Fonte immagine: profilo Twitter Fifa World Cup

La sosta fa bene a tutti, siamo arrivati tutti a corto di energie fisiche e mentali, è la follia del calendario di quest’anno. Il Mondiale non penso di guardarlo neanche, dopo l’incazzatura che ho preso per questo torneo in Qatar“. Con queste aspre parole Maurizio Sarri ha commentato nel post-gara la kermesse che sta per avere inizio domenica 20 settembre, il Mondiale, con i padroni di casa impegnati contro l’Ecuador. Una competizione che, tra l’amarezza per la mancata partecipazione dell’Italia e polemiche per i vari diritti umani che sembrano calpestati, fa e farà discutere. Qatar 2022: tra veleni e calcio giocato.

Qatar 2022, un’occasione perduta

Già, per gli Azzurri si può parlare di chance gettata alle ortiche, per la seconda edizione di fila. Questo perché i campioni di Europa avrebbero potuto fronteggiarsi contro Nazionali di prim’ordine ma non imbattibili. Favorita d’obbligo la Francia campione del mondo, che può contare su un Theo Hernandez in più e un attacco micidiale. Didier Deschamps, però, sarà chiamato a dimostrare che i Blues sanno anche essere squadra e non solo una collezione di figurine, come è sembrato nello scorso Europeo. Necessario, poi, spezzare una maledizione: dal 2010 a questa parte, i vincitori uscenti hanno fatto le valigie al primo turno. La prima a farne le spese, per ironia della sorte, era stata l’Italia a Sudafrica 2010

Subito dietro, curiosità per la piangente di Euro 2020, l’Inghilterra di Gareth Southgate. Il CT dei Tre Leoni, oltre ad aver lasciato a casa gli “italiani” Fikayo Tomori e Tammy Abraham, è spesso accusato di adottare una tattica eccessivamente difensivistica. D’altronde, con elementi del calibro di Eric Foden, Harry Kane e Mason Mount, solo per citarne alcuni, è atteso aspettarsi un salto di qualità con un trofeo che manca dal lontano 1966. Spagna e Germania si scontreranno subito nel raggruppamento, per una gara che potrebbe quantomeno rappresentare una semifinale. Le Furie Rosse di Luis Enrique, criticato per aver tagliato dalla lista l’esperto Sergio Ramos, puntano a crescere e stupire. I teutonici, invece, devono risorgere dalle ceneri dopo un Mondiale e un Europeo fallimentare: la speranza è che con Hans-Dieter Flick sia ripartito un nuovo ciclo.

Impossibile non citare Brasile e Argentina, chiamate a far sollevare una coppa iridata che nelle bacheche sudamericane manca dal 2002. Quando a trionfare furono proprio i verdeoro di Ronaldo, il Fenomeno.

Qatar 2022, le sorprese

La Serbia è pronta a fare male: la foltissima colonia di giocatori di Serie A, ha forse un’occasione per crederci. Ultima chiamata invece per il Belgio, con tanti giocatori di una generazione che potrebbero poi dire addio alla Nazionale. De Bruyne, Lukaku e Witsel sono invitati a dare la scossa. Attenzione poi ai Campioni d’Africa del Senegal, che da Kalidou Koulibaly a Sadio Mané hanno tante armi da sfruttare.

Un’edizione macchiata

A fare da contraltare allo spettacolo in campo, lo spettro delle polemiche e di veleni mai totalmente assopiti. A fare scalpore sono state le dichiarazioni di Khalid Salman, ambasciatore della kermesse, secondo cui l’omosessualità è una “malattia mentale“. Tantissime reazioni da parte del calcio e non solo. A partire dalla selezione degli Stati Uniti, che ha deciso di tinteggiare le strisce del suo stemma con i colori dell’arcobaleno, simbolo del movimento LGBT. La Danimarca sceglie di scendere in campo senza sponsor, mentre la cantante internazionale Dua Lipa prende posizione. “Non vedo l’ora di visitare il Paese, quando avrà adempiuto a tutti gli impegni presi in materia di diritti umani“. La cantante inglese di origini kosovare tiferà l’Inghilterra quindi da casa, rinunciando a un lauto compenso.

A far discutere ancora di più, però, è la condizione dei lavoratori, come già avvenuto in occasione di Brasile 2014. Secondo un’inchiesta dell’inglese The Guardian, circa 7000 dipendenti provenienti da India, Pakistan, Nepal, Bangladesh e Sri Lanka sarebbero deceduti. Condizioni di lavoro ai limiti della schiavitù, con continue minacce e morti sul lavoro taciute per troppo tempo. Nonostante l’accordo nel 2017 con l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, Doha non avrebbe rispettato i termini, costringendo addirittura i lavoratori a spostarsi dalle proprie abitazione per accogliere i tifosi accorsi alla kermesse. Una serie di eventi che ha fatto spopolare l’hashtag #BoycottQatar2022, con le curve di vari paesi del mondo in rivolta.

Il rettangolo verde, però, è pronto ormai a sentenziare i primi verdetti. Un inverno ancora più freddo, senza la nostra Italia da tifare.

Di Luca Ripari

Sono Luca Ripari, ho 26 anni e provengo da Perugia. Nel giugno 2019 mi sono laureato in Mediazione Linguistica, in inglese e spagnolo. Ho una grande passione per il calcio, tanto da aver dedicato la mia tesi finale a questo argomento, lo sport interconnesso con società e cultura. Ho iniziato a collaborare con alcune testate e anche la radiocronaca mi appassiona. Mi piace scrivere, raccontare di calcio, viaggiare e leggere.