Il periodo tra le festività natalizie e quelle di fine anno spesso coincide con lo stop dei maggiori campionati d’Europa. Una sosta dovuta non solo per ripristinare le migliori condizioni fisiche e psicologiche ma anche per le avversità atmosferiche che rendono proibitivo la pratica calcistica. Anche se per questo sport, di impossibile, pare non esserci nulla. Come il mega-party organizzato da Neymar (già positivo al Covid nel mese di settembre) in una discoteca nei pressi di Rio de Janeiro che dovrebbe durare sino alle prime ore del 2021. Da oltre oceano arrivano le ecumeniche smentite, ma credono di parlare ai marziani se non sapessimo cosa significa una maxi-festa da quelle parti. PSG su tutte le furie (ma ormai comandano i calciatori). Oppure come il campionato già giocato in Groenlandia, nazione autonoma facente parte del regno di Danimarca. Nell’isola più grande del mondo, ma con una popolazione inferiore a quella di Legnano, resiste ancora il sogno dell’ammissione alla FIFA cosa che, comunque, deve passare per il primo grande ostacolo: il riconoscimento dell’UEFA. In Groenlandia tutto ciò è ancora una chimera perché il clima artico, le nevi perenni, il freddo costante rendono quasi impossibile il gioco, che viene praticato su terreni sabbiosi, dove gli infortuni sono sempre dietro l’angolo. Per le otto finaliste, sopravvissute ai tornei locali di qualificazione, tutto si compie in un baleno. La formula, serratissima, prevede due gironi, con gare di sola andata, nell’arco di quattro giorni. In attesa di autorizzazioni che, probabilmente, non arriveranno mai, la nazionale groenlandese dovrà accontentarsi di partecipare al Viva World Cup, organizzato ad hoc per tutte quelle nazioni non riconosciute. Dal pack artico ai verdi campi italiani. Da segnalare il meritato primato del Milan, non proprio la primissima scelta nelle griglie pre-campionato e le inusuali difficoltà della Juve, che vince poco e pareggia molto (ben sei volte). Oltre a quanto non convince dei bianconeri, una spina nel fianco anche da parte dell’autorevole quotidiano britannico The Guardian. Uno dei maggiori columnist, Jonathan Wilson, si è lanciato in un giudizio sprezzante, per certi versi gratuito, su gioco e guida tecnica: “la Juve………si è auto-handicappata scegliendo un tecnico alle prime armi………”.
Nel panorama nazionale vanno assegnate due note di merito ed altrettante di demerito. Sugli scudi Sassuolo e Benevento, fin qui protagoniste di performances di prim’ordine. I ragazzi di De Zerbi, ripartiti a razzo con la vittoria esterna sulla Sampdoria, tra la 10^ e la 13^ giornata hanno avuto una leggera flessione, cosa che ha impedito maggiori altitudini. I sanniti invece sono stati autori, se paragonati al valore complessivo della rosa ed i mezzi a disposizione, di un campionato esaltante. Mister Pippo Inzaghi ha costruito una squadra non soltanto battagliera, che ha il coraggio per misurarsi alla pari anche con squadre di maggiore caratura. Il risultato sono le 5 vittorie ottenute, due delle quali consecutive con identico punteggio (2-0 con il Genoa e a Udine). Il biasimo è tutto per il Napoli. Da più parti accreditati per i primissimi posti, gli azzurri, con le ultime prestazioni, hanno lasciato tifosi e stampa senza parole. La squadra di Gattuso è apparsa d’improvviso lenta, involuta tatticamente e tecnicamente, incapace di creare gioco ed occasioni. Il Torino poi è un caso a parte. Non avevamo mai visto il Toro in posizione così avvilente. Ultimo in classifica, con una sola vittoria all’attivo e di gran lunga la peggior difesa