Giornalista web e televisivo, telecronista, social media manager e, infine, bordocampista. Francesco Puma è il perfetto prototipo del giornalista moderno.
Hai iniziato la sua carriera commentando il calcio a 5 su Sportitalia per poi passare al calcio internazionale con Fox Sport fino ad arrivare a Dazn come bordocampista di Serie A e Serie B.
Francesco Puma ci racconta chi è il “bordocampista” e da dove è partita la sua carriera che lo ha portato ad assistere, da pochi passi, alle grandi giocate dei campioni del nostro calcio, e non solo.
L’intervista
Francesco Puma: giornalista web e televisivo, telecronista, social media manager e, infine, bordocampista. Una sorta di “tutto fare” del giornalismo, ma quel è il ruolo che più la entusiasma?
“In realtà sto ancora cercando di capirlo perchè mi piace far tutto. Non faccio radio da anni, mi manca e mi piacerebbe tornare a farla. Le emozioni che mi da il bordocampo e la tv sono fortissime. Penso sia un privilegio raccontare il calcio da vicino ed essere parte integrante della partita. Come dico sempre, noi che siamo a bordocampo dobbiamo ricevere emozioni dalla partita e cercare di trasmetterle a chi ci sta guardando da casa“.
La professione del bordocampista è ormai conosciuta da tutti, ma pochi sanno realmente di cosa si occupa questa figura e soprattutto come si ci arriva a diventarlo. Puo spiegarci il suo percorso da dove è partito e come è arrivato a ricoprire questo ruolo prima con Fox Sport e poi con Dazn?
“Tutto è iniziato dal mio primo amore sportivo: il calcio a 5. Ho iniziato a raccontarlo quando avevo 19 anni, da lì ho lavorato nella divisione calcio a 5 della federazione facendo un’esperienza incredibile e conoscendo colleghi che poi sono diventati amici come Marco Calabresi (telecronista Dazn ndr.), Giuseppe Di Giovanni (telecronista Sportitalia ndr.) e Checco Corda (telecronista Tim Vision ndr.). Mi ricordo come se fosse ieri quando il nostro responsabile della comunicazione ci disse che le telecronache del calcio a 5 non sarebbero più andate sulla Rai ma su Sportitalia e che, quindi, sarebbe dovuto essere compito nostro farle. Io, affascinato dal ruolo del bordocampista, cercai di portare questa figura anche nel calcio a 5, dove finora non si era mai vista. Nel 2017 ci ritrovammo io e Marco Calabresi alla nostra prima partita da bordocampo. Entrati in regia, vista la nostra inesperienza, chiedemmo consigli al regista che ci guidò passo passo. Come si fa il bordocampista? È qualcosa che ho imparato sul campo e poi negli anni ho fatto esperienza prima con Sportitalia e Fox Sport e, ora, da tre anni faccio Serie A e Serie B su Dazn“.
Il bordocampista deve avere diverse skills nel suo bagaglio professionale: dal dono della sintesi all’essere la perfetta spalla per il telecronista, diventando i suoi occhi sul terreno di gioco. Secondo lei qual è l’abilità più importante che deve avere chi ricopre questa figura?
“Non c’è ne una in particolare, te ne potrei dire centinaia. Alcune le hai giustamente elencate tu: l’attenzione, l’orecchio, l’occhio, la curiosità, il giusto feeling con il telecronista e con il commento tecnico, il dono della sintesi. A bordocampo quasi non ce la godiamo la partita, e spesso non guardiamo cosa succede in campo perchè raccontare quello che succede in campo è compito del telecronista. Io devo raccontare qualcosa che lo spettatore non vede: quello che succede sugli spalti, sulle panchine. Quando, ad esempio, l’azione si svolge a destra mi capita di guardare a sinistra per vedere se ci sono giocatori a terra o magari due che battibeccano. Poi rimane fondamentale il rapporto con il telecronista. È un po come se due compagni di squadra giocassero a memoria“.
Apriamo il capitolo Euro 2020. Come vede l’Italia di Mancini dopo le ottime vittorie contro Turchia, Svizzera e il Galles. Dove crede che questa Nazionale possa realmente arrivare anche in virtù del tabellone che, potenzialmente, ci metterà di fronte il Belgio ai quarti e la Francia in Semifinale?
“Vedendo la Francia contro la Germania ho pensato a quanto mi piacerebbe giocare contro di loro in una delle ultime partite dell’Europeo e provare a batterli, visto che tutti parlano di quanto sia forte, di quanto sia illegale ed effettivamente lo è. Sarebbe il giusto coronamento dell’ottimo lavoro che sta facendo Mancini. È un’Italia che piace, cinica e concreta. Agli ottavi, probabilmente, incontreremo l’Ucraina e forse il Belgio ai quarti. Sono molto curioso perchè penso che possiamo giocarcela con tutti. Non dico che siamo tra i favoriti per la vittoria finale ma tra le prime quattro ci possiamo arrivare benissimo“.
Avendo visto giocare tutte le big, chi le ha lasciato la migliore impressione?
