I due stadi di Avellaneda a 300 metri di distanza fra loro

Se volessimo individuare la nazione con più rivalità calcistiche al suo interno, questa non potrebbe che essere l’Argentina. Il dualismo più famoso è sicuramente quello tra Boca Juniors e River Plate, due tra le squadre più blasonate dell’intero Sud America. Non da meno anche il derby cittadino per eccellenza, quello tra Newell’s Boys e Rosario Central. Alle porte di Buenos Aires, però, troviamo un’altra storica rivalità, quella di Avellaneda, formata da Club Atletico Independiente e Racing Club. Poco al di là del grande raccordo General Paz, le due compagini si danno battaglia da anni per la supremazia locale, in un territorio delimitato dai due stadi che distano tra loro appena 300 metri.

IL DERBY IN CASA MILITO

Due volti famosi, appartenenti alla stessa famiglia, connotano i due club: Diego Milito, ex campione dell’Inter, da sempre tifoso dal Racing come sua madre, e Gabi Milito, ex stella del Barcellona, accanito sostenitore dell’Independiente assieme al resto della famiglia. I due fratelli hanno anche avuto modo di scontrarsi con le maglie dei club argentini nel 2003: in quell’occasione ci fu un vero e proprio scontro familiare, con Diego che chiese platealmente all’arbitro l’espulsione del fratello dopo un fallo e Gabi che lo assalì letteralmente facendo volare durissimi improperi nei suoi confronti.

L’ACADEMIA DELLA VITTORIA

Il dualismo fra le due società nasce però ben prima dell’avvento dei fratelli Milito. Fino al 1967 i biancoblu del Racing sono stati fra i club più titolati d’Argentina, tanto da guadagnarsi l’appellativo di ‘La Academia‘ per il suo modo di giocare bello da vedere e soprattutto vincente. Fino a quel momento erano stati ben 15 i titoli nazionali conquistati, 12 coppe d’Argentina e 5 trofei continentali, tra cui anche la Coppa Inercontinentale vinta per l’appunto il 5 novembre 1967 in campo neutro contro gli scozzesi del Celtic Glasgow.

I SETTE GATTI NERI

Proprio quella notte accadde qualcosa che, volendoci credere o no, segnò definitivamente la storia del club. Mentre squadra e tifosi erano impegnati nella sfida per il titolo di campioni del mondo, alcuni tifosi dell’Independiente fecero irruzione nell’impianto dei rivali seppellendo in giro per il campo le carcasse di sette gatti neri. Il macabro gesto fu preso ovviamente malissimo dai dirimpettai che da quel momento iniziarono un clamoroso declino. Da una delle squadre più titolate d’Argentina, il Racing divenne una delle più sfortunate. Ai 15 titoli nazionali conquistati fino al 1967 se ne aggiunsero uno nel 2001, seguito da un immediato tonfo in classifica, e altri due tornei d’Apertura nel 2014 e nel 2019. Dopo un periodo buio negli anni ’70, La Academia retrocesse negli anni ’80. Vide poi il suo stadio chiuso per problemi strutturali e rischiò successivamente il fallimento prima di cedere la giovane stella Diego Milito al Genoa.

Dall’altra parte di Avellaneda, invece, i Diablo Rojos iniziarono un percorso da vincenti, conquistando ben sette Coppe Libertadores di cui quattro consecutive tra il 1972 e il 1975. A queste si aggiunsero due vittorie dell’Intercontinentale nel 1973 e nel 1984. Un percorso impensabile per l’Independiente prima di quel 1967.

La Maldiciòn de los siete gatos negros fa ancora oggi parte dell’immaginario di Avellaneda. A nulla valsero messe nere, stregonerie ed esorcismi organizzati dal club per scacciare la maledizione. Neanche lo smantellamento dell’intero campo in cui venne ritrovata, misteriosamente, una sola carcassa dei famigerati felini. Negli ultimi anni, grazie anche al ritorno del Principe Milito, La Academia è riuscita a riprendersi la scena. Per il momento, il maleficio sembra essere acqua passata. Ma non ditelo ai tifosi del Racing…

Di Dante Chichiarelli

Nato a Roma, il 26 agosto del 1984, inizia ad appassionarsi al calcio a non ancora 6 anni, durante i Mondiali di Italia '90, quelli delle Notti Magiche e di Totò Schillaci. L'amore per questo sport è nel DNA della famiglia: il suo bisnonno, Silvio Blasetti, mosse i suoi primi passi nel calcio nei primi decenni del '900 con la maglia della Lazio. Oltre a questo affianca un'altra grande passione, quella per la scrittura e per il giornalismo. Dopo le scuole, frequenta la facoltà di Scienze della Comunicazione presso "La Sapienza" di Roma e nel 2009, dopo aver collaborato per oltre due anni con "Sportlocale", settimanale sul calcio dilettantistico e giovanile, diventa giornalista pubblicista. Sempre in quegli anni inizia a frequentare il corso di giornalismo sportivo curato da Guido De Angelis e di lì a breve diventerà uno dei redattori della rivista "Lazialità". Nel corso del tempo numerose sono le collaborazioni con periodici on-line e cartacei. Nel 2011, per circa un anno, diventa Direttore Responsabile del mensile "Futuro Giovani Magazine". Da aprile 2020 collabora con la redazione di "Noi Biancocelesti". Ad oggi, nonostante gli impegni lavorativi, continua a coltivare le sue due grandi passioni che lo accompagnano sin dai primi passi della vita.