La stagione ’84-’85 è molto significativa nel calcio scozzese, essendo stata l’ultima volta in cui una squadra che non fosse Celtic o Rangers, vinse la Scottish Premier League, e per quel che si è visto fino a questo punto del campionato in corso, anche quest’anno la situazione non dovrebbe cambiare. Ebbene si, perché dopo l’Aberdeen guidato da un giovane Alex Ferguson in panchina, il titolo della Premier scozzese non ha più abbandonato Glasgow, conquistato, seppur in alternanza, ripetutamente per 35 anni di fila fin qui, dalle due compagini della città più grande e popolosa di Scozia.
Quella tra Rangers e Celtic, “Gers” e “Bhoys” (o anche “Light Blues” ed “Hoops”, per via delle maglie) come vengono soprannominati, è sempre stata molto più di una semplice partita di calcio, o di un derby, come vengono definite le sfide tra squadra della stessa città. Per ciò che rappresenta, può essere paragonata, forse, (più che altro per un discorso sociale e politico) solo alla sfida tra Real Madrid e Barcellona, anche se c’è chi giura che la rivalità tra le due compagini di Glasgow sia davvero unica al mondo. La loro è una rivalità che va ben oltre il terreno di gioco e che ha origini fondate principalmente sulla diversità religiosa dei protagonisti in questione, perché di fatto, Rangers contro Celtic, è l’espressione calcistica alla massima potenza del confronto tra protestantesimo e cattolicesimo.
I NUMERI DELL’OLD FIRM
Il derby di Glasgow viene soprannominato “Old Firm” (“Vecchia Ditta” o “Vecchio Affare”) e questo per la superiorità storicamente dimostrata sul campo da Gers e Bhoys nella Premier scozzese, i quali negli anni si sono spartiti ben 105 titoli su un totale di 124 campionati (54 per i Rangers e 51 per i Celtic). Alle due formazioni di Glasgow, ovviamente, appartiene anche il record delle strisce vincenti più lunghe, avendo vinto per ben tre volte (due i Celtic ed una i Rangers) il campionato per 9 anni di fila, con i Bhoys che proprio quest’anno vorrebbero vincere il loro decimo titolo consecutivo ma che in classifica sono al momento secondi proprio dietro i Rangers guidati da Steven Gerrard, dai quali distano ben 19 lunghezze, seppur con 3 partite ancora da recuperare.
Per quanto riguarda le statistiche di questa storica partita bisogna ricordare che la striscia più lunga di vittorie consecutive appartiene ai Rangers che, tra il 1962 ed il 1968, ne hanno messe a segno 8, è invece dei Celtic la striscia di imbattibilità fin qui più duratura con 12 partite complessive, di cui dieci vittorie e due pareggi.
In totale le sfide disputate tra i due club fino ad oggi (03/01/2021) sono state complessivamente 422 tra Scottish Premiership (nota come Scottish Premier League fino al 2013), Scottish Cup e Scottish League Cup, e vedono 159 vittorie in favore dei Celtic, 99 pareggi e 164 vittorie in favore dei Rangers.
In campo europeo invece i due club scozzesi hanno vinto un trofeo a testa, con i Rangers vincitori della Coppa delle Coppe nel 1972 ed i Celtic che nel 1967 si sono aggiudicati la più prestigiosa Coppa dei Campioni in finale contro l’Inter, anno in cui, peraltro, i biancoverdi divennero anche la prima squadra europea a vincere tutti i titoli in palio nella stessa stagione, 5 per l’esattezza: Premier scozzese, Coppa di Scozia, Coppa di Lega, Coppa dei Campioni e Glasgow Cup.
LA NASCITA DELLA RIVALITA’ TRA LE DUE SQUADRE
L’antagonismo tra chi si identifica in una delle due opposte fazioni di Glasgow risale storicamente a più di cento anni fa, tra la fine dell’800 ed i primi del ‘900, quando cioè molti irlandesi si trasferirono in Scozia per sfuggire ai massacri inglesi. Essi portarono con sé le loro tradizioni, il proprio credo religioso e la voglia di iniziare una nuova vita in un altro paese, aspetto, quest’ultimo, per nulla facile, viste le difficoltà di inserimento all’interno di una comunità che li accolse tra mille disagi, una comunità per lo più protestante che inizialmente adoperò nei loro confronti una serie di ingiustizie sia in campo lavorativo che sociale.