del campionato. Ben venga la sosta. Rechiamoci in Francia. In Ligue1 festeggiano Lilla e Lione, appaiate in testa. Fanno scalpore le 4 sconfitte rimediate dal PSG che, con quell’organico, in un campionato invero modesto, appaiono un’enormità. Il Marsiglia, dovendo giocare altre due partite, potrebbe migliorare l’attuale 5° posto. In Liga padroneggia l’Atletico di Madrid anche in virtù di una difesa al titanio. Solo cinque le reti subite. Nonostante il primo posto condiviso con il Real (cinque vittorie consecutive), gli uomini di Simeone dovranno recuperare altre due partite. Non sappiamo se fa più stupore il 14° posto del Valencia (3 punti nelle ultime 5) o il momentaneo 5° posto del Barcellona con sole 7 vittorie e ben 4 sconfitte. Miglior attacco per i blaugrana, ma capaci di perdere in questo mese anche contro il non irresistibile Cadice (2-1). Nulla di nuovo in Bundesliga. Il Bayern è sempre noiosamente primo seppure con un dicembre al ralenty, visti i pareggi consecutivi con Lipsia e Union Berlino. Fa sensazione il tonfo del Dortmund che, dopo un inizio sfavillante, è franato collezionando 5 sconfitte, delle quali ben tre nelle ultime cinque partite. Il Signal Iduna Park è stato una Waterloo per il Borussia, che prima si è arreso al modesto Colonia (1-2), per poi franare rumorosamente con lo Stoccarda (1-5). Del 18 dicembre scorso invece l’ultima sconfitta sul campo dell’Union Berlino (2-1). Se la passa maluccio il Werder Brema 13° con quattro sconfitte nelle ultime cinque gare. Peggio di tutti il derelitto Schalke, ultimo per distacco con soli 4 punti e zero vittorie (04 appunto!). La Premier merita un discorso a parte. In Inghilterra si gioca sempre, indefessamente, ed ogni discorso può essere ribaltato il giorno dopo. Merita attenzione il primo posto del Liverpool, anche se i Reds hanno premuto il freno, incappando in un pessimo pareggio interno (1-1) contro il West Bromwich, penultimo della classe. Caustico Klopp nel commento: “Il WBA ci ha affrontato con il 6-4-0”. Più tranquilli i tifosi del Leicester. The Foxes stazionano in seconda posizione e vorrebbero ripetere le gesta del 2016 anche se le 5 sconfitte rappresentano una zavorra per il volo. Esaltante la cavalcata dell’Everton, riportatosi in alto dopo una crisi patita tra ottobre e novembre con tre sconfitte consecutive. Saltato per Covid-19 il Monday night proprio tra i Toffees di Ancelotti ed il City di Guardiola. Focolaio interno per il Manchester che ha chiesto e subito ottenuto dall’Everton il rinvio della partita. Un deciso segnale di stile per quanto accaduto nei nostri campionati nazionali. Mourinho manca l’aggancio alla zona Champions pareggiando, a onor del vero, sul sempre ostico terreno dei Wolves. Tottenham in vantaggio per quasi tutta la partita, raggiunto solo nel finale dal difensore marocchino Saiss. Fa impressione la classifica dell’Arsenal (15°). Ossigeno puro per i Gunners il 3-1 ai danni di un enigmatico Chelsea. Lampard proprio non riesce ad arginare il lento declino dei Blues, con tre sconfitte nelle precedenti 4 partite ed il quinto pareggio della stagione (1-1) appena ottenuto allo Stamford Bridge contro un ottimo Aston Villa. In agguato le due di Manchester (27 punti lo United, 26 il City) che sono in ritardo di uno o addirittura due turni rispetto alle altre.
Non c’è trippa per i gatti d’Olanda. L’Eredivisie sarà sempre Ajax – PSV o viceversa, con la squadra di Eindhoven in rimonta (13 punti a 10 nelle ultime 5).
In questa settimana si continueranno ad aprire pacchi. A chi l’agognato regalo a chi il solito carbone.