Tra giovedì 27 e venerdì 28 agosto è andato a delinearsi il destino per le sette italiane in Europa; i sorteggi hanno riproposto accoppiamenti già vissuti, sfide inedite, altre abbordabili, oppure decisamente proibitive. La speranza, per tutti noi, è quella di tornare a sollevare un trofeo internazionale, che manca da troppo tempo; proviamo ad analizzare brevemente le sentenza dell’urna per ogni nostra squadra.
Le favorite: Inter e Juventus
L’Inter, partita dalla prima fascia, è stata inserita nel girone D. Il raggruppamento è un quasi ritrovamento tra i vecchi amici del girone B della stagione scorsa (tre su quattro: il Borussia M’Gladbach non potrà sedersi al banchetto), con tre tecnici italiani (Inzaghi, Ancelotti, De Zerbi) a rappresentare la scuola calcistica della penisola.
Il Real Madrid, si sa, vive la champions come il proprio habitat, e non intenderà certo ora abbandonare una decennale abitudine. Con l’epilogo dell’epopea Zidane (tre Champions vinte consecutive, oltre a due campionati), i Blancos hanno optato per una rivoluzione antica, per un ritorno che profuma di nostalgia e tricolore: Carlo Ancelotti, l’artefice della Decima (e di altre due Champions a Milano, sponda rossonera) ha fatto il suo ritorno a Madrid, in cerca di un eterno rilancio dopo le esperienze non indimenticabili con il Napoli e l’Everton. La campagna acquisti, al momento (e in attesa di capire se il sogno Mbappé resterà tale o meno), ha fruttato soltanto il difensore Alaba, e qualche illustre cessione: oltre a Varane (ceduto per 40 milioni al Manchester United), perfino Sergio Ramos si è congedato dalla capitale di Spagna, cercando nuova gloria in quella di Francia. I Blancos possono contare, ad ogni modo, su una rosa ampia e decisamente equipaggiata: il trio di centrocampo con Casemiro, Kroos e Modric resta tra i migliori in Europa, mentre in attacco Hazard e Bale vanno a rifornire egregiamente il numero 9 Benzema, dal quale ci si attende un’altra stagione a livelli eccezionali. L’Inter farà il suo esordio proprio con il Madrid (il 15 settembre a San Siro), e di sicuro sarà una delle sfide migliori della giornata. Tra i precedenti più dolci per i milanesi, è doveroso citare la finale della Coppa Campioni 1964: 3-1 per i nerazzurri (doppietta di Mazzola e Milani), e conquista del trono d’Europa. Decisamente meno piacevoli gli ultimi due incontri, con la squadra di Conte che non è riuscita a superare i madrileni e ha visto infrangersi le sue ambizioni continentali.
Lo Shakhtar Donetsk è affidato alle cure del giovane e ambizioso De Zerbi, dopo il campionato scivolato via nella stagione passata, e vinto dalla Dinamo Kiev della vecchia bandiera Loecescu. La squadra ha già iniziato il campionato, e si è qualificata nell’Europa che più conta, superando (in modo anche abbastanza fortunoso, va detto) l’ostacolo Monaco. Lo Shakhtar cercherà di mettere in campo il calcio fluido e posizionale proposto dall’allenatore italiano, mantenendo un buon palleggio e proponendo trame offensive di qualità; in particolare, la compagine ucraina può contare sul talento nella trequarti di Teté e del 22enne israeliano Manor Solomon, alle spalle dell’attaccante ex Ajax Traoré (acquistato per 10 milioni). Tra i nuovi acquisti, è da citare anche Pedrinho, attaccante proveniente dal Benfica e il difensore ex Sassuolo Marlon, desiderato proprio da De Zerbi. L’Inter si incrocia con lo Shakhtar per il terzo anno consecutivo: nell’estate 2020 la sfida in semifinale dominata dalla squadra di Conte (trionfo per 5 a 0), mentre nell’ultima stagione il pareggio in casa contro gli ucraini ha significato per i nerazzurri la condanna all’ultimo posto del gruppo.
La grande sorpresa di questa Champions è lo Sheriff Tiraspol, prima squadra moldava a qualificarsi a un girone di Champions. Al di là di una storia certamente affascinante e complessa (il club si trova della Transistria, stato autoproclamatosi indipendente, ma non riconosciuto dalla comunità internazionale), il pericolo maggiore potrebbe qui derivare dall’entusiasmo degli avvrsari, dal sottovalutare l’impegno, o dalla pressione subita da chi gioca da squadra altamente favorita e obbligata a vincere. Nell’undici di Venydub (tecnico ucraino con esperienze anche in Bielorussia) può distinguersi il capitano Frank Castaneda, attaccante duttile e con un buon fiuto del goal (35 reti segnate in 53 gare). Nel complesso, però, difficilmente si poteva pensare di pescare meglio dall’ultima fascia dei sorteggi.
