ilnapolista

Nuovo appuntamento con la rubrica “Il Quotidiano in Redazione”, dove quest’oggi abbiamo il piacere di ospitare il Dott. Massimiliano Gallo, direttore de ilnapolista.it, giornale online di opinione che si occupa prevalentemente di calcio, con a cuore le vicende della società partenopea.

  • Innanzitutto grazie direttore per aver accettato il nostro invito.

Grazie a voi.

Il Napolista nasce per gioco nel marzo 2010 da un’idea di Fabrizio d’Esposito e mia. Entrambi lavoravamo al Riformista e ci venne in mente di fondare un giornale sul Napoli che avesse una visione politica e che considerasse il calcio come cartina di tornasole per leggere Napoli.

  • Quali sono i pilastri su cui si basa il lavoro della sua redazione?

Cerchiamo di dare sempre un’interpretazione a quel pubblichiamo, non siamo un giornale di news sul Napoli ma un giornale che analizza i fenomeni calcistici da un punto di vista politico, proviamo a spiegarli, a fornire una chiave di lettura. E, al di là della testata che ovviamente ci contraddistingue, non ci occupiamo soltanto di Napoli.

  • Parlando di comunicazione sportiva, per lei quali sono i pro ed i contro di occuparsi di una società di calcio di una grande città che, a differenza magari di Roma o Milano, ha solo una squadra di grande livello?

Napoli offre l’opportunità, attraverso il Napoli, di parlare anche della città. E il nostro è un modo che rifugge gli stereotipi e i luoghi comuni. Questo fa il Napolista: il calcio è un modo per parlare di Napoli e dei napoletani. Non so se altrove sia possibile, proprio perché noi non siamo un giornale che si occupa esclusivamente di calcio. Il calcio per noi è l’occasione per scrivere di altro. Napoli non ha una seconda squadra e quindi le divisioni, che sono fisiologiche, sono soprattutto tra noi napoletani.

  • Qual è la sezione più apprezzata dai tifosi all’interno del vostro portale?

Sicuramente le pagelle post-partita sono molto lette. È un format originale, a doppia voce, con Ilaria Puglia che fa il contorcano a Fabrizio d’Esposito. Sono molto seguite anche l’analisi tattica di Alfonso Fasano, così come la rubrica di Gianni Montieri. In genere, c’è molta attenzione alle analisi politiche relative al Napoli.

  • C’è collaborazione tra la sua redazione e la società partenopea?

C’è il fisiologico rapporto tra un giornale che si occupa di un club e il club.

  • Presidente di calcio, imprenditore, uomo di spettacolo in un certo senso. Come descriverebbe il personaggio De Laurentiis?

De Laurentiis è un visionario, un imprenditore che guarda decisamente avanti. Ha meriti enormi nella costruzione di questo Napoli che è stabilmente ai vertici del calcio italiani ormai da dieci anni. Uno dei nodi che contraddistinguono il Napolista è proprio questo: il nostro apprezzamento per De Laurentiis che è contestato invece da parte della tifoseria. È certamente un uomo sopra le righe ma bisogna fare attenzione: una cosa sono le uscite pubbliche, un’altra la gestione aziendale che invece è molto attenta e oculata. Il Napoli è una delle pochissime società di Serie A ad avere bilanci sani. Senza che questo sminuisca la forza del club, come dimostrano i risultati.

  • La nostra società è ormai segnata e condizionata dai social media. Nel calcio i giocatori e, spesso, anche i presidenti li usano per lanciare quasi dei comunicati stampa, sicuramente più informali. Qual è il suo pensiero a riguardo?

Non sono contrario all’uso dei social, ovviamente a fare la differenza sono sempre i contenuti. In questo modo i tifosi sono in contatto con i calciatori che, contestualmente, hanno ridotto la partecipazione a quelle che potremmo definire modalità classiche di comunicazione.

  • Qual è invece il suo pensiero sul Gattuso allenatore del Napoli?

Sono tra i pochi non favorevoli al suo rinnovo. È un allenatore giovane, certamente in crescita come ha dimostrato anche a Napoli dove però ha commesso importanti errori dovuti all’inesperienza, anche nella gestione di più competizioni. Gode di ottima stampa. È uno dei pochi a riscuotere più successi mediatici che sul campo.

  • A livello emozionale, cosa si prova ora leggendo: “Stadio Diego Armando Maradona”?

Per me nulla. Io ero legato al nome “San Paolo”, avrei lasciato il doppio nome. Non avrebbe minimamente sminuito l’immensità di Maradona.

  • Che voto attribuisce alla stagione del Napoli?

Se il Napoli dovesse entrare in Champions, sarebbe una stagione da 6,5. Se non dovesse centrare la Champions, sarebbe una stagione insufficiente, al di sotto del 5, considerando l’eliminazione in Europa League dal modesto Granada, la modestia della Juventus e i tanti punti perduti in campionato contro squadre di bassa classifica.

Grazie ancora direttore, è stato un vero piacere averla avuta come nostro ospite, aprendoci virtualmente le porte della sua redazione e conoscendo meglio il suo pensiero riguardo diverse tematiche che ruotano attorno al mondo Napoli Calcio.