“Per la Francia le aspettative sono altissime e, forse, proprio per questo ti dico che mi ha impressionato, ma fino ad un certo punto. Non mi sembra una squadra imbattibile, non mi sembra un gruppo così coeso come quello dell’Italia e ho visto anche dei punti deboli. Se si becca la giornata in cui non è brillante, la possiamo far male se mai dovessimo affrontarla. Il Belgio penso abbiamo il miglior centrocampista d’Europa (De Bruyne ndr.) e quindi non bisogna sottovalutarlo, come non vanno sottovalutate Germania e Spagna. È un europeo molto equilibrato e ci sono diverse squadre che posso arrivare fino alla fine“.
Le immagini del malore di Eriksen hanno ormai fatto il giro del mondo. In Inghilterra è scoppiata una polemica sul fatto che la BBC abbia scelto di mostrare al pubblico quei momenti concitati portando la tv britannica a scusarsi con i propri spettatori. In quanto giornalista televisivo, secondo lei è stato giusto mostrare quelle immagini o era meglio staccare l’inquadratura e focalizzarsi su altro?
“Io penso che abbiano giocato un ruolo determinante sia gli operatori sanitari che i giocatori della Danimarca che hanno fatto scudo per coprire il povero Eriksen accasciato a terra, quindi non si è potuto vedere molto. Non so che tipo di immagini abbia mandato in onda la BBC però, ad un certo punto, la UEFA ha staccato le immagini e non si è più visto nulla. Io penso che ci debba essere un confine che non si debba mai superare, e questo confine non è stato superato in questa occasione anche perchè, giustamente, si sono messi di mezzo i giocatori. Probabilmente se non l’avessero fatto avremmo avuto immagini diverse di quel momento“.
Passiamo alla prossima Serie A. La stagione che prenderà il via il prossimo 22 agosto si prospetta ancora più incerta rispetto a quella appena conclusa, anche in virtù dei tanti cambi in panchina. Le lascio un dato: delle prime 10 classificate dello scorso campionato, 8 hanno cambiato guida tecnica e solo Atalanta e Milan hanno scelto la linea della continuità. Secondo lei chi beneficerà di più di questa situazione e quale abbinamento la incuriosisce di più?
“L’abbinamento che, senza dubbio, più mi incuriosisce è Roma-Mourinho. Sono molto curioso di capire quanto potrà influire, non tanto a livello tecnico, ma a livello psicologico-caratteriale e ambientale un allenatore come lui. Sponda Lazio mi incuriosisce il rapporto che avrà Sarri con Lotito, che tipo di campagna acquisti vorrà fare e se, effettivamente, riuscirà a migliorare l’ottimo lavoro che ha fatto Simone Inzaghi in questi anni di Lazio.
Hai fatto bene a sottolineare che soltanto in due hanno tenuto l’allenatore, e penso che quest’anno possa essere per l’Atalanta l’anno in cui poter raccogliere i frutti che sono stati seminati nelle stagioni passate. È una società in continuo ricambio di giocatori ma che riesce a mantenere la squadra sempre allo stesso livello e, per questo, non dico che è la favorita per lo scudetto ma se la può giocare. La Juventus di Allegri indubbiamente dovrà tornare a competere per vincere lo scudetto e penso che quest’anno possa farlo. Più in generale vedo una Serie A molto equilibrata. Penso che per via dei problemi societari, quella che possa partire un gradino sotto è l’Inter, anche perché Inzaghi non arriva con l’obbligo di vincere. Sono curioso di vedere che tipo di mercato farà il Milan e, da questo, si capiranno tante cose sulla stagione dei rossoneri. Per quanto riguarda il Napoli penso che, De Laurentis permettendo, Spalletti possa fare un ottimo lavoro perché la rosa è forte e lui è un allenatore che sa valorizzare i calciatori e, quindi, lo vedo tra le favorite per lo scudetto“.
Se dovesse fare una griglia, quali squadre metterebbe nei primi quattro posti?
“Non è semplice ma ho questa visione fissa della Juventus al primo posto e, quindi, ti dico: Juventus, Napoli, Atalanta e Inter“.
Concludiamo con una battuta sulla questione Donnarumma: secondo lei ha fatto bene a lasciare il Milan?
“Dovremmo scindere la parte emozionale della parte economica. Ha fatto bene per quello che andrà a guadagnare e ha fatto male perché comunque poteva essere riconoscente al Milan e avrebbe comunque, per la prima volta nella sua carriera, disputato la Champions League. Non è facile mettersi nei panni di questi calciatori e giudicare le loro scelte però, tutto sommato, ha fatto bene. Tanto in questo calcio non c’è più spazio per la parte sentimentale, io da questo punto di vista sono un nostalgico, amo le bandiere, amo l’attaccamento alla maglia dei giocatori ma sono consapevole che si vedono sempre meno giocatori di questo tipo. Per tornare ad una delle domande iniziali, è sempre tra i miei ricordi più belli quello di essere stato l’ultimo giornalista ad aver intervistato sul campo Pellissier, una delle ultime bandiere del nostro calcio. Sono quei giocatori il cui valore te lo ricordi sempre quando smettono. Non c’è più questo calcio ormai è inutile negarlo e quindi va vada al Paris Saint Germain, guadagnerà di più e buon per lui“.
Ringraziamo il signor Puma per la disponibilità e la professionalità dimostrata, a lui va il nostro più sincero in bocca al lupo per la prossima stagione su Dazn.