napoli SassuoloFonte: sito ufficiale U.S. Sassuolo

Una squadra che ha stupito tutti in questa prima parte di stagione è sicuramente la nuova versione del Napoli di Gattuso, che secondo i più ha tutte le carte in regola per giocarsi lo scudetto con le più accreditate. Il percorso dei partenopei fin qui, esclusa la questione della sconfitta a tavolino con la Juve, è stato quasi perfetto. Gli unici punti persi fino ad ora dagli azzurri risalgono alla sfida interna con il Sassuolo dell’1 novembre. 

La squadra di De Zerbi si è imposta per 0-2 al San Paolo confermandosi saldamente al secondo posto dietro al Milan. Al termine del match, Rino, sempre onesto e trasparente nell’analizzare l’incontro, ha ammesso di aver perso meritatamente contro una squadra molto organizzata come quella di Roberto De Zerbi. Tuttavia le premesse non erano affatto incoraggianti, viste le assenze di tre assi come Berardi, Caputo e Djuricic. Questi tre erano stati capaci fino a quel momento di realizzare ben 11 dei 16 gol complessivi.

Andiamo quindi a vedere cosa c’è all’origine di questa impresa di Locatelli e compagni. La rivoluzione tattica di De Zerbi ha letteralmente sorpreso il Napoli. I neroverdi, come sappiamo bene, sono abituati, in fase di non possesso, ad alzare il pressing con l’attaccante e il trequarti per orientare la giocata avversaria sui lati. I terzini solitamente si alzano in linea con i centrocampisti andando a chiudere sulle mezzali avversarie. Stavolta invece tutto ciò non è accaduto. 

Napoli Sassuolo: analisi tattica

Fin dai primi minuti di partita, infatti, il Sassuolo si è presentato al San Paolo con un modulo diverso, un 3-2-4-1 in fase di costruzione che diventava 4-5-1 in fase difensiva. Una squadra quindi con idee chiare ma all’occorrenza anche molto camaleontica. «Ho cambiato modulo e abbassato i miei giocatori sul campo per non concedere spazio a Osimhen» ha spiegato De Zerbi. Il tecnico bresciano ha fatto capire di aver modificato l’impronta tattica non potendo permettersi di lasciare 50 metri alle spalle dei difensori con uno come il nigeriano. Nel momento in cui il Sassuolo avrebbe perso il pallone in fase di costruzione infatti le conseguenze sarebbero state disastrose contro l’ex Lille. 

Anche l’impostazione dal basso con i tre difensori è una variante alla solita proposta del Sassuolo che solitamente parte con i due centrali e un centrocampista che si abbassa. Consigli aveva ai suoi lati Ayhan e Ferrari, con Chiriches che si alzava leggermente formando un triangolo. Il Sassuolo ha rischiato comunque non poco in fase di uscita, concedendo infatti diverse occasioni soprattutto nella prima parte di gara. La più nitida proprio sui piedi di Osimhen per via di un passaggio sbagliato da Consigli. Un rischio calcolato e che alla fine ha permesso al Sassuolo di venirsi a giocarsi le sue possibilità contro un avversario superiore nei singoli e in gran forma.

I soliti principi e gli episodi

A centrocampo invece, con i due play, Locatelli e Maxime Lopez, il Sassuolo è riuscito spesso a mandare a vuoto il primo pressing del Napoli con passaggi dietro le linee. Col passare dei minuti ha poi controllato sempre di più la situazione, costringendo la squadra di Gattuso ad adattarsi ai suoi ritmi. La precisione di palleggio ha obbligato il Napoli ha correre tanto e lo ha impaurito, per stessa ammissione del tecnico del Napoli, impedendogli di rischiare di liberare linee di passaggio pericolose. Da considerare c’è anche il ritorno di Boga, giocatore che aumenta a dismisura il bagaglio tecnico offensivo di questa squadra: unico giocatore a cui De Zerbi lascia completa libertà di giocata sulla trequarti.   

Una rivoluzione comunque apparente: perché i principi base del gioco del Sassuolo non sono venuti meno neanche stavolta. Provare a dominare il gioco partendo dal basso e mantenere il possesso creando spazi grazie al movimento senza palla. Il Sassuolo ha tenuto la squadra bassa e i reparti compatti ma questo non ha significato schiacciarsi dentro l’area a protezione del risultato.

Il Napoli, proprio per la sua fisionomia ha sofferto tremendamente questa impostazione degli avversari e ha creato effettivamente poco se cancelliamo le occasioni nate da errori tecnici, e non di concetto, della squadra di De Zerbi. Il primo errore è arrivato a secondo tempo inoltrato quando Muldur ha perso Mertens sul secondo palo. Il belga, però, dopo essersi inserito con i tempi giusti sul cross a rientrare di Politano, cestina l’occasione da pochi passi e mette a lato. 

Il percorso di crescita dei neroverdi

I gol poi arrivano da episodi. Locatelli realizza dal dischetto nei primi minuti della ripresa e Maxime Lopez è autore di una grande iniziativa personale nel finale di match con un Napoli tutto sbilanciato in cerca del pari. Ma il senso non cambia. Il Sassuolo conferma la mentalità spregiudicata nell’affrontare qualsiasi partita a viso aperto e un dato che lo conferma è quello dei risultati in trasferta. I neroverdi sono a punteggio pieno lontano dal Mapei Stadium con tre vittorie su tre, 10 reti segnate e 4 subite. Non è una novità dal momento che già nella scorsa stagione era arrivata la vittoria all’Olimpico con la Lazio e il pareggio in casa della Juventus e dell’Inter. Insistere sulla personalità, che i giocatori giovani devono acquisire prima possibile 

L’esultanza finale di De Zerbi, non sfuggita alle telecamere, testimonia l’importanza di questa partita nella testa del tecnico bresciano. Come ha giustamente sottolineato nella conferenza post partita la soddisfazione per questo successo era motivata dalla speranza che i suoi ragazzi possano acquistare maggiore consapevolezza nelle loro qualità. Un Sassuolo che quest’anno ha deciso di tenere i migliori per provare a centrare l’Europa.