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Il 20 agosto del 1920, in Cile, viene fondato il Club Deportivo Palestino. Un club unico al mondo, in quanto rappresentativo di un intero popolo, e delle sue istanze, nonostante ci siano ben 13.000 chilometri di distanza da quella che potremmo considerare, a ragion veduta, la madrepatria. 

In Cile, in realtà, risiede la comunità palestinese più grande del mondo, e gli antenati di questa importante fetta di popolazione risalgono ad oltre un secolo fa. Il massimo campionato calcistico cileno, per altro, non è estraneo a questo genere di squadre: basti pensare ad esempio all’Audax Italiano e all’Union Espanola, anch’esse nate grazie alla volontà di altre due importantissime comunità di immigrati che si sono stabilite in Cile.

Il Deportivo Palestino, però, è molto più di una semplice squadra sportiva. D’altronde il “Más que un equipo, todo un pueblo“, il motto che accompagna il club ormai da diversi anni, è più che esplicativo. Così come lo sono i colori sociali della squadra, che riprendono fedelmente quelli della bandiera palestinese. Rendendo ulteriormente unica e significativa la storia di questo club.

In occasione dei 101 anni di storia del Palestino, abbiamo dunque contattato Carlos Peña, il più grande collezionista al mondo di magliette di questo club e, ovviamente, tifosissimo della stessa squadra. Particolarmente conosciuto sui social con il nome “Museo Tricolor“, Carlos ci ha raccontato della sua profonda passione per la “camiseta” del Palestino  e ha avuto modo di approfondire ulteriormente con noi la storia del club cileno, vincitore, tra l’altro, di ben 2 titoli nazionali e di 3 Coppe del Cile.

Ciao Carlos. Innanzitutto grazie mille per aver accettato di rispondere alla nostre domande. Partiamo dal principio: quando e perché è nata questa passione per il Palestino e, soprattutto, per le maglie di questo storico club?

“La mia passione per il Palestino inizia alla fine degli anni ’80, perché la vicinanza che avevo da casa allo stadio mi dava la possibilità di poter andare spesso a vedere le partite con la mia famiglia. Poi, già dal 2012, ho iniziato a raccogliere le maglie del Palestino, più che altro per averne alcune per andare allo stadio o per giocare a calcio. Ma poi ho iniziato  a ricercare i gioielli e le maglie storiche e ho comunicato a vedere questa cosa come una partecipazione alla storia del Club”

Cosa rappresentano, per i tifosi del Palestino, questa maglia ed i suoi colori?

“La maglia stessa rappresenta un Popolo, una Nazione che dista più di 13.000 km, con persone che combattono ogni giorno contro l’oppressione di Israele. Un qualcosa che ogni tifoso del Palestino ha legato all’essere sostenitore di questo club.”

Más que un equipo, todo un pueblo” (Più che una squadra, tutto un popolo): cosa significa questa frase per te e per i tifosi del Palestino?

“La frase significa che noi rappresentiamo la Palestina, siamo una seconda squadra per loro. Siamo solidali per tutte le ingiustizie che sono costretti a subire e diamo loro delle gioie attraverso il calcio, portando la bandiera palestinese nei tornei internazionali”

Puoi raccontarci brevemente la storia della maglia di questo club?

“Beh, all’inizio la maglia era solo di due colori, metà bianca e l’altra rossa. Successivamente venne modificata con i colori bianco, rosso e verde, come la bandiera. Inizialmente con il bianco come colore principale, ma poi è arrivato anche il nero, per la seconda maglia, che è stata ben accolta dai fan.”

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Quante magliette del Palestino possiedi attualmente?

“Ne possiedo circa 200.”

Quale, tra queste magliette, è quella a cui sei maggiormente legato? E perché?

“Quella del 1978, quando il Palestino è diventato campione del Clle grazie ad una grande squadra che ha anche ottenuto un record di imbattibilità di 44 partite (record tutt’ora mai superato nel campionato cileno), con risultati che l’hanno resa una super squadra. Pur non avendo un design eclatante, è importane il valore simbolico.”

E quali sono, invece, i giocatori della storia del Palestino più importanti per te? E per quale motivo?

“I Giocatori storici sono Roberto Coll, Oscar Fabbiani, Elías Figueroa, Luis Jiménez: che hanno tutti condotto il Palestino a vincere un trofeo negli anni passati.”

La tua è senza dubbio una collezione speciale. Quanti altri collezionisti di maglie del Palestino conosci o ci sono in giro per il mondo?

“Sono pochi, ne conosco 7 che hanno un numero considerevole di maglie, e 2 di loro non sono in Cile”

Il 20 agosto il Club Deportivo Palestino ha compiuto 101 anni. L’anno scorso, in occasione del centenario del club, hai avuto l’opportunità di allestire un museo virtuale per celebrare l’importante anniversario (cliccare qui per visitarlo). Ci racconti questa esperienza? Come è nata questa idea e come l’hai sviluppata?

“Questo Museo, in realtà, doveva essere realizzato in altro modo, ma a causa del problema della Pandemia, è stato sviluppato in maniera virtuale. La proposta è arrivata direttamente dalla dirigenza del Palestino che mi ha contattato e mi ha fatto scegliere 100 magliette per il Centenario: è stato qualcosa di molto bello ed è un’iniziativa che è ancora disposizione di tutti sul sito ufficiale del club. Sono molto orgoglioso di aver contribuito a questa idea”.

E invece riguardo alla polemica sui numeri sostituiti con la mappa della Palestina (nel 2014) sulle magliette del Palestino, cosa ne pensi? Puoi dirci cosa è successo?

“Per quanto riguarda il cambio del numero 1 con la Mappa del Territorio della Palestina, è stato un qualcosa che ha avuto un impatto molto importante. L’idea era quella di manifestare la propria vicinanza e la propria appartenenza all’identità che rappresenta questa squadra, ma è stata invece considerata come una provocazione ed il club è stato  addirittura multato con una sanzione pecuniaria e l’obbligo di modificare il design delle maglie. In tutti i casi, però, la questione ha avuto un grossissimo risalto, sia in Cile che all’estero.”

E infine, tornando ai giorni nostri, il Palestino al momento non sta ottenendo ottimi risultati in campionato e ha addirittura sostituito l’allenatore della squadra. Come pensi che finirà la stagione?

“La stagione non è stata delle migliori, ma dopo aver ottenuto una striscia vincente si può lottare per i posti nelle Coppe Internazionali. Speriamo che il cambio di allenatore favorisca il gioco del Palestino, che ha comunque una buona rosa”.

Grazie mille Carlos per la tua disponibilità. Un saluto e un grande abbraccio direttamente dall’Italia.

“Grazie a te. Un grande abbraccio a distanza”

Di Daniele Caroleo

Giornalista pubblicista. Direttore Responsabile de "Il Calcio Quotidiano"