Italia-Austria del 26 giugno, oltre ad essere la partita che ha regalato agli Azzurri il passaggio ai quarti di questo Euro2020, è stato un incontro dalle mille emozioni, non solo per come si è svolto il match in cui gli uomini di Mancini hanno ribadito ancora una volta la loro voglia di ben figurare nella massima competizione europea dedicata alle nazionali, ma anche perché è stata una serata piena di record per la banda Azzurra che non vuole smettere di continuare a stupire.
Partiamo con ordine, l’imbattibilità degli Azzurri: il gol di Kalajdzic al minuto 114’ ha segnato appunto la fine dell’imbattibilità della nazionale italiana che ha scritto negli annali del calcio un nuovo record con 1168 minuti a reti inviolate. La striscia precedente striscia vincente si era materializzata tra il 20 settembre del 1972 (Italia-Jugoslavia 3-1) ed il 15 giugno 1975 (Italia-Haiti 3-1), con Zoff sempre a difesa della porta italiana, per un totale di 1143 minuti. Nel nuovo record invece, ad alternarsi tra i pali azzurri sono stati in 4, Donnarumma, Sirigu, Cragno e Meret, in un periodo compreso tra il 14 ottobre 2020 (Italia-Olanda 1-1) e appunto il 16 giugno 2021 (Italia-Austria 2-1).
L’altro storico record messo a referto è stato quello relativo ai risultati utili consecutivi, con ieri ben 31, superando di fatto l’Italia guidata da Pozzo che tra il 1935 (Cecoslovacchia-Italia 2-1) ed il 1939 (Svizzera-Italia 3-1), ne raggiunse “soltanto”, si fa per dire, 30.
Il 2-1 inflitto ad Arnautovic e compagni ha anche segnato una nuova striscia di vittorie consecutive per la Nazionale italiana, 12, un risultato con cui si è battuto il precedente record, sempre ad opera degli uomini di Mancini, materializzatosi tra il 20/11/2018 ed il 18/11/2019.
Dulcis in fundo, la favola Chiesa, con il Federico calciatore della Juventus che, oltre ad entrare cambiando decisamente la partita, al posto di un Berardi improduttivo nella serata di Wembley, mette a segno il suo secondo gol in maglia azzurra in 29 presenze, diventando, insieme al papà Enrico, la prima coppia padre-figlio nella storia degli Europei ad andare a segno nella stessa competizione, facendolo peraltro a distanza di 25 anni e 12 giorni l’uno dall’altro. Papà Enrico, anche lui a segno con la Nazionale in Inghilterra, a Liverpool per la precisione (14/06/1996), realizzò l’unico gol azzurro del match tra Italia e Repubblica Ceca, vinto per 2-1 da Nedved (primo gol con la sua Nazionale) e compagni. Quello del ‘96 un Europeo in cui l’Italia non superò neanche la fase a gironi arrivando terza, proprio in favore delle due squadre che si contesero poi la finalissima di Wembley, Rep. Ceca e Germania, con Bierhoff e compagni che alzarono il trofeo al cielo londinese, in cui l’unico italiano protagonista del match fu l’arbitro Pairetto.
Il gol del talentuoso Federico, oltre ad aprire la strada verso i quarti per gli uomini di Mancini, ha inoltre segnato un ulteriore traguardo storico per la selezione tricolore, mettendo in rete il primo gol azzurro durante i supplementari nella storia degli Europei, facendo di fatto da apripista anche alla prima vittoria della nazionale italiana avvenuta nei 30 minuti successivi ai 90 regolamentari.
Un turbinio di emozioni quindi, tante da digerire in una sola serata, espresse probabilmente al meglio nell’abbraccio tra Vialli e Mancini a sancire una vittoria che è valsa molto più di un passaggio di turno ma che indica anche la vera essenza di questo gruppo, che è concreto nel presente e guarda al futuro. Un abbraccio carico di tutto, un gesto semplice, emozionante e anche lungimirante come l’intervista di papà Enrico di circa vent’anni fa con il piccolo Federico in braccio, al quale il giornalista chiese: “Chi li farà i gol?”, e lui, con tutta la sincerità sognante di un bimbo di pochi anni, rispose sicuro: “Io!”.