Inizia oggi una nuova rubrica dedicata al mondo redazionale dei siti di informazione sportiva, una realtà che in Italia ha preso piede in lungo e in largo, grazie soprattutto alla grande passione che il popolo del Bel Paese nutre nei confronti del calcio, in primis, ma anche della sfera sportiva in generale.
In questo primo incontro siamo lieti di ospitare il Dott. Antonio Parrotto, direttore della testata giornalistica online SassuoloNews.net.
- Salve Antonio e grazie per aver accettato di partecipare a questo nuovo format de ilcalcioquotidiano.it
Grazie a voi per l’invito e vi faccio i complimenti per questa iniziativa bella e originale.
- Iniziamo quindi con il chiederle: Come nasce SassuoloNews.net?
SassuoloNews.net nasce innanzitutto da una mia esigenza personale. Nei primi anni di ‘carriera’ ho lavorato molto da casa e mi mancava il contatto ravvicinato con lo stadio, gli allenamenti, le conferenze, le partite delle giovanili, i calciatori, i tecnici ma anche gli addetti stampa. Diciamo che volevo fare il giornalista a tutti gli effetti. Io sono di Casarano, nel Salento, e mi sono trasferito a Parma negli anni dell’Università. Ho iniziato la mia avventura da giornalista 9 anni fa, facendo l’inviato per le partite interne del Sassuolo, nell’anno della promozione dalla B alla A, quando i neroverdi giocavano al Braglia di Modena. Dunque mi sentivo legato a questa squadra e ho voluto scommettere su me stesso, ricominciando praticamente da zero. Ho scelto Sassuolo anche per la presenza di altri progetti con un’idea editoriale differente dalla mia (con questo non sto dicendo che la mia idea sia migliore delle altre ma semplicemente ho una visione diversa) provando a portare in una piazza particolare la mia idea, la mia ambizione personale e la mia voglia di crescere e imparare.
- Un buon prodotto come il vostro è dato sicuramente anche da un gran lavoro di squadra e dalle persone che la compongono, qual è il segreto del suo gruppo?
Io credo che alla base di un buon progetto ci siano essenzialmente poche cose: l’organizzazione, l’unità di intenti, la cura dei dettagli e il sorriso. Credo che questi aspetti siano molto importanti per portare avanti un progetto lavorativo. Bisogna essere ben organizzati, avere a cuore le cose che si devono fare per non tralasciare il più minimo dettaglio perché questo può servire a fare la differenza. Così come il sorriso, altro aspetto fondamentale, non solo in ambito lavorativo ma più in generale nella vita.
- Tra rubriche ed esclusive varie sul vostro portale, qual è stato l’argomento che l’ha intrigata di più e quale, secondo lei, quello che ha destato maggiore interesse tra i vostri lettori?
Sicuramente quella che mi avrebbe intrigato di più è quella che non mi hanno fatto fare. Volevo lanciare la rubrica “Il bicchiere dello staff” con un’intervista settimanale o mensile a un membro dello staff del Sassuolo davanti a un bicchiere di vino, d’acqua, di birra, per raccontare i vari aspetti della loro vita professionale e non, ma non ho trovato disponibilità da parte del club. In realtà, per scelta, non abbiamo delle rubriche particolari. Puntiamo tanto sulle esclusive, siano esse interviste ad agenti o a ragazzi di proprietà del Sassuolo ceduti in prestito, o indiscrezioni di mercato e spesso e volentieri suscitano l’interesse dei nostri lettori.
- In un’epoca in cui è la tecnologia a farla da padrone, com’è fare comunicazione in rete, e secondo lei quali sono i pro ed i contro?
Io sono un fautore della tecnologia, sono felice del progresso. Spesso la novità fa paura, ci spaventa, ma ci rendiamo conto dei suoi benefici solo dopo un po’ di tempo. Fare comunicazione in rete non è uno scherzo. A volte molte cose vengono sottovalutate perché ci vogliono 5 secondi per aprire un sito web, uno per aprire una pagina sui social. Il proliferare di siti di informazione è sicuramente un vantaggio e un grande segno di progresso però bisogna stare attenti. Sicuramente il web ha velocizzato tutto. Una notizia scritta in questo momento fra tre minuti potrebbe diventare già spazzatura, potrebbe già essere superata. Ma il vituperato web ha reso l’informazione accessibile a tutti. Poi sta anche al lettore non cadere nelle trappole della rete. In soldoni il web è uno strumento, che sicuramente andrebbe regolamentato, ma se usato nella maniera corretta è molto utile e ha reso e rende il mondo migliore, compreso quello della comunicazione.
