“Che ne dici, ci vediamo domani?”
“Mmmh, domani sera è domenica, c’è il calcio, il posticipo!”
“Magari lunedì?”
“Eh guarda non riesco, ci sta il Monday Night!”
“Martedì allora?”
“Come dirti, ho la sera occupata da martedì al giovedì per il calcio europeo. Ah settimana prossima poi non mi contare, ci sta il turno infrasettimanale!”
“Ho capito, a mai più rivederci con te…“.
Semplice appassionato o giornalista di calcio, questa potrebbe essere una classica conversazione di coppia. Iniziamo questo articolo in maniera un po’ inusuale per trattare un tema che veramente può trarre vari spunti di riflessione: il calcio congestionato. Tanto chiacchierato dagli allenatori, per una volta proviamo a spostarci dal punto di vista tecnico a quello dell’utente, del grandissimo pubblico che ruota attorno al mondo del pallone.
Una lotta all’ultimo respiro per combinare impegni per vedere il calcio di tutti i tipi. Spesso si inizia il venerdì sera, si prosegue l’intera giornata di sabato e domenica per poi chiudere con il fatidico Monday Night (altra parola scopiazzata da un inglese sempre più invasivo). Poi si continua con la settimana delle coppe, calcio estero e via con la nuova giornata. Calcio tutti i giorni, quasi a tutte le ore, ormai anche all’ora di pranzo (sì, ormai nemmeno si può mangiare in pace). In questa occasione, però, non vogliamo solcare di nuovo la strada del “il calcio è del popolo”, questioni di ricavi e di denaro che smuove l’universo. Ne abbiamo già trattato allo sfinimento.
Il punto di vista è semplicemente di un fruitore comune, o anche un giornalista, perché no, in continuo controllo dell’orario e dell’evento da seguire. Da panem et circensem a a panem e calcio. Un complicato e fitto calendario dal quale è difficile districarsi. Con buona pace degli impegni sociali, si è costretti a fare le ore piccole per potersi occupare di “altro”. A lungo andare, tutta questa pressione, questo groviglio, non potrebbe portare lo spettatore a demotivarsi? Siamo passati dal quasi nulla al tutto, dalle gare di domenica alle 15:00 per poi passare a uno spezzatino completo. Delle volte, anche troppo indigesto, tanto per tornare al tema lunch match.
Scriviamo di questo ciò perché almeno dal punto di vista personale, che può sicuramente non essere concorde ad altri membri della redazione, porta a una relativa stanchezza. Stanchezza per vedere in continuazione il campo verde, dopo un mese scarso di pausa dal post-Europeo. Stanchezza, forse anche un po’ di apatia che la situazione pandemica ha causato. L’idea di rituffarsi in un Fantacalcio anch’esso senza sosta o quasi, il tempo di digerire la sconfitta e schierare di nuovo una nuova formazione. Ogni maledetta domenica può cambiare titolo: ogni maledetto giorno. L’inerzia può sostituire la passione e questo non dovrebbe mai accadere.
Tra diritti TV e denaro, si comprende, con fatica, che oramai si professa un calcio antico, che probabilmente non esiste più. Eppure, per una volta, senza stress, quanto sarebbe apprezzabile godere di un ritmo più sostenuto? Di una bella diretta gol, tutte le gare alle ore 15:00? Di un calcio più semplice, senza eccessivi tatticismi, volto puramente alla sua essenza? Per poterci far dire nuovamente che il calcio è semplicemente più di uno sport. Metafora quotidiana della vita.