stefano discreti

Cristiano Ronaldo non è più il numero 7 della Juventus. A cinque giorni dalla chiusura del mercato, la dirigenza bianconera impone a Jorge  Mendes un impetuoso aut aut che si concluderà con il ritorno di Cr7 al Manchester United, proprio lì, da dove tutto ebbe inizio. (E non solo sul campo, date un’occhiata ai social… ndr).

Nessuno ne esce indenne, e le colpe vanno divise equamente fra giocatore e società.

Ne parliamo con il giornalista e scrittore Stefano Discreti.

Fra le sue collaborazioni: Sport Mediaset e Calciomercato.com

L’addio di Cristiano Ronaldo alla Juve: fulmine a ciel sereno di una sera d’estate o tempesta già preannunciata?

“Con il ritorno di Massimiliano Allegri sulla panchina della Juventus era una cosa ampiamente prevedibile”.

Possiamo affermare che quello fra Cr7 e la Juve sia stato un matrimonio nato male fin dal principio?

“In parte sì, ma in quel momento era un rischio che ci poteva stare. La Juve era arrivata ad un passo dal sogno Champions e si è tentato l’ALL IN ingaggiando il più forte al mondo. Certo con il senno di poi si può tranquillamente dire che aveva ragione Marotta”.

 È stata comunque l’operazione del secolo?

“Sicuramente una delle più importanti di sempre”.

 Domanda impertinente, Cristiano Ronaldo era un giocatore da Juve?

“Sì, assolutamente sì. Ma gli andava costruita una squadra intorno che lo mettesse in condizione di risultare decisivo anche in Europa. A Madrid senza Ramos, Kroos, Casemiro e Modric per dire non sarebbe mai riuscito a vincere da solo. Se prendi Ronaldo e poi gli metti accanto Ramsey, Rabiot e Arthur poi non puoi prendertela con lui se non vinci nulla in Europa”.

Nell’occhio del ciclone ora è l’ex numero 7 bianconero, la Juve ne uscirà indenne o anche la Vecchia Signora ha le sue colpe?

“Certo che anche la Juve ha le sue colpe. Una dirigenza esperta e preparata non arriva a cinque giorni dalla fine del mercato per porre un aut aut al procuratore del suo giocatore più forte.
Con Boniperti, Moggi o Marotta una cosa del genere non sarebbe mai capitata”.

Come sarà la Juve senza Cr7? Tornerà a essere al centro del progetto il “gruppo” e non più il singolo?

“Sicuramente una Juventus nettamente più debole a livello tecnico, una squadra sulla carta meno competitiva in Europa. Toccherà ad Allegri colmare questo ulteriore gap creando uno spirito di gruppo importante, d’altronde il tecnico toscano in questa seconda esperienza sulla panchina bianconera si gioca gran parte della sua attendibilità da allenatore”.

 Uno sguardo ai sorteggi di Ucl, le tue considerazioni…

Il Chelsea campione in carica in questo momento è inarrivabile per la Juventus ma non arrivare almeno secondi in questo girone sarebbe un fallimento epocale per la Vecchia Signora”.

Mancano tre giorni alla chiusura del Calciomercato, dobbiamo aspettarci un colpo in entrata?

“Se ci basiamo sulla tempistica per l’ingaggio di Locatelli no, ma con l’uscita di Ronaldo almeno un attaccante lì davanti deve entrare per forza”.

 Fra Kean e Icardi chi sceglieresti?

“Entrambi, infatti forse l’unico modo per far sembrare i due calciatori un vero rinforzo per la Juventus è ingaggiarli entrambi se possibile”.

Stefano Discreti, grazie per la tua disponibilità.

Grazie a voi”.