La squadra del Celtic fu fondata nel 1887 da un frate marista di origini irlandesi, Fratello Walfrid, anche per contrastare, sportivamente, la formazione dei Rangers (nata nel 1872) di forte stampo protestante. Fu di fatto inevitabile quindi che gli immigrati irlandesi si identificassero in pieno nella formazione biancoverde di Glasgow, utilizzando il calcio come una sorta di rivalsa sociale nei confronti di una classe dirigente, protestante, che ovviamente parteggiava per quelli che divennero da subito gli storici rivali in maglia blu.
Le comunità religiose presenti in città quindi, iniziarono immediatamente ad identificarsi nei due club di calcio e questa appartenenza, come detto, andava ben oltre lo sport. I pensieri politici differenti, così come gli stili di vita ed, in aggiunta, i problemi interni dell’Irlanda trasferiti in Scozia, hanno da sempre creato divergenze su tutti i fronti tra le due tifoserie, rendendo negli anni “il derby”, un evento piuttosto pericoloso per la città di Glasgow, ripetutamente usata come teatro di scontri piuttosto pesanti. Vista la situazione insostenibile, nel 2012 è stata introdotta una legge apposita che limita l’ingresso dei tifosi ospiti allo stadio, in occasione della stracittadina, a sole 800 unità, e questo ha fatto si che la situazione iniziasse a mutare almeno sotto l’aspetto dell’ordine pubblico fortunatamente.
L’appartenenza al proprio credo, politico e religioso, viene espresso sugli spalti tramite quello calcistico, è abbastanza usuale infatti sentire al Celtic Park cori inneggianti l’I.R.A. (Irish Republican Army), con la curva piena di bandiere irlandesi e spesso del Vaticano, mentre, in contrapposizione, ad Ibrox sono i Billy Boys ad essere “omaggiati”, ovvero la banda che agli inizi del 1900 terrorizzava la comunità cattolica.
QUALCHE CURIOSITA’ SUI DUE CLUB DI GLASGOW
Diverse sono le particolarità che nel corso degli anni hanno fatto parlare delle due squadre principali di Glasgow, come ad esempio la volontà di non esporre sulle maglie i numeri da parte del Celtic, inserendoli solo sui pantaloncini fino al 1975, quando la UEFA impose la numerazione sulla schiena per le partite internazionali, continuando però la tradizione degli Hoops almeno tra le mura casalinghe. Nel 1994 anche la Scottish Football League decise di adeguarsi al resto d’Europa e quindi il Celtic non potè più nulla, se non indossare la maglia storica in qualche evento di beneficenza o in occasioni particolari.
Per i Rangers invece, è nota la volontà del club di avere in rosa solo giocatori protestanti e così fu fino al 10 luglio del 1989 quando in squadra arrivò Mo Johnston dal Nantes, l’unico problema però, oltre la sua fede cattolica, è che il giocatore prima del Nantes giocava nel Celtic. La società fece questa mossa anche per mostrare la fine dei pregiudizi in ambito religioso ma la tifoseria non accettò di buon grado la scelta. L’opposta fazione di Glasgow gli diede l’appellativo di Giuda e così non fu vita facile per il calciatore al rientro dalla Francia. Le problematiche di Johnston però, almeno dal lato Rangers, terminarono proprio durante l’Old Firm in cui nei minuti finali segnò il gol decisivo che fissò il punteggio del match e lo fece entrare nel cuore dei suoi nuovi tifosi, per di più, nella prima stagione per i Rangers, Moe è diventato il miglior giocatore del club, segnando 15 gol in 36 partite di campionato. Di fatto si aprì il mercato dei Rangers anche ai non protestanti, tra i quali negli anni si ricordano anche gli italiani Gattuso ed Amoruso.
