Il campionato è appena iniziato, e l’Empoli di Andreazzoli si è reso certamente protagonista dell’impresa più significativa di queste due prime giornate di Serie A: la clamorosa vittoria contro la Juventus di Allegri a Torino. La squadra toscana ha dimostrato un’eccellente organizzazione, un’ottima propensione al gioco offensivo, non presentandosi affatto in imbarazzo al cospetto del club più vincente in Italia. Le premesse per una buona annata non mancano, con la salvezza che forse non è un puro miraggio. Certo, molto difficilmente la piccola società potrà ripetere il miracolo calcistico di una quindicina di anni fa: era il 2007, e ad Empoli si respirava una imprevista aria europea.
L’esordio i serie A dell’Empoli
14 settembre 1986: l’Empoli di Salvemini fa il suo esordio assoluto in Serie A contro l’Inter di Trapattoni. Gli anni ‘80 regalano al calcio italiano i colori delle novità più ricche, oltre all’odore sempre più sgradevole di scandali e sospetti. Le televisioni acquistano sempre più centralità, così come i nuovi sponsor si fanno profeti del nuovo football dell’abbondanza e dello spettacolo. Arrivano poi gli stranieri, dopo anni di isolamento, ed è una trasformazione di certo rivoluzionaria: Platini e Boniek alla Juventus, Maradona a Napoli, Diaz alla Fiorentina, Cerezo e Briegel alla Samp, tra gli altri. In quel pomeriggio di inizio campionato, la nuova Inter del Trap può schierare Rumenigge e Passarella, attirando così al Comunale di Firenze (il Castellani non era ancora agibile) pochi tifosi viola, desiderosi di poter nuovamente contemplare le gesta del loro ex campione (il calciatore argentino si era stanziato sulle rive dell’Arno dal 1982 al 1986). Gli occhi, di certo, sono puntati sulla squadra nerazzurra, con l’ulteriore curiosità originata dal poter osservare l’ex comandante bianconero vestire i panni del nemico. In realtà, quel pomeriggio accade qualcosa di assai inaspettato, lasciando agli interisti soltanto i primi grigiori dell’imminente autunno.
L’Empoli in Serie A ci è arrivato dopo vicende anomale, oppure, se si preferisce, di quasi ordinaria amministrazione, nel calcio contraddittorio e turbolento (se pur spesso e anche legittimamente rimpianto) degli anni ‘80. Nel campionato di serie B 1985-1986 la squadra toscana si era posizionata al quarto posto, per poi ritrovarsi terza (e allora promossa), grazie alle convulse vicende del secondo scandalo de calcioscommesse, con penalizzazione per la Triestina e il Vicenza. Come calciatore straniero in rosa, gli empolesi, nella prima annata tra i grandissimi, possono affidarsi a Johnny Ekstrom, attaccante svedese di provenienza Goteborg (a Empoli resterà per due stagioni).
Inizia la partita e il pronostico del Golia che, nella stragrande maggioranza dei casi, batte Davide, pare possa essere con facilità rispettato: l’Inter parte forte e colpisce quasi subito una traversa con Tardelli (anche lui un grande ex). Al minuto ‘36, poi, accade l‘improbabile: su azione di contropiede, concretizzata da Marco Osio, l’Empoli passa in vantaggio, e il risultato è definitivo. Empoli-Inter 1-0: l’esordio dei toscani ha regalato al campionato un’impresa.