La Juventus di Allegri, partita dalla seconda fascia, è stata sorteggiata nel girone H. I principali avversari per il primato nel girone saranno, ovviamente, i londinesi del Chelsea, squadra campione d’Europa in carica e tra le favorite anche in questa edizione. La squadra di Touchel potrà contare su un attacco atomico, dove Havertz e Mount accompagneranno il neo acquisto Lukaku sulla strada del goal e di nuove vittorie. A centrocampo, la diga Kanté-Jorginho garantirà la solidità, impermeabilità e raccordo, che ha contraddistinto la squadra nella stagione passata. Chelsea e Juventus si sono incontrate per l’ultima volta nella fase a gironi del 2012-2013 (una vittoria e un pareggio per i bianconeri).
Lo Zenit è squadra comunque temibile, ma non irresistibile. I campioni di Russia in carica (tre campionati vinti consecutivi), buoni amici dell’Italia calcistica (Spalletti ha vinto in Russia due campionati), nelle ultime due stagioni in Europa non hanno superato la fase a gironi, e non sarà affatto semplice riuscire a realizzare l’impresa quest’anno. In rosa, l’esterno di centrocampo ex blaugrana Malcom, e l’attaccante Azmoun sembrano essere i pericoli maggiori da fronteggiare. Nel 2008-2009, la Juventus ha affrontato lo Zenit nel girone di qualificazione, ottenendo quattro punti e non subendo reti.
Il Malmo, infine, si presenta come la compagine più abbordabile. Gli svedesi, allenati dall’ex Milan Tomasson, possono puntare sulle insidie di una trasferta non agevole, su una condizione fisica comunque buona (il campionato è già iniziato da tempo), e magari sull’esperienza del capitano Christianesen o sulle reti di Antonio Colak, attaccante. Precedenti: doppia vittoria per 2-0 dei bianconeri nell’annata 2014-2015.
Nel complesso, Inter e Juventus hanno buone possibilità di qualificazione; i nerazzurri dovranno cercare di evitare le trappole tattiche di De Zerbi, ma sono anche assolutamente in corsa per il primato nel girone. Per la Juventus, invece, qualificarsi sarà verosimilmente agevole, mentre sarà certamente impegnativo riuscire a vincere il girone davanti al Chelsea.
Atalanta e Milan
Nel girone F della massima competizione d’Europa giocherà l’Atalanta; dopo gli ottimi risultati delle ultime due annate, i bergamaschi cercheranno di ripetersi. Dalla prima fascia i nerazzurri hanno in fondo pescato discretamente bene: l’avversario sarà il Villareal di Emery, fresco vincitore dell’Europa League e sconfitto solo ai rigori dal Chelsea nella supercoppa Uefa. Il leader della difesa è il veterano e assai vincente Albiol affiancato da Mandi (arrivato a titolo gratuito dal Betis) o da Pau Torres (giocatore dal valore di 50 milioni); sulla fascia destra il titolare sarà Juan Foyth, acquistato per 15 milioni dal Tottenham. L’asso principale della squadra è però Moreno (31 reti nell’ultima annata e 83 complessive con i sottomarini gialli), con al suo fianco Alcacer. Tra i neo-acquisti è da menzionare anche Danjuma, di provenienza Bournemouth (pagato 23,5 milioni), pronto a giocare come esterno sinistro di centrocampo nel 4-4-2 proposto da Emery. Squadra certamente molto temibile, ma anche non imbattibile.
Se dalla prima fascia si sarebbe potuto pescare peggio l’avversario proveniente dalla seconda è uno dei più pericolosi. Il Manchester United di Solskaer, dopo la sconfitta in una finale europea della scorsa stagione, intende ritagliarsi un ruolo da protagonista sia nel Premier League che in Europa. La squadra inglese ha operato con vigore sul mercato, aggiudicandosi il difensore Varane dal Real Madrid e Jadon Sancho, attaccante di talento indiscutibile (85 milioni al Borussia Dortmund); il colpo più sbalorditivo, però, è il ritorno a Manchester di Cristiano Ronaldo, sottratto alle attenzioni di Guardiola e al legame con la Juventus. Fuoriclasse come l’ex bianconero Pogba, o il trequartista Bruno Fernandes, fanno dello United una delle squadre favorite per il trionfo finale.
