Milan Škriniar è ufficialmente tornato. Lo slovacco, da qualche mese ormai, giganteggia su tutti gli avversari che trova sul suo cammino. E pensare che nella scorsa stagione la sua centralità nel progetto Inter veniva messa in discussione per via della difficoltà, apparente, di adattarsi alla difesa a 3. Anello debole della retroguardia nerazzurra l’anno scorso, grazie al lavoro e alla sua grande determinazione, è diventato nuovamente leader della squadra guidata da Antonio Conte.
Arrivato nell’estate del 2017 (mentre i cugini rossoneri vedevano approdare a Milanello il più esperto e vincente Leonardo Bonucci) Skri, a suon di prestazioni conquista il cuore non solo di Luciano Spalletti (tecnico dei nerazzurri all’epoca) ma di tutta la tifoseria diventando una colonna portante del Rinascimento Nerazzurro messo in atto dal gruppo Suning e dalla famiglia Zhang (con Steven che diventerà successivamente il più giovane presidente nella storia del club)
Sono lontani i mesi in cui Škriniar “fa parte del progetto. Ma se dovesse arrivare qualche offerta importante a livello economico, può anche essere che la società la prenda in considerazione.” Un’estate, l’ultima, passata tra Londra (il Tottenham aveva seriamente provato a portarlo via dall’Inter) e Milano, ma con la testa concentrata su un solo obiettivo: vincere con l’Inter. La sua capacità di assorbire botte (in campo e fuori) ha fatto si che il muro slovacco restasse in piedi.
“In nessun momento mi sono sentito arrabbiato. Al contrario, ho aiutato il più possibile la squadra. Sapevo che in quel momento era difficile scendere in campo.” Parole che simboleggiano il suo senso di appartenenza per la maglia nerazzurra: il noi prima dell’io. Un concetto che ha portato il tecnico salentino a non abbandonare il percorso intrapreso insieme. A soli 26 anni, nel pieno della sua crescita, l’Inter non può fare a meno del suo muro slovacco.
C’è un altro Milan in testa alla classifica di Serie A, questa volta in maglia nerazzurra.