Spezia

Torna l’appuntamento con la rubrica “Il Quotidiano in Redazione” ed il nostro ospite della settimana è Enrico Lazzeri, direttore di speziacalcionews.it, testata giornalistica online interamente dedicata al mondo Spezia Calcio.

  • Salve Dott. Lazzeri e grazie per aver accettato il nostro invito.

Grazie a voi.

  • Quando e come nasce il progetto speziacalcionews.it?

Nasce nel 2014. Seguo lo Spezia da tantissimi anni, l’ho fatto per Tele Liguria Sud, emittente locale, sia come cronista che come opinionista e conduttore di trasmissioni televisive e poi anche da radiocronista per Astro Radio. Volevo fare un qualcosa di mio che parlasse esclusivamente dello Spezia calcio, senza legarsi ad altri giornali cartacei e locali che parlavano anche di altro, quindi dar vita esclusivamente al primo giornale spezzino che parlasse solo dello Spezia e questo è il nostro intento che sta proseguendo anche in questi anni.

  • Ci parli della sua redazione, quali sono i cardini sui quali si basa un buon prodotto come il vostro?

Il cardine sul quale si basa un giornale come il nostro, dal mio punto di vista, dato che difficilmente, almeno nella nostra zona non è possibile fare un qualcosa che possa permettere di viverci dal punto di vista economico, è sicuramente la passione per la squadra della nostra città, mettendo a disposizione le nostre qualità che pensiamo di avere dal punto di vista giornalistico, facendo diventare il tutto qualcosa di serio, ma che appunto non può far vivere nessuno di noi come attività principale purtroppo, perché nella nostra zona è difficile vivere solo di giornalismo. Questo ci lega, più che altro la passione.

  • Da uomo di comunicazione come lei, quali sono le note positive ma anche le difficoltà che si incontrano svolgendo un lavoro del genere?

Faccio il giornalista da tantissimi anni a La Spezia, sia televisivo che radiofonico e adesso anche con il sito web. La difficoltà è quella di accontentare sempre tutti, è difficile e non si riesce mai a farlo. Ci sarà sempre qualcuno che dirà che sei troppo buono, troppo cattivo, che sei equilibrato, magari dicendoti che sei il giornalista perfetto. Penso sia così per tutti, la nostra è una realtà locale ed il fatto di essere andato sempre allo stadio, fa in modo che molti mi considerino anche e soprattutto un tifoso oltre che un giornalista, e questo in alcuni casi può essere positivo ed in altri casi negativo, dipende sempre da come vieni considerato dalla singola persona, motivo per cui non potrai mai accontentare tutti.

  • Lo Spezia calcio è ormai una realtà che si sta affermando sempre più nella massima serie. A livello comunicativo, com’è stato il passaggio tra le grandi del calcio italiano?

A livello comunicativo, il salire di categoria, ti fa diventare un qualcosa che varia, che cambia con la crescita della squadra stessa. Se passi dalla serie C, nella quale praticamente i discorsi che si fanno sono più locali sul campionato, passando per la B, dove cominci anche ad avere una certa risonanza a livello nazionale, per la trasmissione in diretta sulle piattaforme digitali e quant’altro, la serie A diventa un mondo completamente diverso, perché c’è una medialità completamente diversa. Tutti parlano di te, in qualsiasi trasmissione, a livello nazionale, e quindi a livello locale devi fare un lavoro che cambia, devi introdurti, devi cercare di mediare quello che succede a livello nazionale, cercando di approfondirlo a livello locale, sapendo cosa vuole la gente da te e cosa puoi dare tu alla gente, conoscendo meglio la realtà di cui si parla. Questo è il grande cambiamento, considerando poi che il parco di possibili utenti aumenta, ma sapendo che questi utenti hanno comunque tante voci da poter sentire e tu rimani solo una di queste, e per farti notare devi fare qualcosa di diverso.

  • Come portale di informazione sportiva incentrato su di un’unica squadra, qual è il confine tra l’elemento puramente critico, anche costruttivo, ed il commento invece di parte, secondo lei, nella percezione dei vostri lettori?