L’ultima antagonista del raggruppamento è lo Young Boys. La compagine guidata da David Wagner (amico fedele di Klopp) si è qualificata alla primo torneo d’Europa, dopo aver vinto il campionato svizzero, ed eliminando il Ferencvaros. In rosa, è da segnalare l’attaccante Jordan Siebatcheu di 25 anni: in Svizzera ha siglato 20 reti in 52 partite.
Il girone B del Milan assomiglia a una bolgia dantesca. Le quattro contendenti portano in dote un totale di 15 Coppe campioni vinte (7 il Milan, due il Porto e 6 il Liverpool) e parecchie finali disputate (tre perse dall’Atletico Madrid). I Cochoneros campioni di Spagna hanno confermato l’intera struttura della squadra della passata stagione, andando a migliorarla con giocatori preziosi e importanti come De Paul dall’Udinese e Cunha, attaccante dell’Hertha Berlino. Il fuoriclasse assoluto è Suarez, con al suo fianco il talentuoso Joao Felix e una discreta abbondanza di variabili. Come esterno di centrocampo, si è già distinto per la sua centralità nel gioco Llorente, mentre Koke, posizionato davanti a una difesa sempre solida, è la bandiera e la memoria della squadra. Curiosità: l’Atletico è l’ultimo club affrontato dal Milan in Champions (eliminazione agli ottavi di finali dei rossoneri, con una sconfitta 4-1 subita a Madrid).
Il Liverpool viene da un’ultima annata sostanzialmente deludente, ma resta una formazione di valore assoluto. Dal mercato è arrivato per 40 milioni Konaté dal Lipsia; per il resto, Klopp potrà puntare sui meccanismi collaudati, sulle reti e le giocate di Salah, su un centrale difensivo universale come Van Dijk, e sull’uso (che è stato) devastante delle fasce con Robertson e Alexander Arnold. Tra il 2005 e il 2007, come noto, il Milan ha affrontato il Liverpool in due finali di Champions: quella epica del 2005 (buttata via dai rossoneri, a fine primo tempo in vantaggio di tre reti) e quella invece vinta nel 2007.
Dalla terza fascia ecco il Porto dell’ex nerazzurro Conceicao. La squadra portoghese ha eliminato i bianconeri dall’ultima Champions, e tenterà una nuova impresa. Il Porto ha dimostrato di essere solido e di ottima qualità: ad esterni pericolosi e di ottimo livello come Corona e Luis Diaz, è possibile aggiungere il bomber Taremi e l’esperienza indiscutibile di Pepe. Attenzione. Ultimo incontro tra Milan e Porto: Supercoppa europea del 2003 e vittoria 1-0 dei rossoneri.
Il girone dell’Atalanta è molto insidioso, ma la compagine bergamasca ha la possibilità di distinguersi ancora una volta, proseguendo il suo percorso in Europa. Per il Milan la strada è decisamente in salita, ma una domanda è d’obbligo: sfortunato principalmente il Milan, o ancora di più chi lo ha pescato dalla teoricamente abbordabile ultima fascia?
Le italiane in Europa League: Napoli e Lazio
Per Napoli e Lazio in Europa League il cammino non è dei più più semplici. I partenopei hanno pescato il Leicester di Rodgers. La squadra inglese (per due anni consecutiva quinta, con la Champions sfumata quasi al traguardo) ha nel portiere Schmeichel (il capitano) e nel bomber Vardy le sue colonne portanti. Quattro nuovi acquisti: Daka (attaccante ex Salisburgo: arriva per 30 milioni, il centrocampista Soumaré dal Lille campione di Francia, i difensori Verstegaard e Bertrand dal Southampton. E’ il primo incontro tra il Leicester e una squadra italiana in Europa.
Lo Spartak Mosca è una compagine solida e di buona esperienza. La squadra del portoghese Rui Vitoria (due campionati vinti con il Benfica) può giocare con un 4-3-3, ma non disdegna la difesa a tre. Il mercato ha portato a riscattare Moses dall’Inter, una valida alternativa agli esterni Ayrton e Rasskarov. Larsson (figlio di Henrik) è un attaccante dal buon talento e dall’ottima capacità realizzativa. Napoli e Spartak Mosca si sono già incontrati nel 1990 al primo turno di Coppa campioni, con l’eliminazione degli Azzurri di Maradona dalla competizione.