La squadra empolese, poi, vince anche la seconda contro l‘Ascoli, e dopo due giornate si ritrova così in testa alla classifica a punteggio pieno. Salvemini predica calma, e ha tutte le ragioni per farlo: a partire dalla terza settimana arrivano cinque sconfitte consecutive, e il ritorno sulla terra è certamente brusco. Nonostante ciò, però, e con non pochi affanni, l’Empoli riesce a sopravvivere alla prima sua stagione in A, guadagnandosi la conferma per quella successiva. A dire il vero, il merito non è solo degli empolesi, ma anche dei giochi spesso un po’ ironici e ciclici della dea Fortuna; a causa degli ennesimi strascichi del totonero, l’Udinese viene penalizzato di nove punti, e l’Empoli può brindare in mezzo al caos. Uno scandalo ha contribuito a regalare alla società toscana il dono della massima serie, e ora offre una nuova permanenza. Parecchi anni dopo, l’ennesima vicenda di nebbia e fango del calcio italiano favorirà la riscrittura di alcune gerarchie; a partire da qui, l’Empoli saprà costruire i suo autentico miracolo.
La turbolenta estate del 2006
L’estate del 2006 è una delle più schizofreniche e davvero folli nella storia del calcio italiano. Il campionato si è concluso con una vittoria della Juventus, ma la Storia presto si affaccia, facendo dono di sentenze inaudite. Esplode Calciopoli, ed è un terremoto senza precedenti: la Juventus di una triade (Moggi, Bettega e Giraudo) sempre più losca e incriminata viene retrocessa in serie B, e costretta anche a svendere alcuni dei suoi pezzi più pregiati (in particolare, Ibrahimovic e Vieira vengono ceduti all’Inter). Otre ai bianconeri subiscono (più o meno) pesanti penalizzazioni per il campionato a venire anche Milan, Fiorentina, Reggina e Lazio; all’Inter viene assegnato un discusso e discutibile scudetto a tavolino, presto ribattezzato “lo scudetto dell’onestà”, e ancora al centro di derisioni, alcuni rancori e battaglie legali.
Nel frattempo, nel bel mezzo della melma, la Nazionale di Marco Lippi riesce a stupire e a ricompattare l’intera Italia calcistica (e non solo): il 9 luglio 2006 siamo per la quarta volta campioni del mondo, e non ci pare quasi vero.
La stagione 2006-2007, pertanto, parte tra i rumori di festa e gli schiamazzi dei tribunali, tra esultanze incontrollate e un’indignazione collettiva. L’Inter è di certo la grande favorita (non tradirà le attese), poi la bella Roma spallettiana e un Milan incerottato da alcuni punti di penalizzazione e con la sensazione di avvicinarsi alla conclusione di un ciclo (che arriverà, sì, ma soltanto dopo l’ennesima Champions vinta). Tra le varie possibili sorprese (il Palermo di Guidolin, ad esempio, saprà stupire per una buona parte della stagione), pochi (probabilmente nessuno) scommetterebbero sull’Empoli di Gigi Cagni (una discreta carriera da calciatore in Serie B, e poi tanta gavetta da allenatore) e del presidente Corsi. Nella stagione precedente, il club toscano si è salvato grazie alle reti di Tavano (poi ceduto al Valencia), e sarà compito di Saudati (in arrivo da esperienze non brillanti a Bergamo e Lecce) provare a non farlo rimpiangere.
Il miracolo dell’Empoli
Nelle prime giornate della nuova annata la squadra di capitano Vannucchi parte senza alcuna traccia di timidezza: otto punti nei primi quattro incontri (vittorie contro Sampdoria e Palermo, e pareggi con Chievo e Atalanta), ma la sensazione che il giocattolo inevitabilmente dovrà prima o poi spezzarsi certamente non manca. In effetti, arriva una prevedibile fase di flessione: alle sconfitte con Roma e Fiorentina, seguono quattro pareggi (Messina, Udinese, Livorno e Lazio). Poi altri sette punti in tre partite (compreso un pareggio a reti inviolate contro il Milan), e dopo dodici giornate i punti conquistati sono già diciannove: la metà di un’ipotetica quota salvezza. Certo, l’Empoli non può contare sulla continuità e solidità delle grandissime squadre (nelle successive cinque partite arrivano quattro sconfitte, compreso un 4-1 a Reggio Calabria), ma non può più dirsi nemmeno una passeggera meteora: tra la diciannovesima giornata e la ventiquattresima i toscani conquistano la meraviglia di 16 punti su 18 disponibili, dimostrando soprattutto una solidità eccellente (nessuna rete subita in sei giornate!). Dopo un 2-0 subito a Firenze, gli empolesi riprendono la loro corsa e il 4 marzo, dopo la vittoria per 1-0 a Udine (rete di Pozzi), si ritrovano sorprendentemente in zona Uefa: l’impresa è ancora assai ardua, ma di sicuro non è impossibile. Nei successivi incontri l’Empoli non intende strafare (arrivano sei punti in sette partite), ma il 6 maggio (giornata 35), nella partita casalinga contro il Catania, ci si gioca moltissimo: i toscani vincono 2-1, e il sogno europeo è adesso a un semplice passo.
