Premessa d’obbligo, le cose importanti nella vita sono altre, specialmente in questi ultimi anni caratterizzati da una pandemia e da un tremendo conflitto bellico in quel dell’Europa, ma quanto avvenuto allo Stadio “Barbera” di Palermo ha un qualcosa di “drammatico” per tutto il movimento calcistico e più in generale per lo sport italiano.
L’Italia, di mister Mancini, fresca del titolo europeo conquistato a luglio dello scorso anno, complice lo 0-1 contro la Macedonia del Nord, deve dire addio alle chances di qualificazione per il prossimo Campionato del Mondo che si terrà in Qatar tra novembre e dicembre dell’anno in corso.
Se, dopo la debacle del novembre 2017 contro la Svezia, si pensava di aver toccato il fondo e di aver scritto la più deludente delle pagine della storia del nostro calcio, dopo il match disputato al “Barbera” di Palermo, si dovrà giocoforza aggiornare questo “libro nero” perché, gli azzurri, sono riusciti laddove nessuno, neppure il più pessimista degli addetti ai lavori, avrebbe mai immaginato, ovvero uscire nella Semifinale degli spareggi di qualificazione contro una modesta Macedonia del Nord.
Non ci sono scusanti, sia chiaro, perchè se era in parte giustificabile un’eventuale eliminazione per mano del Portogallo di CR7 in finale, nessuno si sarebbe mai aspettato di veder uscire l’Italia in casa e contro un avversario che, pur non rubando nulla e disputando la propria partita nell’unica maniera utile per ambire a sogni di gloria, era ampiamente alla nostra portata al netto degli infortuni della rosa, della condizione precaria di alcuni degli uomini scesi in campo e di errori tecnico-tattici risultati poi determinanti ai fini del risultato finale.
Il dominio territoriale con un’infinita rete di passaggi in orizzontale, una miriade di calci d’angolo e qualche rara occasione da rete, una di Berardi nel primo tempo davvero clamorosa, non hanno portato a realizzare neppure un gol ed hanno permesso, a tempo abbondantemente scaduto e di conseguenza senza alcuna possibilità di rimediare all’accaduto, ai macedoni di siglare il gol vittoria con Trajkovski e di conquistarsi il diritto di contendere ai lusitani di CR7 il pass mondiale che, per una realtà come quella macedone, avrebbe un valore storico.
La qualificazione non è stata persa a Palermo, ma è stata messa in discussione e poi sgretolata da settembre in avanti, quando, la macchina perfetta di mister Mancini, vuoi per una sorta di appagamento dopo il successo continentale, vuoi per un pizzico di sfortuna che nel calcio ha comunque la sua importanza, è riuscita a perdere punti preziosi in casa contro la Bulgaria per poi dilapidare, nel doppio confronto contro la Svizzera, la possibilità di vincere il Girone sbagliando, sempre con Jorginho (infallibile dal dischetto con la propria squadra di club), ben dure rigori, uno per match e ritrovandosi poi costretti a giocarsi il tutto, in trasferta, contro l’Irlanda del Nord sapendo che, anche un’eventuale vittoria (alla fine non arrivata) sarebbe potuta non bastare.
Ci siamo trovati, così, costretti ai Play-Off, a match da dentro o fuori, dopo un sorteggio non fortunato con la possibilità, laddove si fosse battuta la Macedonia, di affrontare poi in finale il quotato Portogallo di una nostra vecchia conoscenza, Cristiano Ronaldo.
La Lega di Serie A ha evitato di posticipare il turno di campionato e gli “azzurri” si sono ritrovati a Coverciano a sole 48 ore dal match di Palermo da preparare, dunque, senza la dovuta concentrazione ed accuratezza.
Il resto, è storia, e ha portato, come già ampiamente scritto, alla seconda, consecutiva, eliminazione dell’ITALIA da un Mondiale di calcio, evento MAI accaduto prima nella nostra storia.
Un’intera generazione di ragazzini, cresceranno senza quelle emozioni, quelle gioie, quel clima che solo la massima competizione calcistica internazionale è in grado di regalare, un’Italia senza Mondiale per 12 lunghi anni (ammesso e non concesso che tra quattro anni ci si riesca a qualificare) sembra fantascienza, sembra irrealtà, sembra un incubo ed invece purtroppo è tutto tristemente vero.
Le colpe, come sempre accade in questi casi, saranno indirizzate alla squadra e allo staff tecnico e, il recente successo europeo, sarà, purtroppo, facilmente messo nel dimenticatoio, ma, a nostro avviso le responsabilità principali sono e restano della Federazione che non è stata capace di portare un ringiovanimento all’interno del movimento e che ha la responsabilità di impedire a tanti troppi giovani talenti italiani di esprimersi e di scendere in campo con le proprie squadre di club con rose, è bene ricordarlo, composte da un numero esorbitante di calciatori stranieri che, spesso, superano e non di poco quelli italiani presenti.
Oggi non è tempo di polemiche o di processi, oggi è tempo di comprendere che per tornare ai vertici del calcio mondiale, e non solo a livello nazionale, si deve intervenire in maniera decisa puntando sui vivai, sui giovani e garantendo loro le stesse possibilità che vengono offerte in altre nazioni.
Facile salire sul carro dei vincitori quando le cose vanno bene, facile fare il tifoso quando tutto fila liscio, ben più difficile appoggiare la squadra in momenti come questo, sicuri però del fatto che, con un progetto ben strutturato, si possa tornare competitivi da subito, e che si possano gettare solidi basi per le vittorie che verranno si deve restare uniti e remare tutti verso un’unica direzione, partendo da noi tifosi, per proseguire con lo staff tecnico fino ad arrivare in Federazione.
Siamo l’Italia, non dimentichiamocelo mai, siamo la patria del calcio moderno e, ne siamo certi, torneremo presto laddove ci compete, FORZA AZZURRI!