Napolifonte: Account Twitter SSC Napoli

La sfida tra Napoli e Juve non ha lasciato molto di cui parlare. Tra due squadre così discontinue avrebbe perso quella meno in grado di nascondere i propri problemi, e sta volta è toccato al Napoli di Gattuso. Il corvo della sconfitta infatti, sorvolando il Mapei Stadium, ha trovato un trespolo, quello azzurro, molto più invitante dell’alternativa bianconera. E la ragione è ben precisa.

Gattuso, che partita volevi fare?

Andrea Pirlo dovrebbe ringraziare l’arrendevolezza tattica di mister Gattuso, che ha fatto scendere in campo giocatori di qualità internazionale, per chiudersi e ripartire. Esattamente, perché la fase difensiva stava anche reggendo, ma lasciare dal primo minuto la partita in mano alla Juve, dopo la scorpacciata di gol contro una Fiorentina travestita da piccola, non è di certo una buona scelta di stile.

Pressing basso e dita incrociate

I giocatori del Napoli parevano essere entrati in campo con la giusta mentalità, il gioco carente non sembrava causa dei timori degli 11 in campo, ma dell’impostazione tattica della gara. Il pressing, mai troppo intenso, iniziava a centrocampo, la costruzione offensiva era povera, non si è fatto perno su Petagna o tessuto chissà quali trame. Come al solito, i trequartisti dovevano far leva sulla loro qualità, ma non si può contendere un trofeo alla Juve se le premesse sono queste. Bisogna essere pronti a tutto, alla sfortuna come alle idee avversarie, e magari, di idee sarebbe utile anche averne.

Nulla di nuovo

Il Napoli ormai alterna partite in cui stravince grazie all’immensa qualità del suo organico, a partite in cui, di fronte ad un avversario ben preparato, non cambia mai ritmo, non offre mai spunti interessanti, semplicemente si affida alle qualità di singoli che contro un sistema di gioco ben collaudato possono fare ben poco. Tranne il 4-0 con un’inguardabile Roma, il Napoli ha perso tutti gli ultimi big match. Il basso possesso palla (anche contro la Fiorentina) e i diversi gol segnati da fuori area denotano una rinuncia sul piano tattico in favore di una libertà di scelte che a calciatori del genere devi per forza concedere, ma non a scapito del gioco.

Tra ricordi ed aspettative

“Mi piacerebbe vedere undici facce di c… che palleggiano in faccia al Manchester City”. Sarri lo disse alla vigilia di una fantastica sfida di Champions, e prima dell’infortunio di Ghoulam, il Napoli ci stava anche riuscendo. Sarebbe irrispettoso nei confronti di Gattuso rimpiangere il passato, ma in certi momenti dei confronti vanno fatti. Gattuso ha portato ordine dove c’era caos, ha dato una seconda vita a tanti giocatori, ma se Sarri imponeva ovunque il proprio gioco, Ancelotti prima del collasso di dicembre 2019 aveva mostrato di saper preparare qualsiasi tipo di sfida, battendo anche il Liverpool. Adesso che il Napoli è guarito, Gattuso deve far vedere che il suo lavoro non si limita alla valorizzazione dei giocatori. La squadra è ricca di risorse, ed è importante ricordare che il totale e la somma dei singoli, spesso, non sono affatto la stessa cosa.