fbpx
Jill Ellisfonte: account Twitter ufficiale FIFA Women's World Cup

Prima per sei anni di fila, 248 vittorie assolute, 2 volte campione del mondo. Semplicemente Jill Ellis.

Il secondo episodio della docuserie Netflix “Parola di allenatore” racconta la carriera di Jill Ellis, allenatrice di calcio femminile che ha guidato numerosi club di college e soprattutto la Nazionale Americana, con la quale ha vinto due coppe del mondo, eguagliando il record a livello maschile di Vittorio Pozzo con la Nazionale Italiana.

L’episodio ci racconta le 5 principali regole della vita dell’allenatrice, attraversando la sua carriera dagli albori fino all’ultima partita con la Nazionale Statunitense.

Gli Inizi

Nata da mamma scozzese e da padre inglese, Jill si appassiona subito al calcio. Ricorda felicemente le partite fra Scozia e Inghilterra, quando in casa sua scoppiava il caos. Lei si schierava con la madre scozzese e tifava per gli acerrimi nemici del padre. Dall’Inghilterra si trasferisce negli Stati Uniti per via del lavoro del padre, allenatore di calcio. Uscita dal college trova un lavoro come redattrice tecnica per un’azienda. Una professione che farà per ben 2 anni, fino a quando una delle allenatrici del suo vecchio college viene ingaggiata in un’università del Maryland. Inizierà lì la sua carriera, come assistente.

Dopo aver allenato diverse squadre, si trasferisce alla UCLA, a Los Angeles, dove resta 12 anni e dove fa coming out con la squadra, nonostante la grande paura di essere licenziata per il proprio orientamento sessuale che invece viene accettato dal team e dal direttore sportivo. Successivamente Jill riceve un’offerta per diventare il Commissario Tecnico della Nazionale Statunitense. Un’offerta che non può non accettare. Il film intanto ci mostra la sua bellissima vita trascorsa a Miami, insieme a sua figlia e a sua moglie.

La Nazionale Americana

Quando Jill accetta il ruolo d’allenatrice, la Nazionale Americana non vinceva un mondiale da ben 16 anni. Avevano appena però vinto la medaglia d’oro olimpica ai mondiali di Londra ed erano primi nel ranking mondiale per nazionali. Insomma, era tutto perfetta, con la selezione americana che sembrava essere, in tutto e per tutto, una vera e propria macchina da guerra, che non aspettava altro che scendere in campo e vincere. Infatti, pronti via, c’è subito il trionfo nel mondiale del 2015. Una vittoria, questa, c’è da dirlo, che comunque si aspettavano tutti, vista la qualità della squadra. Un anno dopo, Jill si ritrova a combattere per un altro titolo: l’oro olimpico nel 2016. “Complimenti avete vinto il mondiale siete in cima ma, le cime delle montagne sono piccole e l’aria è rarefatta perché nessuno dovrebbe rimanerci a lungo. È uno spazio in affitto arrivi là su ti godi la vista ma poi devi scendere”: così l’allenatrice parla alle sue calciatrici prima di partire per il Brasile. Un titolo fortemente voluto che purtroppo svanisce ai quarti di finale contro la Svezia. Una sconfitta ardua che non sta bene a nessuno, anche perché in una competizione di livello mondiale la Nazionale statunitense non era mai stata eliminata così presto. Una sconfitta che porterà Jill a migliorare ulteriormente la rosa.

La Rinascita

Jill perde ancora ed è vicina ad essere esonerata e quindi a lasciare la squadra. Ma una donna forte come lei non si arrende di certo al primo ostacolo. “Un membro della marina mi ha detto che quando affrontano una situazione difficile il loro mantra è: tieni duro, resta forte”. Un mantra che lei sfrutta pienamente, riuscendo a vincere il Tournament of Nations in finale contro il Brasile, una delle squadre più forti del mondo. Nel 2019 Jill è convinta di portare il titolo mondiale a casa. Le sue giocatrici chiedono parità di diritti fra la nazionale maschile e quella femminile perché volevano mezzi di trasporto e alloggi dello stesso livello e compensi economici adeguati. Si gioca il mondiale in Francia, a Parigi. La prima avversaria degli Stati Uniti è la Thailandia, battuta per 13-0. Un risultato che però non tutti gradiscono, in quanto ritenuto irrispettosa nei confronti degli avversari. In tutti i casi, Jill riesce ad arrivare in finale e a vincere la seconda Coppa del Mondo della sua carriera.

Il docufilm si conclude con la sua ultima partita con la Nazionale Americana.

Oltre ovviamente ad invitarvi a vedere tutta la serie, ed in particolare l’episodio su Mourinho, personalmente consiglio caldamente di vedere questo docufilm. Ha un montaggio stupendo e racconta la storia e le regole dell’allenatrice in modo molto semplice, incantando lo spettatore con il chiarissimo messaggio di “non arrendersi mai”.

Jill Ellis è una delle più grandi allenatrici della storia del calcio, se non la migliore. Se avete una mezz’ora di tempo godetevi questa fantastica storia in TV.

a cura di Francesco Rosati