Buona la prima per il Milan. Con qualche difficoltà (preventivabile per il calcio di agosto), i rossoneri hanno espugnato lo stadio Marassi, guadagnando i primi tre punti stagionali. Diversi i fattori che sono saltati all’occhio, tra varianti tattiche e nuovi arrivi.

Milan, i piedi di Maignan

Il futuro del Milan passa dalle mani (e dai piedi) di Maignan. “Ha fatto delle bellissime scelte, è un ragazzo molto disponinile, curioso e volenteroso. Sono contento del suo modo di lavorare e della sua capacità di scelta“. Queste le parole di elogio del tecnico parmense per il debutto ufficiale del guardiano francese, chiamato al compito non facile di rimpiazzare Gianluigi Donnarumma, accasatosi nel paese transalpino. Il classe 1995 ha dimostrato una certa dimestichezza nelle uscite e un pizzico di follia e coraggio, che mai guasta per un portiere. Esempio? L’uscita dall’area di rigore per difendere palla e guadagnare fallo su Quagliarella. Almeno due gli interventi decisivi che hanno evitato il gol, consentendo a Maignan di raggiungere un record.

Negli ultimi 15 anni, infatti, nessun portiere milanese era riuscito a tenere la porta inviolata al debutto. L’ultimo era Zeljko Kalac, campione d’Europa nel 2007. Guarda caso, nella stagione in cui ci si prepara al ritorno in Champions League dopo 7 anni. Le sue doti da ex centrocampista, tra l’altro, si sono notate a occhio nudo. Il lancio chirurgico che ha portato Calabria al cross per il gol è solamente la punta dell’iceberg. Se gli attaccanti salgono in pressione, Maignan è pronto ad andare al rinvio lungo, alla ricerca dello scatto del Leao o Rebic di turno. Un plus rispetto al suo predecessore, fenomenale tra i pali ma meno nei compiti di impostazione. Maldini spera tanto di aver compiuto la mossa giusta: i 29 clean sheet in Ligue 1 non saranno mica una casualità. Con i rossoneri, tra campionato e amichevoli, sono già 5.

Una squadra pronta a cambiare volto

4-2-3-1, ma non solo. “L’importante è essere squadra, i numeri non sono così importanti, ma l’interpretazione“. Eppure, Pioli apre a maggiori soluzioni tattiche, anche nel corso della partita. Una dimostrazione si è vista a Genova: nel finale, esce Calabria per fare posto a Romagnoli, dando maggiore compattezza per una difesa a 3 con Kjaer e Tomori. Alzando così il subentrato Florenzi e Theo Hernandez a centrocampo. In alternativa, spesso provato anche il 4-4-2, per far convivere il duo Ibra-Giroud, in attesa di Pellegri che farà da terzo incomodo. Grande applicazione da parte della squadra, che cerca di entrare sempre più in simbiosi con la propria guida tecnica.

Per il resto, i principi tattici non si discostano molto dal progetto iniziale post-lockdown 2020. Grande aggressività, pressione alta volta al recupero palla immediato e sul portatore palla. Esterni alti di centrocampo molto mobili e devoti anche al sacrificio, a dare una mano ai terzini quando spingono e devono rientrare. Possesso palla, cambio di posizione e scambi veloci, con la punta in questione volta a fungere da totem per aprire spazi agli inserimenti. Anche gli stessi difensori centrali, inoltre, aggrediscono molto gli avversari, come Fikayo Tomori, che spesso affonda il tackle fuori dall’area di rigore. Fondamentale, poi, il lavoro svolto dal trequartista. Brahim Diaz ha offerto un assaggio lunedì sera: spsotamento su tutto il centrocampo, a fungere da vero regista offensivo, alla Papu Gomez per intenderci. Portando palla invita così i compagni a salire, aprendo spazi interessanti attirando su di sé uomini. Un gioco che continua comunque ad evolversi.

In attesa del trequartista, Pioli continua a studiare e a forgiare un Milan camaleontico. In attesa della stagione da prova del 9, contornata dalla musichetta del ritorno in Champions League.

Di Luca Ripari

Sono Luca Ripari, ho 26 anni e provengo da Perugia. Nel giugno 2019 mi sono laureato in Mediazione Linguistica, in inglese e spagnolo. Ho una grande passione per il calcio, tanto da aver dedicato la mia tesi finale a questo argomento, lo sport interconnesso con società e cultura. Ho iniziato a collaborare con alcune testate e anche la radiocronaca mi appassiona. Mi piace scrivere, raccontare di calcio, viaggiare e leggere.