“Roma non è Milano” recitava uno striscione di qualche anno fa, quando si prospettava uno scambio di calciatori fra le due compagini capitoline. Erano gli inizi degli anni 2000 e alcuni organi d’informazione avevano cominciato a vociferare di un possibile doppio trasferimento, con protagonisti Corradi e D’Agostino. Ma non se ne fece nulla. Già, perché fra romani e milanesi c’è sempre stato un abisso e non solo come stile di vita. Rimanendo in ambito pallonaro, la rivalità che intercorre fra le squadre concittadine è sempre stata interpretata in maniera diversa da Milano e Roma.
PENSIERI DIVERSI
Non a caso, mentre nel capoluogo lombardo sono stati molteplici negli anni gli scambi diretti di calciatori, la Capitale è sempre stata restia a questo tipo di operazioni. Troppa la rivalità cittadina per poter accettare serenamente un cambio di maglia.
Tra Inter e Milan tutto ciò è stato sempre considerato normale: da Aldo Serena (che saltò la sponda anche a Torino tra i granata e la Juve), passando per Pirlo, Coco, Seedorf, Bobo Vieri, fino ad arrivare all’ultimo mercato, con il turco Calhanoglu passato dai rossoneri ai nerazzurri. Tutto normale all’occhio di un esterno. Non però per i tifosi romani, che nel corso della storia hanno dovuto assistere raramente al salto diretto del Tevere.
DA SELMOSSON A KOLAROV
Successe per la prima volta tantissimi anni fa, precisamente nel 1934. Ferraris IV e Arturo Chini Luduena furono i primi a cambiare maglia all’interno della città, passando dalla Roma alla Lazio. Successivamente fu Alessandro Ferri a fare il percorso inverso, fino ad arrivare ad Arne Selmosson detto Raggio di Luna. Lo svedese passò dai biancocelesti ai giallorossi e viene ricordato ancora oggi come uno dei due calciatori ad aver segnato nei derby con entrambe le maglie.
Dopo un periodo di totale astinenza, ecco negli anni ’70 altri due cambi di sponda: prima Petrelli (campione d’Italia con la Lazio nel ’74) e successivamente Cordova, saltarono la barricata passando dal giallorosso al biancoceleste. Negli anni ’80 movimenti minori riguardarono De Nadai e Perrone, ponendo fine alla storia con il cambio di casacca di Astutillo Malgioglio che verrà ricordato come uno dei più nefasti di tutti i tempi.
DOPO 35 ANNI PEDRO
A distanza di oltre 35 anni la storia si ripete: Pedro, ex attaccante di Barcellona e Chelsea, passa dalla Roma alla Lazio senza transitare per nessun’altra squadra. Sono molteplici, infatti, casi di calciatori che nel corso della carriera hanno vestito prima una maglia e successivamente quella rivale. Uno dei più famosi fu Lionello Manfredonia, bandiera della Lazio, passato prima alla Juventus e successivamente alla Roma. Negli anni ’90 fu il turno di Di Mauro che, una volta passato in biancoceleste, pareggiò un derby all’ultimo minuto correndo sotto la Curva Nord. Qualche anno dopo fu il turno di Sinisa Mihajlovic, Diego Fuser, Angelo Peruzzi e Sebastiano Siviglia, senza dimenticare Aleksandar Kolarov, rimasto alla Lazio fino al 2010 prima di andarsene da Roma e tornare, sponda giallorossa, nel 2017. Anche lui figura tra i soli due ad aver segnato un gol nei derby con entrambe le casacche.
I tempi stanno però cambiando. Il passaggio di Pedro dalla Roma alla Lazio è stato digerito in maniera pressoché serena da entrambe le parti. Il provincialismo che ha sempre contraddistinto le due compagini capitoline sembra stia pian piano sparendo. Segno di un cambio di generazione fra i tifosi, abituati ormai a quel calcio moderno tanto criticato quanto ormai ben collaudato nel sistema. Il tabù romano è stato rotto: sarà solo un episodio o il primo di altri affari tra le due società?