Da Immobile a Ribery, la lingua di Antonio Cassano ha avuto un bel da fare nell’ultima settimana. La fine dell’estate e il ritorno dalle ferie hanno insinuato nell’ex talento di Bari Vecchia una voglia irrefrenabile di far parlare di sé. Saranno le mancate ospitate a Mediaset o il non voler arrendersi alla fine di una carriera mai del tutto realizzata. O forse, semplicemente, un’invidia di fondo che ha sempre contraddistinto il più grande talento mai esploso degli ultimi vent’anni.

La Tina Cipollari del pallone non le ha mandate a dire. “Immobile? Non sa giocare a calcio, ha paura, quando gli arriva la palla tra i piedi non vede l’ora di liberarsene. Ribery? A 38 anni devi arrenderti, non puoi andare a giocare per la salvezza, devi ritirarti”. Questo il succo del discorso fatto alla ‘Bobo TV’, canale social gestito da Christian Vieri nel quale il buon FantAntonio ha modo di poter aprire bocca senza curarsi di cliccare sul tasto ON del cervello.

Non staremo qui a prendere le difese di Immobile e Ribery. Per i due giocatori di Lazio e Salernitana a parlare sono i numeri. Quegli stessi numeri che, probabilmente, Antonio Cassano farebbe fatica a raggiungere in tre carriere. Così come non andremo ulteriormente a sparare sulla croce rossa. Anche nel caso del barese, a parlare sono le annate deludenti, gli obiettivi mancati e le molteplici cassanate, segno distintivo di una carriera fatta di pochi alti e molti bassi.

Nel saggio ‘L’umorismo’, Luigi Pirandello ci spiega la differenza tra comicità e umorismo. Il comico è l’avvertimento del contrario, il trovare nella realtà qualcosa che stona con quella stessa realtà dell’epoca. L’umorismo è invece qualcosa di più profondo, che interviene quando la persona sensibile cerca di immedesimarsi con quella oggetto di comicità. Per farcelo capire meglio, il Pirandello ci racconta della vecchia imbellettata, una donna anziana che non vuole arrendersi allo scorrere dell’età e che per questo si concia in maniera ridicola per ingannare se stessa e apparire giovane. L’impatto con la vecchia suscita ilarità ma viene poi analizzato in maniera più profonda. La signora, infatti, è solo una persona che soffre per quello che è e per quello che è stata.

Antonio Cassano è proprio la vecchia imbellettata di Pirandello; non dobbiamo prendercela con lui ma provare ad avere un approccio empatico nei suoi confronti.

Il ferro è consumato dalla ruggine, l’invidioso dal suo vizio.” (Plutarco)

Di Dante Chichiarelli

Nato a Roma, il 26 agosto del 1984, inizia ad appassionarsi al calcio a non ancora 6 anni, durante i Mondiali di Italia '90, quelli delle Notti Magiche e di Totò Schillaci. L'amore per questo sport è nel DNA della famiglia: il suo bisnonno, Silvio Blasetti, mosse i suoi primi passi nel calcio nei primi decenni del '900 con la maglia della Lazio. Oltre a questo affianca un'altra grande passione, quella per la scrittura e per il giornalismo. Dopo le scuole, frequenta la facoltà di Scienze della Comunicazione presso "La Sapienza" di Roma e nel 2009, dopo aver collaborato per oltre due anni con "Sportlocale", settimanale sul calcio dilettantistico e giovanile, diventa giornalista pubblicista. Sempre in quegli anni inizia a frequentare il corso di giornalismo sportivo curato da Guido De Angelis e di lì a breve diventerà uno dei redattori della rivista "Lazialità". Nel corso del tempo numerose sono le collaborazioni con periodici on-line e cartacei. Nel 2011, per circa un anno, diventa Direttore Responsabile del mensile "Futuro Giovani Magazine". Da aprile 2020 collabora con la redazione di "Noi Biancocelesti". Ad oggi, nonostante gli impegni lavorativi, continua a coltivare le sue due grandi passioni che lo accompagnano sin dai primi passi della vita.