“Dybala è un simbolo della Juventus, ha fatto la differenza in più circostanze, è un grande calciatore. Lo ha dimostrato anche quando è rimasto ai margini. Una volta chiamato in causa ha fatto vedere il suo valore. Credo che la Juve farebbe bene a non privarsene, di giocatori di questa classe in giro ce ne sono pochi”: a parlare, in un’intervista di alcuni mesi fa (giugno 2020) è proprio Paolo Rossi, per tutti Pablito.
E ci piace pensare che non sia del tutto casuale se proprio il giorno in cui l’eroe di Spagna ’82 viene commemorato in tutti gli stadi d’Italia, coincida anche con il ritorno al gol di Paulo Dybala. L’ex attaccante di Vicenza e Juventus (tra le altre), infatti, non ha mai nascosto la sua profonda stima nei confronti dell’argentino, anche nei momenti di difficoltà.
La voce di Nando Martellini riecheggia all’interno dello stadio Ferraris di Genova, al termine del minuto di silenzio assoluto osservato prima del fischio d’inizio: “Campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo”. Mentre i (pochi) presenti applaudono, uniti nel ricordo di un grande campione e di un grande uomo, dentro e fuori dal campo.
Le squadre, fino a poco prima radunate intorno al cerchio del centrocampo, si schierano sul terreno di gioco. Pronti, via. Inizia Genoa-Juventus. Una sfida alla quale i bianconeri arrivano al termine di una settimana importantissima, culminata con la vittoria, in rimonta, nel derby contro il Torino e soprattutto con la superba prestazione al Camp Non di Barcellona, dove i blaugrana sono stati letteralmente annichiliti dalla squadra di Andrea Pirlo.
Ad affrontarli, questa sera, c’è il Genoa, in piena difficoltà ed invischiata in zona retrocessione, alla ricerca spasmodica di punti. Non una sfida facile, considerando anche che nella formazione rossoblu ci sono schierati ben tre giocatori che, nel recente passato, hanno anche indossato la maglia bianconera: Perin, Sturaro e Pjaca. E che non vedono l’ora di dimostrare il proprio valore contro la loro ex squadra.
Ed è proprio uno di loro, Sturaro, che riesce ad agguantare il momentaneo pareggio, al 61′. Quattro minuti prima, infatti, c’era stata la bellissima rete di Paulo Dybala. L’argentino, approfittando di una spizzata di testa molto intelligente di Mckennie (a proposito, che giocatore straordinario lo statunitense, davvero di altissimo livello) si propone in area, seppur da posizione piuttosto defilata. L’attaccante bianconero sterza bruscamente, con un movimento ad eludere il suo diretto avversario, e si porta la palla sul sinistro. Rasoiata, rasoterra, sul primo palo, che coglie in controtempo Perin, e gol del vantaggio juventino.
Per Dybala è la prima rete in questo campionato, la seconda stagionale. Una sorta di liberazione. Ed è per questo motivo che, dopo aver segnato, corre verso la panchina ad abbracciare Andrea Pirlo, che non ha mai smesso di credere in lui e che ha avuto la pazienza di aspettare il suo ritorno. Un abbraccio sentito, sincero, quello tra l’argentino ed il tecnico della Juve. Che diventa un po’ la copertina di questa serata.
Ci sarebbe addirittura spazio per la doppietta (per giunta in rovesciata), ma l’arbitro annulla per fuorigioco. Successivamente salirà in cattedra il solito Cristiano Ronaldo, che con due gol su calcio di rigore, porterà il risultato sul definitivo 3-1 per la Juventus. Ma gli occhi sono ovviamente tutti per la Joya, tornato ad essere finalmente decisivo, in una serata dal sapore speciale. Senza alcun dubbio.