Why always me? Il 23 ottobre del 2011, Mario Balotelli, in forza al Manchester City, realizza una doppietta nel derby contro lo United e mostra una maglia che diventerà iconica nel tempo. “Perché sempre io?” si chiede Super Mario, dopo essere salito alla ribalta per vicende extra-calcistiche come l’esplosione di fuochi d’artificio nella sua abitazione inglese con tanto di intervento dei Vigili del Fuoco.
Why you again? A distanza di nove anni, qualcuno potrebbe chiedersi proprio questo. Già, perché quel ragazzino che prometteva tantissimo, non è mai esploso del tutto al contrario dei suoi fuochi d’artificio. E dopo quasi un decennio tra illusioni, un Europeo sfiorato e promesse mai mantenute, eccoci di fronte alla nuova “ultima opportunità” di Balotelli: il Monza di Berlusconi e Galliani. Se aggiungiamo anche la presenza di Kevin-Prince Boateng tra le fila dei brianzoli, sembra di ritrovarci ad una di quelle reunion tra ex studenti in pieno stile “Compagni di scuola”. Ma non sarà Super Mario a ricoprire il ruolo di Fabris, perché, nel bene e nel male, l’attaccante bresciano ha sempre continuato a far parlare di sé.
E pensare che nel 2009, a soli 19 anni, i massimi esperti calcistici parlavano di lui come uno dei migliori cinque giovani in Europa. Forza fisica, ottimo dribbling, senso del gol e buonissima tecnica, facevano di Balotelli una stella annunciata. I primi anni nell’Inter di Moratti, l’Europeo giocato da protagonista, il passaggio al City allenato da Mancini. La parabola dell’attaccante sembrava dover continuare a salire ma proprio sul più bello la curva ha iniziato a scendere vertiginosamente. Infortuni? No, perché non sono stati i guai fisici a influire principalmente sul centravanti di origini ghanesi, piuttosto i suoi comportamenti soprattutto fuori dal campo.
Dall’auto distrutta in un incidente, alle freccette lanciate dalla finestra contro i giovani della Primavera del City; dalle risse in allenamento a quelle nei locali di Manchester. Nella sua permanenza con i Citizen, quello che doveva essere uno dei migliori prospetti italiani si è trasformato in un Pierino vestito da calciatore. E come è risaputo, a meno che tu non risponda al nome di Gascoigne, Best o Maradona, la testa è un elemento fondamentale nello sport.
Ad inizio 2013 il Manchester City si disfa letteralmente di Balotelli, il quale approda al Milan dove rimarrà fino al 2016. Nel mezzo una parentesi poco fortunata al Liverpool. Il declino è ormai già iniziato, Mario tenta la risalita in Francia, tra le fila del Nizza prima e nell’Olympique Marsiglia poi ma il suo modo di essere continua a far da freno a mano alle indiscusse qualità tecniche. Nel 2019 torna in Italia, nella sua Brescia, ma fallisce anche questa opportunità: dopo pochi mesi arriva la rescissione del contratto.
Ed eccoci qui, in questi primi giorni di dicembre. Arriva la chiamata del Monza. Riecco Berlusconi e Galliani che abbracciano il figliol prodigo. “Questa è l’ultima occasione per Balotelli, l’ho bacchettato e lui lo sa” ha dichiarato l’ex Amministratore Delegato rossonero. Ripartire dalla serie B, a 30 anni, dopo una carriera che prometteva ben altro. Riuscirà stavolta Super Mario ad arrivare dalla sua principessa?
“Ancora tu. Ma non dovevamo vederci più? E come stai? Domanda inutile. Stai come me. E ci scappa da ridere”