- Il Mapei Stadium nasce dalle ceneri del vecchio Stadio Giglio, primo esempio di stadio di proprietà nell’Italia del dopoguerra. Quali sono per lei i vantaggi reali di una società di possedere un impianto proprio, specie in una realtà ostica a riguardo, come quella italiana?
In Italia, dispiace dirlo, siamo indietro sotto tanti aspetti. La burocrazia è uno dei mali del nostro Paese. Ormai avere uno stadio di proprietà dovrebbe essere all’ordine del giorno ma purtroppo non è così. Squinzi era un visionario ed è stato sicuramente uno dei primi a investire nelle infrastrutture, ha comprato uno stadio e ha costruito il Mapei Football Center, il centro sportivo del Sassuolo, un vero e proprio gioiellino. Tra i vantaggi nel possedere un impianto di proprietà sicuramente quelli economici, ormai fondamentali per far crescere ma anche solo per gestire i club di calcio, che sono delle aziende. Riuscire a far vivere lo stadio 365 giorni l’anno è un bisogno primario per le società calcistiche. Penso anche all’esempio della Juve che in questi 10 anni è riuscita a creare un fortino allo Stadium, una simbiosi praticamente perfetta tra squadra e tifosi.
- Che tipo di rapporti ha la vostra redazione con la società neroverde?
Il Sassuolo è una famiglia e un po’ sentiamo di farne parte anche noi. Siamo in buoni rapporti con la società e con chi gestisce la comunicazione del club. Questo naturalmente non ci impedisce di esprimere liberamente la nostra opinione, di criticare laddove ce ne fosse bisogno.
- E’ cambiato il modo di fare comunicazione nell’ultimo anno e, se si, come?
Sì, purtroppo è cambiato tanto. Noi ad esempio seguivamo la prima squadra in casa e in trasferta. Abbiamo seguito nei primi due anni anche il ritiro di Vipiteno. Siamo stati presenti agli eventi. Ora si fa poco o nulla di tutto questo. Le interviste, le conferenze stampa, i ritiri, è cambiato tutto, si fa tutto online e non è la stessa cosa. Speriamo che si possa tornare presto alla normalità perché il nostro lavoro ha sicuramente tanti aspetti negativi ma il contatto con i protagonisti è un aspetto primario.
- Passando al calcio giocato, come valuta fin qui la stagione del Sassuolo e dove pensa possa arrivare quest’anno?
Devo essere onesto: credevo nella qualificazione in Europa del Sassuolo. Visto il finale di stagione dell’anno scorso, vista la conferma in blocco di squadra e allenatore, credevo che ci fossero tutte le carte in regola per finire nei primi 7 posti della classifica. Ora il Sassuolo è in lotta per confermare la posizione dell’anno scorso, l’ottavo posto, di fatto uno Scudetto per la formazione neroverde. Il Sassuolo è espressione di una cittadina di 40mila abitanti, è vero che ha alle spalle un colosso come Mapei, ma è una squadra che si è affacciata in Serie A solo da 8 anni, compreso quello in corso: una volta è arrivata sesta, un’altra ottava e nelle altre 5 occasioni è finita nella parte destra della classifica. Dunque, alla fine dei conti, che sia ottavo o nono posto, o anche decimo, credo che i tifosi debbano comunque essere contenti di quanto fatto.
- Locatelli ha segnato da poco il suo primo gol in Nazionale, quali sono le aspettative attorno a questo giovane talento?
Si può dire che in questi tre anni a Sassuolo abbiamo visto crescere, cadere, crescere nuovamente e infine sbocciare Locatelli. Come la fenice è rinato dalle sue stesse ceneri. Ha trovato l’ambiente ideale per lavorare nella maniera più adatta a lui e per sviluppare il suo talento. Nell’ultimo anno e mezzo ha fatto il salto di qualità, ha trovato quella continuità che gli serviva per approdare in una grande squadra. E penso che il destino, tra qualche mese, sarà proprio questo. Ed è tutto meritato.
Grazie direttore per quest’incontro, è stato un piacere ascoltare il suo pensiero su vari temi, così come inaugurare con lei il primo appuntamento de “Il Quotidiano in Redazione”.