Col passaggio praticamente definito di Franck Kessié , promesso sposo del Barcellona, il Milan perde la sua ultima “cosa formale”. Il motto del duo Fassone-Mirabelli sembra ormai destinato a restare un ricordo. Ricordo che i tifosi rossoneri, cullati dall’idea del primo posto, guardano con amarezza.
Kessié-Milan, dall’amore eterno all’addio
Milan e Kessié, una storia partita da lontano. Quell’estate 2017, che appare distantissima, i due dirigenti danno il via a un mercato faraonico, con l’intento di tornare al top della Serie A. In società c’è tanta voglia di ripartire dopo i saluti di Berlusconi e Galliani, con il ritorno in Europa League grazie al lavoro di Vincenzo Montella. Uno dei primi è proprio l’ivoriano, che tanto aveva stupito con la maglia dell’Atalanta. 28 milioni di euro il corrispettivo versato nelle casse orobiche. Una crescita paziente, mai maturata pienamente nel 4-3-3 di Gennaro Gattuso e Stefano Pioli. Poi, il lockdown, i rossoneri che fanno gruppo da distanza e il 4-2-3-1 scelto dal parmense, dove Kessié trova la sua dimensione. Rigorista, incontrista e ruba-palloni, da quel momento divene imprescindibile.
Nel 2020/2021 raggiunge la doppia cifra e consegna al Milan la Champions League dopo 7 anni di assenza, proprio contro la Dea, grazie a una doppietta dal dischetto. Un idillio che però inizia a scricchiolare. Già nei mesi precedenti si parla di un gioco al rialzo per il rinnovo del contratto, che indispettisce non poco la dirigenza milanese. Arriva un’altra estate e la sua Costa d’Avorio è impegnata nelle Olimpiadi. “Torno e sistemo tutto“, le sue parole, rimaste poi al vento. Una richiesta di 8 milioni, ben al di fuori della politica di contenimento finanziario di Elliott, è la goccia che fa traboccare il vaso. Fischi e cori contro a San Siro spingono sempre di più Kessié all’arrivederci. Arriva allora il rinato Barcellona di Xavi, che ne definisce il suo arrivo a parametro 0. Una telenovela terminata male.
Milan-Kessié: da Calhanoglu a Bonucci, quanto fa male
Altro acquisto a costo 0, accasatosi nei rivalissimi dell’Inter, Hakan Calhanoglu. Anche il turco nel 2017 sbarca a Milano con grandi aspettative, essendo noto per le sue capacità balistiche e calci di punizione. Tuttavia, tra equivoci tattici e scarsa continuità, non riuscirà mai ad esprimere il suo pieno potenziale. Se non si esclude il calcio di estate post-lockdown, periodo definire la sua esplosione. Invece, alti e bassi e una proposta di rinnovo troppo alta fanno sì che il banco salti definitamente nella scorsa annata. Ciò che i supporter non si aspettano, però, è il passaggio sull’altra sponda del capoluogo lombardo. Il 7 novembre 2021 è il momento della stracittadina e il nerazzurro, caricato dai fischi e insulti, realizza il rigore del momentaneo vantaggio. Esultanza polemica e una rabbia mai totalmente assopita.
Oltre al passaggio alle “cose formali“, Leonardo Bonucci avrebbe dovuto “spostare gli equilibri“. Il tandem con il connazionale Alessio Romagnoli avrebbe dovuto creare un binomio di grande temperamento. Invece, il bianconero, escluso dal suo contesto con Giorgio Chiellini, si è trovato in difficoltà, palesando scarsa concentrazione e lucidità. Uno dei momenti da ricordare resta il gol sotto la curva dell’Allianz Stadium nel 2017/2018, festeggiato col tipico gesto del risciacquo della bocca. Nemmeno il tempo di metabolizzare e il figliol prodigo tornerà a Torino, continuando a vincere e lasciando l’appuntamento con la storia a metà.
Dalla Turchia all’attacco
Fabio Borini, André Silva e Nikola Kalinic. Questo il terzetto che avrebbe dovuto rinforzare il Milan a suon di gol. Non sarà così. L’italiano ex Roma si rivelerà molto duttile nei suoi tre anni di permanenza, giocando addirittura da esterno di centrocampo. Le reti in massima serie saranno solamente 4, convincendo la società a cederlo al Verona, prima di passare al Fatih Karagmuruk. Nel club turco gioca anche Lucas Biglia, col compito di confermare quanto di buono fatto con la Lazio. Ne uscirà invece fuori un giocatore completamente diverso rispetto a quello ammirato in biancoceleste, capace solo in parte di dettare i tempi della manovra. Così, con Pioli arriva l’addio, senza troppi rimpianti. Al suo posto, il promettente Ismail Bennacer.
Tornando sul discorso punte, chi non ha inciso è stato l’attaccante portoghese, capace di accendersi solamente in Europa League. In campionato, invece, non trova mai la piena dimensione. Forse non capito, ora la fortuna all’Eintracht Francoforte, confermandosi come bomber della squadra. Nemmeno il croato riuscirà a convincere pienamente. Arrivato al fotofinish del calciomercato, dopo una partenza sprint con doppietta all’Udinese, non si è confermato, alternando buone prestazioni a (più) frequenti incolori. Solo sei centri e un addio scontato, che non si confermerà nemmeno all’Atletico Madrid e Verona.
Le polveri bagnate
Ultimo, ma non meno importante, Ricardo Rodriguez, salutato come uno dei migliori esterni in Europa. Le sue abilità su calcio da fermo saranno realizzate solo in parte, mentre sulla fascia sembra timido e impacciato. Mai propositivo, preferisce far ripartire l’azione indietro dal portiere, rallentando i ritmi di gioco. Anche per lui l’anno della pandemia è il momento dell’addio, al PSV e al Torino. Anche con la casacca granata sembrerà nient’altro che un comprimario, adattandosi a difensore centrale senza mai eccellere.
Vedendo l’ultimo portante fare le valigie, i tifosi non potranno che ripensare a quell’estate apparentemente da sogno. Meglio provare a farlo pensando al presente.