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Fonte immagine: profilo Twitter Buffon

Portieri e DS, due ruoli infausti nel calcio di oggi. Lo ha affermato in una recente intervista per Il Secolo XIX Christian Puggioni, che a giugno appenderà i guantoni al chiodo, interrogandosi sul suo prossimo futuro. “Ho studiato da direttore sportivo, vorrei guardarmi intorno. Preparatore dei portieri? Non ne posso più di loro. Scherzi a parte, credo ci sia un’assonanza con il DS: entrambi soli“. Ruoli diversi, uno dentro e l’altro fuori dal campo, ma con un destino in comune: essere guide in solitaria.

Portieri, l’area della solitudine

I portieri sono l’ultima ancora di salvezza di una squadra. Coloro che possono salvare il risultato, gli ultimi a dire di no all’azione avversaria. Non perdono il filo, perché da dietro guidano un intero reparto, ma restano comunque uomini soli. Sono soli quando devono raccogliere il pallone dal fondo della rete, ultimi testimoni oculari della sfera che finisce in fondo al sacco. Soli anche quando i compagni sono lontani, alla ricerca di una trama pericolosa da imbastire. Se di pubblico ce ne fosse, sono sempre loro a dover affrontare maggiormente gli sfottò della curva dei tifosi. Pure i giocatori di movimento li sentono, certo. Loro però restano lì, senza capacità di grandi movimenti, coi nervi saldi fino al 90′, pronti ad affrontare ondate di insulti e imprecazioni. Una ragnatela dalla quale non possono sfuggire.

Talvolta si sentono abbandonati e allora partecipano alle scorribande finali, alla ricerca di un disperato gol che potrebbe iscriverli nella storia eterna del calcio. Come Marco Amelia o Alberto Brignoli. Poi però se ne tornano lì dietro, nella loro vita ordinaria, pronti ad essere  bombardati al minimo errore: la prima colpa di un gol incassato, spesso, la si cerca nel portiere. Nella famigerata costruzione dal basso, tanto criticata in questi giorni, tanta parte di colpa sta nel guardiano della porta. A poco valgono i miracoli, i bei rinvii, il controllo della porta se si effettua un minimo errore. Un vortice costante di giudizi, dal quale spesso  sono condizionati. Pensare, poi, che si allenano a parte con il preparatore specifico, lontani dai propri compagni di avventure. Uomini soli davanti a una porta troppo ingombrante.

Portieri e DS, il filo comune continua

Si svestono i guantoni e si indossano giacca e cravatta. Un caffè veloce e poi via alla programmazione del club. Vertici, incontri di mercato, strategie, dichiarazioni. Al DS, o direttore sportivo, non manca nulla. Giornate frenetiche e infinite, da consiglieri e consulenti nelle questioni più intricate. Si tratta del primo ad essere lodato se la società raggiunge gli obiettivi, ma anche il primi ad essere soggetto alle critiche. I risultati sportivi non arrivano? Il DS non ha preparato bene la stagione, non esiste un progetto, mancano i fondi, bisogna ripartire da zero. A farne le spese spesso è lo stesso DS, costretto a fare le valigie quando liquidato senza troppi problemi.

Proprio negli istanti di maggiore difficoltà, si accorge di essere abbandonato al suo destino. Gravato dalle responsabilità, si carica del peso della sua solitudine, delle scelte ritenute non idonee. La gogna mediatica si infittisce e con le proprie forze il DS, da dietro le quinte, combatte l’astio, isolato nelle sue scelte. Il primo ad entrare in ufficio, l’ultimo ad andarsene. Il primo dei colpevoli quando qualcosa non va.

Portieri e DS conoscono la loro solitudine da numeri uno, pronti ad affrontarla con i guantoni e la ventiquattrore.

E chissà se prima o poi, se ogni tanto penserai, che io solo, resto qui. E canterò, solo camminerò, solo, da solo continuerò“.

Di Luca Ripari

Sono Luca Ripari, ho 26 anni e provengo da Perugia. Nel giugno 2019 mi sono laureato in Mediazione Linguistica, in inglese e spagnolo. Ho una grande passione per il calcio, tanto da aver dedicato la mia tesi finale a questo argomento, lo sport interconnesso con società e cultura. Ho iniziato a collaborare con alcune testate e anche la radiocronaca mi appassiona. Mi piace scrivere, raccontare di calcio, viaggiare e leggere.