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Se cercate record di precocità, Gianluca Busio li batte tutti o quasi. Debuttante a 15 anni in MLS, il terzo più giovane di sempre a giocare dal 1′, e più precoce marcatore, ha lasciato l’America per tentare l’avventura in Italia. Per un Venezia che vuole sempre più fare l’americano, con il patron Duncam Niederauer alla dirigenza e Tanner Tessmann sul campo.

Busio, numeri più che interessanti

Tra i giocatori osservati, era quello con i parametri statistici più rilevanti“. Questo quanto dichiarato da Paolo Zanetti in un’intervista a Radio Deejay, a testimoniare che l’acquisto più oneroso della storia dei lagunari, 6 milioni di euro, non può essere stato un caso. E allora Gianluca è tornato in quella terra che richiama fortemente le sue origini. Già, poiché il padre è bresciano e ha instillato in lui la grande ammirazione per Andrea Pirlo. Nato a Greensboro il 28 maggio del 2002, patria del metalcore della Carolina del Nord, si dimostra un talento precoce. Con il tempo, da giocatore prettamente offensivo, diventa un vero e proprio gioiello della mediana, potendo giocare da mediano, mezzala o trequartista. Cresciuto nei dilettanti del North Carolina Fusion, gli agenti dello Sporting Kansas City fiutano la sua bravura.

A soli 16 anni, allora, lascia la sua città natia per spostarsi in Missouri. Saranno tre anni di grande crescita, con ben 75 presenze, 8 gol e 9 assist. Numeri mica male per un teenager. La Serie A drizza le antenne su di lui. Il primo è il Sassuolo, ma il Venezia brucia tutti sul tempo e firma il colpo. Dopo un periodo di iniziale assestamento, le prestazioni stanno alzando il suo livello. Già in rete nella sfida salvezza col Cagliari al 92′, contro la Fiorentina ha sfoderato una grande gara, in fase di possesso e non possesso. Tutto questo a soli 19 anni di età.

Anche con la Nazionale, l’avventura è iniziata al meglio. Prima gara giocata nel luglio 2021 con Haiti in Gold Cup, poi vinta grazie al successo in finale sul Messico in un’insidiosa contesa ai supplementari. Il primo trofeo a soli 19 primavere. “Nel mirino ho i Mondiali del 2026 da giocare in casa“. Grandi prove per i prossimi anni.

Il futuro

Busio spera di dare il via a nuova linfa per gli Stati Uniti, che possono contare anche sul talento di Christian Pulisic e Giovanni Reyna. Una golden generation difficilmente rintracciabile negli anni. Nel frattempo, Gianluca si barcamena con i veneti, alla ricerca di una salvezza che, ad oggi, non pare impossibile. Nel ricordo dei pomeriggi passati a giocare con il fratello, capitano della squadra dell’Università della Carolina, e la famiglia con cui divide il suo sangue italiano. “Le mie origini italiane hanno giocato un ruolo importante perché in Italia, come sapete, il calcio è lo sport principale. Crescendo con mio padre, italiano, che guardava tutte le partite, ho desiderato di voler diventare come i professionisti che vedevo in televisione, così avrebbe potuto guardare me un giorno“. Ora immaginiamo i familiari raccolta ad ammirare le sue giocate. Del ragazzo in eterno connubio tra patria natia ed adottiva.

Di Luca Ripari

Sono Luca Ripari, ho 26 anni e provengo da Perugia. Nel giugno 2019 mi sono laureato in Mediazione Linguistica, in inglese e spagnolo. Ho una grande passione per il calcio, tanto da aver dedicato la mia tesi finale a questo argomento, lo sport interconnesso con società e cultura. Ho iniziato a collaborare con alcune testate e anche la radiocronaca mi appassiona. Mi piace scrivere, raccontare di calcio, viaggiare e leggere.