C’è sempre la difficoltà di spogliarsi dai panni del tifoso per indossare solamente quelli del cronista o dell’opinionista che parla di calcio della squadra della propria città senza farsi influenzare. Io penso che non esista il cronista che è completamente disinteressato se parla della squadra della propria città, non può farlo, ci sarà sempre quella parte di tifo che influisce in qualche modo. Dal mio punto di vista, noi cerchiamo di portare avanti una politica dell’equilibrio, non alziamo mai tantissimo i toni, poi certo se si è promossi dalla B alla A, i toni sono per forza di cose trionfalistici, però bisogna cercare di rimanere equilibrati il più possibile, senza farsi prendere troppo dal tifo, cercando nello stesso tempo di non farsi prendere troppo dalla critica. Non è giusta, secondo me, la critica eccessiva, soprattutto se si tratta di critica preconcetta, in alcuni casi, magari dovuta al fatto che ci possano essere delle antipatie o situazioni legate non proprio a ciò che si vede in campo, ma quello che magari succede fuori, come in tutte le realtà. Sappiamo bene che se c’è il giornalista che se si fa prendere da questo tipo di discorso, diventa poco lucido non riuscendo più, secondo me, a fare il suo lavoro con serietà. Non bisogna mai farsi prendere dalle questioni personali così come bisogna non farsi prendere troppo dal tifo, serve l’equilibrio che noi cerchiamo sempre di tirare fuori in ogni nostro scritto e considerazione che facciamo, tenendo sempre e comunque in considerazione che l’unione d’intenti a livello locale, è più facile che ti faccia vincere qualcosa che non una critica ossessiva sempre e comunque nei confronti della squadra della propria città.

  • Qual è il vostro rapporto con i tifosi spezzini?

Il rapporto con i tifosi da parte mia è particolare, nel senso che tutti noi nasciamo come tifosi, poi piano piano ci trasferiamo nelle altre zone dello stadio a fare un altro tipo di lavoro. E’ successo a me che per tanti anni ho frequentato la curva, fatto trasferte, poi i distinti e poi mi sono portato successivamente, anche abbastanza presto dopo i vent’anni, a parlare dello Spezia dall’altra parte diciamo. Credo che ci sarà sempre quella parte di tifoseria che ti contesta di essere troppo buonista o la parte di tifoseria che invece ti contesta perché vorrebbe che tu fossi più buonista. Ripeto, non è possibile accontentare tutti, ma io penso che se la gente capisce che tu fai il tuo lavoro con serietà, al di la del tifo, tu sia sempre apprezzato e, da questo punto di vista, credo che la stragrande maggioranza dei tifosi mi riconosca di avere questo equilibrio e questa giustezza nei giudizi e che scriva sempre cose nel rispetto di quello che è il mio ruolo, senza andar dietro a correnti particolari ma sempre andando dietro alle mie idee e al mio modo di pensare.

  • C’è collaborazione tra voi ed il settore della società che si occupa di comunicazione?

La collaborazione con la società credo sia indispensabile quando si fa giornalismo, specie parlando di una squadra sola e specie a questi livelli. Credo sia imprescindibile. Ci sono ottimi rapporti, a maggior ragione che come detto faccio anche trasmissioni televisive. C’è un rapporto, non dico giornaliero ma quasi con l’ufficio stampa dello Spezia per varie argomentazioni o situazione, anche per interviste o per tutto quello che riguarda la medialità in casa Spezia e credo sia indispensabile quando tu parli di una sola società, tirando fuori tutto quello che è possibile per spiegare ai tifosi la situazione di società, squadra e quant’altro interessi lo Spezia.

  • Sul vostro portale è presente un editoriale, una rubrica o un’esclusiva di cui ne è particolarmente orgoglioso?

