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Cresce l’attesa per Belgio-Italia, e non poteva essere altrimenti. Dopo l’avventura contiana di Euro 2016, infatti, ci ritroviamo di fronte le Furie Rosse di Roberto Martinez. Cinque anni fa, la nostra avventura era terminata proprio ai quarti di finale contro la Germania. Venerdì, invece, la squadra incontrata all’esordio in Francia. Sconfitta per 0-2, reti di Giaccherini e del “ghiaccio per partita” Pellé. Non solo la buona tenuta difensiva e leadership dei sempreverdi Vermaelen e Vertonghen. Nemmeno i tempi di gioco di Tielemans o l’esplosività del bomberissimo Lukaku, ma anche un giovane talento da non lasciarsi sfuggire. Nel match contro la Finlandia, a qualificazione acquisita, il CT ha lasciato spazio a Jérémy Doku, facendolo esordire in una kermesse internazionale di alto livello. 76′ di velocità e grinta sulla fascia.

Doku, dal Beerschot al no al Liverpool

Doku nasce ad Anversa da genitori ghanesi il 27 maggio del 2002. Muove i suoi primissimi passi nel Beerschot, squadra della sua città, prima di essere notato dall’Anderlecht, dove approda per farsi le ossa. Qui, man mano che cresce, si prefigura il suo profilo. La dote che maggiormente stupisce è la rapidità, che lo porta a seminare facilmente gli avversari e puntare verso la porta. Ala di piede destro, si disimpegna su entrambe le fasce, abile nel traversone e nel tenere palla. Molto devoto anche allo spirito di sacrificio, sa giocare di squadra e mettere a referto un’ottima tecnica. Nonostante un’altezza non elevatissima (1,71), abile nella protezione palla e nel far salire la squadra.

Con le giovanili dei biancomalva gioca spesso sotto età, dimostrando grandi doti con tutte le categorie, dall’under 14 e 15 fino ai 17. Nei primi mesi del 2018, la grande opportunità della carriera. A 16 anni, praticamente da fanciullo, arriva la chiamata del Liverpool di Jurgen Klopp, un anno prima del trionfo in Champions League. Jérémy atterra al Mersey side accompagnati dai genitori, Belinda e David, nel magnifico teatro di Anfield Road. Tour al campo e una chiacchierata con il tecnico bavarese, oltre a un giro nella città per visionare il possibile alloggio e scuola dove studiare. Nella testa del giovane, però, scatta qualcosa.

Sente che non è ancora il momento di dire sì. “Non vedo l’ora di allenarmi con l’Anderlecht domani“. Sorprendendo i genitori, nonostante le titubanze della dirigenza belga. Entra in contatto proprio con Lukaku, che lo consiglia tramite video di iniziare a splendere in patria prima di migrare altrove. Seguendo la sua scalata.

Dal record nel debutto al Rennes

Chiusa la parentesi Reds, qualche mese a seguire, è il grande giorno dell’esordio in Jupiler Pro League. 25 novembre 2018, l’Anderlecht affronta e perde contro il Sint-Truiden per 4-0. Sono i minuti finali e Doku taglia la fetta di un record importante: a 16 anni, 5 mesi e 29 giorni, diventa l’ottavo più giovane esordiente nella storia del club. Un dato che da un lato sorprende, ma non se si considera la cultura del club, volta a valorizzare al massimo la fucina di talenti, inserendoli prestissimo nel giro della prima squadra. L’annata successiva entra stabilmente nel giro dei titolari: su 21 presenze, parte 14 volte dal 1′, siglando 3 reti e confezionando 3 assist. In un campionato poi interrotto e mai ripreso a causa della pandemia, sono numeri importanti.

Poco prima della fine, a febbraio 2020 rinnova il contratto. Stavolta, però, è arrivato il momento di spiegare le ali. E lo fa con il Rennes, che arriva a sborsare 26 milioni di euro pur di aggiudicarselo. In Ligue 1 conclude un’ottima prima stagione, mettendo referto 2 reti in 30 apparizioni. I più attenti seguitori, inoltre, lo avranno visto apparire in tutte le 6 gare dei rossoneri in Champions League, di cui due da titolare. Pur non riuscendo ad evitare l’ultima posizione nel girone. Di lui Julien Stéphan, ormai ex guida della compagine, parla così: “Mi ricorda molto Sadio Mané, è un giocatore con un potenziale immenso“. Paragone importante.

Il Belgio

La sua avventura con la Nazionale ha inizio il 5 settembre 2020, quando entra all’80’ nel match esterno di Nations League contro la Danimarca. Nell’incontro successivo sigla un gol contro l’Islanda e si ripete sulla Bielorussia per le qualificazioni a Qatar 2022. Martinez vede in lui qualità importanti e lo inserisce nella rosa di Euro 2020, premiandolo con la titolarità contro la Finlandia. Gara di sacrificio e resilienza, in cui mostra parte del suo potenziale.

Talento nel calcio e nelle precocità, spera di seguire le orme dei big Tielemans e Lukaku. Per dare nuova linfa e vitalità a un Belgio che si avvia verso la piena maturità. Per dire no al Liverpool, d’altro canto, la determinazione non manca.

Di Luca Ripari

Sono Luca Ripari, ho 26 anni e provengo da Perugia. Nel giugno 2019 mi sono laureato in Mediazione Linguistica, in inglese e spagnolo. Ho una grande passione per il calcio, tanto da aver dedicato la mia tesi finale a questo argomento, lo sport interconnesso con società e cultura. Ho iniziato a collaborare con alcune testate e anche la radiocronaca mi appassiona. Mi piace scrivere, raccontare di calcio, viaggiare e leggere.