La partita della festa è il 20 maggio al Castellani contro la miracolosa Reggina di Walter Mazzarri; la squadra amaranto è risalita da una penalizzazione pesantissima, ed è davvero vicinissima a una salvezza che pareva essere utopia. L’incontro è spettacolare e vertiginoso: l’Empoli dopo 23 minuti è in vantaggio 3-0 (reti di Vannucchi, Moro, Saudati) e le bandiere sono pronte. Nella ripresa, poi, forse prevale l’emozione e gli empolesi si fanno rimontare sul 3 a 3. Nella sostanza, poco muta, con l’Empoli che potrà incredibilmente (e ora ufficialmente) giocarsi le sue carte in Europa: la squadra toscana conclude a 54 punti (Saudati è il capocannoniere con 14 reti segnate) ed è qualificata in Coppa Uefa. Gigi Cagni, intervistato anni dopo, ricorderà così il magico evento:
è accaduto qualcosa di unico, razionalmente è inimmaginabile pensare che l’Empoli possa tornare in Europa. E’ stato possibile grazie ad un insieme di componenti. Intanto eravamo in un campionato dove non c’era la Juventus, e il Milan aveva molti punti di penalizzazione. E’ stata una stagione in cui avevamo giocatori di altro livello, tutto è andato per il verso giusto. Ricordo un allenamento a Monteboro, mancavano quattro o cinque giornate alla fine. Eravamo tutti in cerchio, e dissi alla squadra che la Coppa Uefa era alla portata. Non dicevamo niente all’esterno, ma noi ci credevamo e facemmo di tutti per arrivarci.
E’ accaduto qualcosa di razionalmente irripetibile, è vero, però è avvenuto, e per l’Empoli ora l’occasione è rara, probabilmente unica.
Un’occasione sfumata
20 settembre 2007: al Castellani si gioca Empoli-Zurigo, valevole per i preliminari di Coppa Uefa. Gigi Cagni opta per una formazione altamente rimaneggiata, con giocatori molto giovani e non titolari (Iacoponi è un primavera), e la scelta pare discutibile, o forse poco ambiziosa. Nonostante ciò, quella storica partita l’Empoli riesce a vincerla (2-1: reti per i toscani di Piccolo e Antonini), ma la segnatura di Alphonse sul finale rende la faccenda, in vista del ritorno, assai spinosa.
In effetti, a Zurigo le cose non vanno affatto per il verso giusto: i toscani perdono per 3-0, e il sogno sfuma in fretta, con non pochi rimpianti: l’impressione è che l’Empoli avrebbe potuto giocarsi meglio le sue possibilità, non ritornando così in fretta nelle vesti di Cenerentola.
Il resto della stagione sarà assai tribolato: gli empolesi non troveranno più gli antichi equilibri, Cagni sarà esonerato (sostituito con Malesani) e poi richiamato; a maggio 2008, la storia per i toscani non sorride più, con una retrocessione in serie B e un ritorno all’amarezza. La magia è durata poco, esageratamente poco; è stato tutto però molto bello, esageratamente bello. A Empoli ancora sognano, e chissà che l’impossibile, un giorno, non possa tornare a bussare alla porta del piccolo club toscano.