Penso sia giusto che ogni testa cerchi di ritagliarsi uno spazio, una rubrica, magari perché scrive una certa penna o perché si parla in maniera particolare di un qualcosa riguardante la squadra. Penso che il nostro “Top & Flop” nel dopopartita sia molto seguito, sia subito d’impatto, lo facciamo da sempre ed è uno dei pezzi più seguiti. L’importante è che le rubriche siano fatte con la passione giusta e con la voglia di fare giornalismo nella maniera giusta. Io non sono uno che prediligo, almeno per questa testata, l’articolo a tutti i costi o i 20 articoli al giorno, io preferisco anche un articolo al giorno ma che sia un qualcosa che dia quell’in più o comunque di compendio a ciò che scrivono gli altri, ma soprattutto a quel che è il vivere il mondo dello Spezia. Prediligo la qualità e non la quantità, e questo lo porto avanti con orgoglio.

  • Come valuta la stagione spezzina fino ad ora?

Assolutamente straordinaria. Io sono ottimista di natura, quindi ad inizio anno non ho fatto articoli o editoriali in qui dicevo che il nostro sarebbe stato un campionato costellato da disgrazie, da retrocessione certa. Devo dire che ho sempre guardato con interesse al valore dell’allenatore, mister Italiano, perché penso sia davvero il valore aggiunto di questa squadra e credo che non ci vuole tanto a pensare che possa diventare uno degli allenatori più importanti a livello nazionale. Gli auguro di fare una carriera straordinaria, diventerà uno degli allenatori più importanti. Partendo da questo presupposto ero convinto che qualsiasi giocatore avesse a disposizione lui avrebbe cercato di valorizzarlo al 100% e ce l’ha fatta quasi con tutti, nonostante lui sia partito con una rosa di 34 giocatori e poi ridotta solamente a 30 nell’ultimo periodo dopo il mercato di gennaio. Io penso che l’aver valorizzato tanti giocatori che aumenteranno di valore, alcuni anche in maniera esponenziale, fa si che lui sia sicuramente il punto di forza di questa squadra ma ci metto anche il lavoro di Mauro Meluso, il direttore generale dell’area tecnica, che ha acquistato 19 giocatori a settembre in meno di un mese, facendo un lavoro importante e sbagliandone pochissimi, alcuni per problemi fisici che hanno avuto e solo uno forse per le qualità tecniche non all’altezza della situazione e anche qualità caratteriali. Il lavoro della società, anche se poi è cambiata durante l’anno e vedremo che succederà per quanto riguarda i nuovi, credo che sia in tutti questi punti che ci sono sinora e che ci portano vicini alla salvezza.

  • Un suo pensiero su questa Serie A segnata dal covid.

Personalmente noi stiamo vivendo la prima Serie A della nostra storia in una situazione completamente particolare. Non so dire se allo Spezia sia stata una cosa più positiva che negativa quella di giocare senza pubblico. So solo che normalmente lo stadio piccolo influisce perché i tifosi sono vicini e poi c’è questo rapporto, questa simbiosi che si è creata anche dopo la vittoria dell’anno scorso, nonostante gli ultimi mesi siano stati senza pubblico anche quelli, con una festa fantastica a fine anno. Ci si aspetta tutti una grande festa per un’altra promozione, perché così si può considerare la salvezza di quest’anno, e soprattutto una prossima annata, speriamo ancora con mister Italiano e con il pubblico sugli spalti perché a tutti ci è mancato tantissimo. Il calcio senza pubblico è una cosa diversa e per questo sono curioso di vedere lo Spezia con i tifosi l’anno prossimo, magari anche rinforzato con qualche giocatore in più di qualità ma certamente con questa voglia di giocare e di farsi notare, ma non per un tipo di gioco fine a se stesso, ma proprio per un’idea di gioco, veramente convinta. La voglia di gioco e di mettersi in mostra di tanti giocatori che secondo me faranno un’ottima carriera.

Grazie Direttore, è stato un piacere entrare, tramite le sue parole, nella redazione di speziacalcionews.it, così come ascoltare il suo punto di vista su tematiche d’interesse comune riguardo l’informazione sportiva in Italia.