La storia di crescita e trasformazione di un uomo che è partito dai sobborghi fino ad arrivare al successo. Il calcio è stato la liberazione di Zlatan Ibrahimovic da un ambiente difficile: il suo notevole talento e la fiducia in se stesso lo hanno catapultato contro ogni probabilità ai vertici del calcio internazionale, portandolo a giocare in squadre come l’Ajax Amsterdam, la Juventus, l’Inter, il Milan, il Barcellona, il Paris Saint-Germain e il Manchester United.
Tutti noi conosciamo Zlatan Ibrahimovic. Un calciatore venuto dal nulla e diventato leggenda. Considerato da molti come un vero e proprio dio di questo sport, il giocatore svedese stupì e continua a stupire il mondo del calcio con le sue splendide giocate e con i suoi gol meravigliosi che hanno fatto e ancora fanno girare la testa a centinaia di difensori. L’11 novembre è uscito nelle sale italiane “Zlatan” il biopic sulla vita di Ibra presentato in anteprima alla 15° edizione della Festa del Cinema di Roma. Diretto dal regista svedese Jens Sjögren, è il primo biopic sulla vita del calciatore del Milan ed è tratto dall’omonima biografia scritta dal giornalista David Lagercrantz nel 2011.
Io, Ibra
“Allenatore: Ehi Zlatan mi stai ascoltando?
Zlatan: Si, vogliamo parlare oppure giocare?”
I biopic sono sempre difficili da realizzare. Bisogna avere cura nel raccontare il personaggio nei minimi dettagli cercando sempre di non sbagliare ed esagerare. Il film di Jens Sjögren racconta la carriera della leggenda svedese dai primi calci sotto casa fino alla sua cessione alla Juventus. La storia di Zlatan è un po’ una favola. Venire dal nulla per poi ritrovarsi a giocare per le squadre migliori d’europa ha un non so che di magico.
La pellicola cerca di scavare nella mente del protagonista portando sullo schermo le sue insicurezze. La sceneggiatura tende ad analizzare più l’uomo che il calciatore. Le sue paure e tutto ciò che ruota attorno a lui: la situazione familiare, i problemi a scuola e quelli nella scuola calcio. Un’analisi psicologica da parte degli autori, che decidono di mettere a nudo la sua figura facendoci vedere che dietro il suo burbero atteggiamento c’è una persona dal cuore d’oro. Il film è un susseguirsi di flashback. Sono tre, infatti, i piani temporali che si susseguono continuamente nel corso dell’opera: gli inizi da piccolo, le giovanili del Malmö e la sua avventura all’Ajax. Tre piani che ci permettono di guardare a fondo nella sua anima vedendo la sua crescita personale e professionale.
Tra regia, soggetto e sceneggiatura.
Lui parla con i suoi piedi!
A livello registico il lavoro di Jens Sjögren è notevole. Per esempio, nelle parti dove Zlatan gioca in campo e tiene la palla, ho apprezzato molto lo stile da lui adottato. Questa camera che segue il calciatore e l’azione, in modo da poter avere il punto di vista del protagonista in campo, è semplicemente fantastica.
A livello di soggetto e di sceneggiatura il risultato è buono. Ho apprezzato la scelta degli autori di mettere nel film una parte sola del libro, dalla giovane età fino all’acquisto alla Juventus. Nel parlare di Zlatan più come uomo che come calciatore, gli sceneggiatori probabilmente volevano focalizzarsi solo su quegli anni duri della carriera del fenomeno svedese. La scelta è stata azzardata ma riuscita. L’infanzia e l’adolescenza, infatti, sono stati anni di crescita per tutti, soprattutto per lo svedese, da come apprendiamo dal film e dal libro. Belli anche i dialoghi soprattutto in alcuni punti fondamentali della trama. Frasi che si ricordano facilmente e volentieri tornando a casa dal cinema, come ad esempio questa detta da Zlatan dopo aver trovato Van Basten in un pacchetto di figurine: ”Ho trovato Van Basten! È come Bruce Lee e Muhammad Ali, ma nel calcio!”.
Un film che (forse) non piacerà
Stasera ballerò, sì ballerò!
Non dire che mi aspettavo di più da Zlatan sarebbe, però, irrispettoso nei confronti di voi lettori. Ma è anche vero che sono uscito dal cinema felice, contento di aver visto il biopic sulla vita di uno dei miei calciatori preferiti. Nonostante il film non sia una delle migliori pellicole biografiche di sempre, riesce nell’intento che si era promesso. Ovvero di creare un prodotto funzionante, godibile e divertente anche per il pubblico che non segue il calcio. Di difetti ne ha, non è da nascondere, e molto probabilmente per questo verrà criticato. L’amore di Ibrahimovic per questo meraviglioso sport fa da sfondo a quello che veramente vuole raccontare il film. Come detto dal regista in una recente intervista fatta da Hotcorn: “L’obiettivo di questo film? Trovare la prospettiva, il suo punto di vista. Credo che il calcio sia un personaggio secondario. Questo non è un film sul calcio. Ibrahimović ha sempre voluto giocare a calcio ma il calcio rappresentava anche un luogo sicuro per lui quando tutto quanto intorno infuriava”
Per concludere, “Zlatan” è un film che analizza il ragazzo e l’uomo dietro al pallone. Un film che ci fa vedere sia il lato burbero che il lato gentile del campione svedese. Una parte della sua storia, forse la più importante, trasformata in una pellicola divertente e interessante. Se amate Ibrahimovic e questo sport non potete perdervelo!