LE ESULTANZE STORICHE E GLI SFOTTO’
Negli anni se ne ricordano diversi di “sgarbi” tra tifoserie, ovviamente, ma di quelli in campo a saltare subito alla mente sono principalmente legati a due calciatori, quello di Gascoigne nel 1998 e quelli di Boruc nel 2006 e nel 2008. Gazza, in maglia blu, dopo un gol agli avversari, andò ad esultare sotto la curva del Celtic mimando di suonare un flauto, strumento usato dai protestanti durante le funzioni religiose, mandando su tutte le furie gli antagonisti biancoverdi. Otto anni più tardi, il portiere polacco del Celtic, Boruc, molto cattolico, dopo un gol dei suoi compagni, si girò verso la curva avversaria facendosi più volte il segno della croce, rimediando peraltro anche una squalifica per il gesto fatto, scatenando diversi malumori, oltre che tra i supporter, anche tra l’opinione pubblica. Due anni più tardi, fu sempre Boruc a mostrare una maglietta con la foto di Papa Giovanni Paolo II con la scritta “Dio benedica il Papa”.
Tra i vari sfottò delle due tifoserie, ora, la decisione di non definire più “Old Firm” la famosa stracittadina di Glasgow da parte del Celtic. La decisione risale al fatto del 2012 in cui la società dei Rangers fallì, dovendo ricominciare dalle serie minori prima di risalire in Premier. Da quel momento in poi i tifosi bianco-verdi hanno iniziato a definire “ZOMBIE” gli storici rivali, come se fossero tornati dall’inferno (delle serie inferiori appunto) a giocare contro di loro, volendo così sottolineare la scomparsa della società storica contro cui si erano battuti per anni.
LA TRAGEDIA DI IBROX DEL 1971
Lo scorso 2 gennaio (2021) è stata un’altra data molto importante per il calcio scozzese ed in particolare per la città di Glasgow, ricorrevano infatti 50 anni esatti dalla tragedia di Ibrox (2 gennaio 1971) in cui persero la vita 66 supporter dei Rangers e ci furono più di 200 feriti. Si giocava l’ennesimo Old Firm e con il punteggio fisso per tutto il match sullo 0 a 0, all’89° il Celtic passò in vantaggio, di fatto, molti supporter dei Rangers iniziarono a lasciare gli spalti accalcandosi sulla scalinata 13. Nei minuti di recupero, mentre la folla cercava di andarsene dallo stadio, l’attaccante in maglia blu Colin Stein, segnò per i padroni di casa il gol del pari, generando tra i tifosi attimi di confusione generale tra chi festeggiava, chi provava ad uscire e chi invece tentava di rientrare per unirsi ai primi. Un insieme di fattori concomitanti e micidiali crearono una serie di cadute a catena tra la gente, permettendo alla tragedia di consumarsi lentamente, con molti spettatori che rimasero letteralmente schiacciati morendo poi per asfissia. Come si disse sulla BBC: “Tutti lottavano per scappare, soffocando. Fu essenzialmente una lotta per la sopravvivenza”.
IL PRIMO RANGERS-CELTIC DEL 2021
Proprio nella ricorrenza dei 50 anni dalla tragedia di Ibrox, il caso ha voluto che si giocasse nuovamente il derby e nuovamente ad Ibrox, stadio dei Gers. I giocatori dei Rangers hanno onorato la memoria delle vittime con una scritta sulla maglia che recitava: “ALWAYS REMEMBERED – 2nd JANUARY 1971”. Il derby se lo sono poi aggiudicato i padroni di casa per 1-0 grazie all’autogol di McGregor al 70° minuto di gioco. Secondo Old Firm vinto in stagione per la formazione guidata da Steven Gerrard che al momento ha un ruolino di marcia pauroso: 20 vittorie e 2 pareggi su 22 gare disputate, 57 reti segnate e solo 5 subite, primo posto in classifica e 19 punti di vantaggio sui Celtic, ai quali servirebbe un vero miracolo per provare ad aggiudicarsi il decimo campionato consecutivo.
Passano gli anni ma a Glasgow, tra Rangers e Celtic, non sarà mai solo un semplice derby, l’Old Firm è stato, è e continuerà ad essere, sempre qualcosa di più.