Il corto muso si allunga… Trovando spazio nell’Enciclopedia Treccani. Dopo il tiraggir, dunque, è il momento dell’ingresso nei vocaboli della conoscenza anche per Massimiliano Allegri. Che dopo la disfatta di Champions League col Chelsea trova il modo per consolarsi.
Corto muso, l’origine dell’espressione
Chi ha seguito bene le conferenze stampe del tecnico livornese, avrà sicuramente notato la sua grande passione dell’ippica, trasmessa dal nonno. Ricordate la sua metafora sul cavallo del Minnesota? Ebbene, quella in questione ha un origine ancora più datato. Il 13 aprile del 2019, un post gara a seguito di una deludente sconfitta per 2-1 contro la SPAL, Allegri rispose a una domanda su come vincere lo Scudetto in maniera pragmatica. “Per vincere basta mettere il musetto davanti, corto muso“. Effettivamente, nell’ambito dell’equitazione, vincere di corto muso significa farlo per un soffio, grazie al sporgente muso dell’animale. Da quel momento in poi, il web impazzisce letteralmente. Dal “horto muso“, per canzonare la parlata livornese, alle ironie sulle numerose vittorie risicate per 1-0: ce n’è stato per tutti i gusti. O meglio dire, per tutti i musi.
Questa la voce che la nota enciclopedia ha riportato: “Allegri in conferenza stampa parla del fatto che il vantaggio, pur ampio della sua squadra, conta poco. In fondo, spiega, per vincere lo scudetto basta arrivare un punto sopra il Napoli. E per sottolineare il suo concetto usa una metafora: nell’ippica, il cavallo che vince la corsa può arrivare al fotofinish anche pochi centimetri prima dell’avversario, mettendo davanti semplicemente il muso. “Corto muso” è l’espressione tecnica con cui si indica questa situazione“.
Di vittorie di questo tipo, questa stagione, ne abbiamo viste a bizzeffe: ben 5 sfide con Fiorentina, Chelsea, Zenit, Roma e Torino sono terminate col punteggio di 1-0. Più altre due vinte per 3-2, contro le liguri Sampdoria e Spezia. In più occasioni, tuttavia, il corto muso si è rivoltato contro, come nelle contese con Empoli, Sassuolo, Napoli e Verona. Eccezioni alla regola, la doppietta di Bonucci di rigore alla Lazio e le 4 scoppole rifilate dal Chelsea. Perché, si sa, di corto muso non si può sempre vivere.