La quarta squadra è il Legia Varsavia. La rosa di Michniewicz non è di alto livello, ma ha probabilmente nel capitano Jedrejczyk e nell’attaccante azero Mahir Emreli i suoi elementi migliori (un occhio lo merita anche Zhemaletdinov, impiegato come esterno destro). Il Napoli e i campioni in carica della Polonia (eliminati ai preliminari di Champions dalla Dinamo Zagabria) si sono già incontrati nel girone del 2015-2015 (doppia vittoria della squadra italiana).
Per la Lazio l’urna non è stata certamente benevola. La Lokomotiv Mosca (l’avversario certamente più abbordabile) è allenata da Marko Nikolic, di provenienza serba. La squadra (generalmente schierata con un classico 4-4-2) può affidarsi alla fantasia di Miranchuk (esterno di centrocampo, ma anche trequartista), fratello gemello dell’atalantino Aleksej. Il precedente tra la Lokomotiv e la Lazio risale alla semifinale della Coppa delle Coppe 1998-1999: con un doppio pareggio, i biancocelesti si erano qualificati alla finale.
L’Olimpique Marsiglia di Sanpaoli è un antagonista assai temibile e organizzato. Con un calcio basato sul palleggio prolungato e sulla qualità della manovra, il club francese proverà in patria a creare qualche problema all’imbattibile (almeno sulla carta) Paris, mentre in Europa può ambire a un ottimo percorso. Tra i giocatori più importanti spicca l’attaccante Payet mentre Gerson (acquistato per 25 milioni dal Lione) e Gendouzi (in prestito dall’Arsenal) vanno ad arricchire le soluzioni in attacco. In rosa, tra i nuovi arrivi, anche due volti noti in Italia: Lirola (provenienza Fiorentina) e l’ex giallorosso Under (tra gli ex Roma anche Pau Lopez e lo stesso Gerson). Milik non è ancora a disposizione di Sanpaoli, a causa di un problema al ginocchio. Ultimo doppio incontro tra Lazio e Marsiglia (sono sei in totale): girone di Europa league 2018-2019, con una doppia vittoria dei biancocelesti.
Per ultimo (ma non da sottovalutare) il Galatassay, allenato da Terim, ex tecnico di Fiorentina e Milan. Nella squadra turca è opportuno fare attenzione al talento dell’esterno Feghouli, o al nuovo acquisto Van Aanholt ( terzino sinistro in prestito dal Crystal Palace); in porta, l’ex biancoceleste Muslera è uno dei pilastri della squadra. Arda Turan è il cuore del centrocampo, ma al momento è indisponibile per infortunio. Ultimo incontro tra Lazio e Galatassay: sedicesimi di finale di Europa League del 2016 e passaggio del turno per la squadra italiana.
Il nuovo regolamento dell’Europa League prevede la qualificazione diretta solo per la squadra vincitrice del girone, mentre la seconda dovrà affrontare ai sedicesimi una delle terze classificate nei raggruppamenti di Champions. Napoli e Leicester, verosimilmente, si contenderanno il primato nel girone C, mentre nel raggruppamento della Lazio della competizione potrebbe essere maggiore: Lazio e Marsiglia in prima fila, subito dopo il Galatassary, con la Lokomotiv che non parte però batttuta. La terza classificata, avrà la possibilità di accedere, con uno spareggio al secondo turno di Conference League.
La Roma e l’obbligo di vincere in Europa
La Roma è la prima favorita nella nuova Conference League. Il girone C è abbordabile e non presenta particolari insidie. Il Zorya (attualmente settimo in Ucraina) non ha speso alcun soldo nell’ultima stagione di mercato: tra i giocatori arrivati a titolo gratuito, si può citare il centrocampista Buletsa, proveniente dalla Dinamo Kiev. Il giocatore più pericoloso in attacco è Oleksandr Gladkyi, autore anche di una doppietta contro il Barca di Guardiola.
Il Cska di Sofia è allenato da Stoycho Mladenov, già vincitore di due campionati con i bulgari. In attacco potrebbe generare qualche apprensione il 23 dell’Ecuador Jordy Caicedo. Roma e Cska Sofia si sono scontrate nell’ultima avventura euopea: pareggio all’Olimpico e sconfitta in trasferta per i giallorossi, comunque qualificati al turno successivo.
Il Bodo Glimt, infine, può essere temuto per la difficile trasferta, in direzione Polo Nord. In rosa nessuna stella, ma alcuni giocatori discreti: Parick Berg e Ulrik Saltness centrocampo e l’attaccante Botheim, acquistato dal Rosenborg. Per il resto, poco da segnalare: i giallorossi hanno l’obbligo di vincere il girone e provare riportare in Italia un trofeo internazionale, che manca ormai da troppo tempo.