Fonte immagine: profilo Twitter stadio Wembley

30 novembre 1872-18 giugno 2021. 149 anni dopo il primo match ufficiale della storia del calcio, Inghilterra-Scozia. Euro 2020 e Wembley saranno il teatro della sfida tra long e short passing game, tra due popoli di uno stesso regno, eppure così diversi. Di anni segnati da rivalità e scontri politici, di faide e attriti mai assopiti. Oggi, ancora una volta, il calcio provvede a riunire due nazioni sotto una Union Jack più che mai divisa. Ma accomunata dalla fondazione del pallone.

Inghilterra-Scozia, da Wallace alla Brexit

Fin dai tempi dei tempi Inghilterra e Scozia, sebbene ancora lontane dalla formazione del Regno Unito, hanno avuto occasioni per rivaleggiare. I Bretoni, antico popolo barbaro, in seguito alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente invasero il territorio scozzese, provenendo dall’attuale Germania. Nell’Alto Medioevo, dunque, ebbero inizio aspre battaglie per la difesa del territorio. Emerge in questo contesto, l’eroica e cinematografica figura di William Wallace, leggendario condottiero che respinse più volte e sconfisse l’esercito di re Edoardo I a  Stirling Bridge.  Anche dopo la sua morte per impiccagione, il suo seguace Robert Bruce mantenne alto lo spirito e riportò nuovamente gli Scozzesi al trionfo, nel 1314. Uno spirito che si ripercuote nel calcio odierno.

Gli scontri si portarono avanti per altri 400 anni, quando le questioni dinastiche e religiose ebbero il sopravvento. Le guerre tra i protestanti di Scozia e cattolici  d’Inghilterra segnarono epoche di sangue, coronate dalla tragica morte di Maria Stuarda. I conflitti si interruppero momentaneamente il 1 maggio 1707, con l’unificazione delle corone dei regni e la creazione del nuovo Regno di Gran Bretagna. Da qui in poi, tuttavia, le differenze non fecero altro che rimarcarsi sempre di più. Nel corso dei secoli, gli Scozzesi tentarono di difendere le proprie tradizioni e le proprie istituzioni. Focale è il 1999 (tre anni dopo la sfida ad Euro 1996). In questa circostanza, infatti, il Parlamento Scozzese si riunisce per la prima volta da 300 anni, facendo sì che Edimburgo fosse responsabile per alcuni settori a sé. Tra questi, salute, istruzione, giustizia, trasporti e ambiente.

Un orgoglio mai assopito, anzi risvegliato da un primo referendum tenutosi nel marzo 2013, per l’indipendenza della Scozia dall’Inghilterra. Risultato finale? 45 % sì, 55 % no. Tre anni dopo, il fatidico 23 giugno 2016, la domanda per la permanenza del Regno Unito nell’Unione Europea. Ancora una volta, le opinioni sono spaccate. Inghilterra vota “leave” (51, 9%), mentre Scozia vota “remain” (un secco 62%). Questa sera, il rettangolo verde raccoglierà annate di lotte e tensioni. Il giudice, però, stavolta sarà il pallone.

Due diverse filosofie: i precedenti

114 partite totali: 48 vittorie dell’Albione, 25 pari e 41 vittorie blu. Questo il bilancio in sostanziale parità della sfida. Di queste, il primo match ufficiale di questo sport, il 30 novembre 1872. È il calcio degli albori, nove anni dopo la creazione della Football Association, che avrebbe iniziato a delineare le regole basilari. Ad Hamilton Crescent, Glasgow, davanti a pochi intimi (4000 spettatori), si prospetta un gioco ancora rudimentale, ma con dei concetti già ben definiti. Dal versante inglese, infatti, si definisce il long passing game, composto da lanci lunghi alla ricerca della punta e della profondità. Dall’altra sponda prende piede il short passing game, con fraseggi corti e passaggi veloci. La filosofia che il leggendario Jimmy Hogan avrebbe portato in Austria, per poi ispirare il Wunderteam di Meisl. Risultato finale? 0-0, come giusto che fosse. Un’introduzione più che equa all’avvio di una lunghissima storia infinita.

Ci spostiamo avanti in avanti di 124 anni, precisamente il 13 giugno 1996. Il calcio torna nuovamente a casa, nell’Europeo ospitato dall’Inghilterra. Alcuni rumour parlano dell’intenzione di far sì che Scozia e i padroni di casa non vengano sorteggiati nello stesso gruppo. E invece eccole là, protagoniste del girone A. In seguito a un doppio pareggio all’esordio, a Wembley (sì, ancora qui), sono costrette a far punti per sperare di passare il turno. La tensione è altissima: Shearer porta avanti i suoi, gli scozzesi falliscono un penalty e Gascoigne dà il colpo di grazia definitivo. La Nazionale in kilt esce beffardamente a pari merito con l’Olanda, gli inglesi usciranno ai rigori contro i futuri campioni della Germania.

Inghilterra e Scozia oggi

Oggi, 18 giugno 2021, si ritrovano due compagini con spiriti differenti, ancora al nuovo Wembley Stadium. Il teatro rinnovato nel 2007, con una storica tripletta siglata di Giampaolo Pazzini con l’Under-21, vedrà una Scozia in grande spolvero. Dopo 23 anni di assenza dalle competizioni internazionali, infatti, c’è voglia di giocarsi ancora la qualificazione, a maggior ragione contro i rivali di sempre.

A capeggiare l’armata di Clarke dopo la sconfitta shock (o Schick, come preferite) ci pensa il capitano Robertson, esterno di buona spinta del Liverpool. Oltre a lui, tanta Premier League. Il ’97 Che Adams, 9 reti col Southampton in stagione, fino a McTominay, mediano del Manchester United. Si passa poi per Robert Fleck, col retrocesso Sheffield United, per concludere con John McGinn, corsa e qualità all’Aston Villa. Nell’altra metà campo, il talento non manca, soprattutto dalla trequarti in su. Da Kane a Mount, da Foden a Sterling, è crescente il desiderio di riportare un trofeo sul Tamigi da quel lontano 1966. Il Mondiale a casa propria, segnato dallo spettro del fol fantasma di Hurst. In seguito al quarto posto a Russia 2018, la squadra vuole dimostrare di essere matura e regalare una gioia al tifo inglese dopo anni di sofferenza e lacrime. Anni di vorrei, ma non posso.

Prima, però, i pub e le strade di Londra e Glasgow saranno sintonizzate all’unisono per l’evento dell’anno, il match rinnovato della tradizione. Football has come home again in Wembley.

Di Luca Ripari

Sono Luca Ripari, ho 26 anni e provengo da Perugia. Nel giugno 2019 mi sono laureato in Mediazione Linguistica, in inglese e spagnolo. Ho una grande passione per il calcio, tanto da aver dedicato la mia tesi finale a questo argomento, lo sport interconnesso con società e cultura. Ho iniziato a collaborare con alcune testate e anche la radiocronaca mi appassiona. Mi piace scrivere, raccontare di calcio, viaggiare e leggere.