Il 2020 ha portato alla luce diversi talenti del calcio scandinavo, Haaland su tutti, ma si sono messi in mostra anche Kulusevski, Hauge ed altri giovani che in questo decennio potranno rilanciare l’estremo nord agli occhi degli appassionati di calcio. Potremmo infatti trovarci di fronte ad una svolta, che da qui ai prossimi anni potrebbe modificare gli equilibri e regalare alle nazioni scandinave una rapida ascesa nel calcio internazionale.
I “nostri” giovani scandinavi
In Italia di fiori scandinavi pronti a sbocciare ne abbiamo eccome. Alla Sampdoria ci sono il norvegese Thorsby, classe ’96, ed il danese Damsgaard, centrocampista ventenne tra le migliori rivelazioni del campionato. Scendendo a Bologna troviamo Svanberg, centrocampista nato nel ’99, che vanta la corte del Milan in chiave mercato. Ai giovani dell’Atalanta bisogna sempre stare attenti, e il danese classe ’97 Maehle, arrivato a dicembre, potrebbe rivelarsi un profilo interessante nel girone di ritorno. Sommati a loro i precedentemente citati Hauge e Kulusevski, l’Italia sembra essere uno dei paesi più interessati quando si parla di talenti del calcio scandinavo.
Le motivazioni
L’esplosione simultanea di questi giocatori non può essere un caso, eppure nessun paese scandinavo figura tra i 10 che secondo la UEFA hanno investito maggiormente sui settori giovanili. Viene da pensare allora che sia una questione di risorse. Mentre in diversi paesi non si ha la cultura della conservazione dei beni pubblici, nel nord Europa i campetti di periferia sono sacrosanti. Lì inoltre i ragazzi hanno a disposizione molte strutture al chiuso per giocare anche nei mesi più freddi. L’esempio più lampante è Solna, quartiere di Stoccolma ed oasi del calcio di periferia svedese, dove peraltro sorge la Friends Arena, casa della nazionale gialloblu e dell’AIK Solna.
Prospettive future
Le nazionali svedese e norvegese stanno costruendo delle formazioni niente male, e se i giovani cresceranno bene, potremmo assistere in futuro a qualcosa di simile alla Croazia del 2018, rivelazione dei mondiali con tanti validi giocatori e qualche top player. Ma il futuro non si fa interessante solo per le nazionali. La Conference League dal prossimo anno potrebbe rappresentare una grossa opportunità per squadre come il Midtjylland, o il Malmoe, insidiose in Europa League, e possibili mine vaganti nella futura terza competizione europea.
Non ci resta che attendere
In giro per l’Europa la situazione dei giovani nordeuropei è sicuramente da monitorare. In Spagna e fuori sono pronti a scatenare feroci aste per lo svedese Isak, ed occhio ad Odegaard, talento norvegese non da meno. Al Tottenham, Hojbjerg è diventato un centrocampista da big, perfetto da affiancare ad Eriksen in nazionale. La prima svolta calcistica degli anni ’20 di questo secolo potrebbe essere la consacrazione di diversi calciatori scandinavi e un rimescolamento delle gerarchie internazionali, sia tra le nazionali che tra i club. A noi, semplici appassionati, non resta che aspettare, e capire se si tratta di un fuoco di paglia o di un percorso a lungo termine.