosi, guadagna mento a livello di ricavi di diritti tv, rispetto all’ultima squadra in Premier, c’è evidentemente un grosso problema. Ovviamente poi tutto questo si ripercuote sul mercato, Milan, Inter e Juve sono costretti a perdere i big, perché arriva il Manchester United di turno, il Chealsea, il City, che strapagano a livello di ingaggio e di cartellino il giocatore, quindi io credo che vada riformato il calcio, vada fermata l’Uefa perché comunque sta creando dei problemi enormi. Il fairplay finanziario secondo me invece di attenuare e ridurre i problemi, li ha accentuati, e quindi va totalmente rivisto questo concetto com’è stato fino ad ora. Da questo punto di vista il calcio europeo secondo me deve essere modificato perché altrimenti vedremo sempre le solite otto, nove, dieci squadre a giocarsi la Champions dagli ottavi in poi e le eccezioni sono davvero rarissime.
Grazie direttore, è stato un vero piacere conoscere il suo pensiero sui vari temi affrontati, tramite quali, peraltro, ha lanciato più di qualche spunto davvero molto interessante su cui riflettere.