Kokorinfonte: account Instagram ufficiale Aleksnder Kokorin

Il mercato di riparazione è un po’ come quando si veniva rimandati a settembre. Quando cercavamo di mandare a memoria le antologie di Montale o atroci equazioni di secondo grado. Con la pretesa di farlo alle ultime due fermate del bus o, peggio, tra gli olezzi e i murales dei bagni del liceo. Allo stesso modo, i presidenti e dirigenti sportivi tentano, in queste ore frenetiche, di rimediare ai danni o alle manchevolezze compiute nelle estati ruggenti, prima dei consueti ritiri. Il calcio è cambiato, quasi nessuna formazione è completa ai nastri di partenza. Si cerca di cominciare così, come portafoglio comanda, covando la speranza di potersi rimettersi in riga nella sessione invernale di mercato. Ma tra il calcio e la scuola corre una differenza sostanziale. Con due piccole domande alla lavagna, probabilmente concordate, si riesce a sfangarla. In partita, se mandi una vecchia ciabatta sul dischetto del rigore, rischi di retrocedere. Poi la storia del mercato è perlopiù paradossale. Tutti sanno che non è il momento dei grandi affari, non circola il becco di un quattrino. I migliori sono già maritati. Procuratori sudati e in ansia per i loro assistiti cercano di piazzare le ultime trappole per garantire l’ultimo ingaggio, l’ultimo squillo. E non importa se gli arti inferiori hanno superato i 100mila kilometri. Si può sempre scaricare il tachimetro per aggirare il presidente sospettoso o il direttore sportivo che fa troppe domande. Eppure si spera ugualmente. Si insiste nel chiamarli “colpi” (che a nostro parere è un’accezione esclusivamente positiva), anche se negli ultimi anni abbiamo sentito più pernacchie che boati. Nonostante ciò riteniamo interessante la decisione presa dal Milan di affidare a Mandzukic il posto che Ibra, ogni tanto, lascerà libero ob torto collo. Riteniamo l’ingaggio del croato una mossa di qualità, anche per le doti del ragazzo che è sempre stato serissimo e tenace, sul campo e non, pensando esclusivamente ad allenarsi. Mario, una volta raggiunta la giusta forma, sarà un problema per tutte le difese. Non tanto convincente invece è sembrata, agli addetti ai lavori, la mossa della Fiorentina di riempire il carrello della spesa presso l’indigesto (per il calcio italiano) supermercato russo. In arrivo dallo Spartak Mosca l’attaccante Aleksandr Kokorin, classe 1991, già in forza alla Dinamo Mosca e Zenit San Pietroburgo. Parole positive, sul nuovo acquisto viola (visite mediche nel pomeriggio del 25 gennaio), quelle di Fabio Capello e Roberto Mancini. Hanno conosciuto molto bene il moscovita, per averlo allenato rispettivamente con la nazionale russa e con lo Zenit. Non un grande impatto quello di Kokorin con il calcio italiano, quando il 12 marzo 2015, con la maglia della Dinamo di Mosca, scoprì la furia del “Pipita” Higuain. Tripletta dell’argentino e 3-1 per il Napoli in un ottavo di finale di EL.

Le società italiane non si sono mai troppo impegnate a pensare al bacino russo come fonte di possibili affari. Per tutta una serie di motivi, anche sociali. Infatti, alcuni esperti del settore, come dicevamo, non hanno perso tempo, mostrando tutto il loro dissenso per l’operazione voluta dalla dirigenza viola. Il noto intermediario di mercato Vincenzo Morabito ha definito “in genere rischiosi” gli acquisti di giocatori russi, introversi e con abitudini che mal si conciliano con altre culture sportive. Una lunga serie di infortuni, cominciati dal 2018, lo hanno portato a stare più fuori che dentro al campo e “se lo Spartak se ne priva ci sarà un motivo”, ha chiosato Morabito.

Molto più pesante il giudizio di Giorgio Kudinov esperto di calcio russo per la Gazzetta. “Chi l’ha preso rischia il posto di lavoro”, “allo Spartak stanno stappando bottiglie di champagne”. Questa l’opinione.

Il lettore che non conosce la storia del centravanti, deve sapere che tutta questa negatività è espressa quasi esclusivamente per la sua condotta privata. Al matrimonio di un amico si fa ritrarre mentre spara in aria con due pistole. Agli europei del 2016 il Galles infligge una vera umiliazione alla nazionale russa (3-0). Il neo acquisto viola, nonostante i tifosi inferociti, si reca al Twiga di Montecarlo dove affoga i dispiaceri con 250mila euro di champagne. Poi l’episodio più grave di tutti. La detenzione. Poco meno di un anno a Belgorod, una colonia penale inserita in un contesto boschivo ai confini con l’Ucraina (in Russia non si scherza). Aggressione in un bar ai danni di un funzionario governativo. Poi finalmente la condizionale ottenuta il 17 settembre 2019, non prima però di essere diventato, manco a dirlo, il pilastro della rappresentativa calcistica penitenziaria. Cronache russe ci narrano del pentimento di Kokorin che, durante il periodo detentivo, ha assiduamente frequentato la chiesa, passando il resto delle giornate immerso nell’opera di Dostoevskij “Delitto e Castigo”.

Speriamo non debba essere castigata la società del presidente Commisso per questa scelta coraggiosa. In tempi difficili non vogliamo che nessuno possa perdere il lavoro, soprattutto per una quisquilia come la scelta di un calciatore. Se così non fosse, ci arriva la notizia che nella biblioteca di Sollicciano (il carcere di Firenze ndr) sarà possibile meditare leggendo “Arcipelago Gulag” di Aleksandr Solzenicyn.