Bologna

Bisogna tornare indietro di cinquantuno anni per trovare il Bologna nell’albo d’oro della Coppa Italia. L’ultimo sussulto de “Lo squadrone che tremare il mondo fa”. L’ultimo trofeo alzato all’ombra delle Due Torri, in una città che malgrado tutto – malgrado le doppie retrocessioni degli anni ottanta e novanta, i campionati anonimi e i fallimenti sportivi – ha sempre riconosciuto la casacca rossoblù come fedele custode di una storia antica e gloriosa. E oggi l’ha vista risplendere sotto i riflettori dell’Olimpico. Laddove cinquantuno stagioni fa era successo per l’ultima volta. Dopo tre finali perse malamente, Italiano non sbaglia la quarta e si cuce meritatamente la coccarda tricolore sul petto. Le vittorie difficilmente sono figlie del caso. Quasi sempre è la programmazione, la lungimiranza, a pagare. E le ultime due annate dei felsinei ne sono la dimostrazione massima. Di contro, esce a testa bassa un Milan mai realmente pericoloso, senza mordente in alcuni passaggi, specchio di una stagione tribolata, che probabilmente si concluderà con la sentita contestazione dei tifosi, continuata anche questa sera nella Capitale.

Partita che ha visto le due squadre fronteggiarsi sostanzialmente con equilibrio, ma con la discriminante di un Bologna bravo a contenere tempi e sfuriate degli avversari, ripartire dal basso senza eccessi e pungere quando ce n’era bisogno. Il gol di Ndoye è la fedele fotografia dello spirito rossoblù di questa sera, arrivato al termine di un’azione corale, iniziata da Freuler, bravo a imbeccare Castro in verticale. Col Milan sbilanciato è Theo Hernandez che prova a metterci una pezza, ma la sua deviazione consegna la sfera tra i piedi di Ndoye, che si accentra e sferra un fendente impossibile da prendere per l’estremo difensore rossonero: è il gol che consegna la Coppa Italia a Italia, Sartori e Saputo. Un terzetto che incorona questa gestione e ci ricorda, anche, l’importanza di questa competizione, troppo spesso snobbata o utilizzata come salvagente per rimanere a galla al termine di stagioni negative. Al 90′ la festa può iniziare per gli emiliani, trasformano la Nord in un tappeto di sciarpe sulle note de “L’anno che verrà”, per poi ricevere il trofeo dai giocatori e alzarlo al cielo di Roma, davanti alle migliaia di supporter bolognesi arrivati con ogni mezzo. Il Bologna conquista la sua terza Coppa Italia, nonché la qualificazione alla prossima Europa League. Il resto è già storia, mentre la “balotta” si sta consumando tra i vicoli del centro storico e nella simbolica Piazza Maggiore.

Il tabellino completo della finale di Coppa Italia

MILAN-BOLOGNA 0-1

Marcatori: 53’ Ndoye

LE FORMAZIONI
MILAN (3-4-2-1): Maignan; Tomori (dal 62’ Walker), Gabbia, Pavlovic; Jimenez (dal 62’ Joao Felix), Fofana (dal 88’ Chukwueze), Reijnders, Theo; Pulisic (dal 88’ Abraham), Leao; Jovic (dal 62’ Gimenez). A disp.: Torriani, Sportiello, Thiaw, Emerson Royal, Bartesaghi, Florenzi, Terracciano, Musah, Loftus-Cheek, Camarda. All. Sergio Conceiçao.

BOLOGNA (4-2-3-1): Skorupski; Holm (dal 76’ Calabria), Lucumi’, Beukema, Miranda; Ferguson, Freuler; Orsolini (dal 69’ Casale), Fabbian (dal 69’ pobega), Ndoye (dal 80’ Odgaard); Castro (dal 80’ Dallinga). A disp.: Bagnolini, Ravaglia, Erlic, Moro, El Azzouzi, Aebischer, Lykogiannis, Cambiaghi, De Silversti, Dominguez. All. Vincenzo Italiano

Arbitro: Mariani di Aprilia

Ammoniti: 38’ Tomori, 43’ Ferguson, 45’+2 Pulisic, 57’ Fabbian, 75’ Lucumi’
Recupero: 2’ 1T, 6’ 2T.