Agilità, eccellente tecnica individuale e imponente forza fisica: sono solo alcune delle caratteristiche che hanno segnato la carriera di Davide Moscardelli. L’affetto dei tifosi lo ha spinto (in campo e fuori) a dare sempre di più. 721 presenze nelle varie categorie e 219 gol a coronare una carriera durata più di 20 anni.
Ciao Davide, innanzitutto come stai. Com’è per te vedere il calcio davanti ad un televisore e viverlo al di fuori del rettangolo di gioco?
Ciao Jacopo, sto bene. Mi sono preso un periodo per stare con me stesso, godermi la famiglia, i figli. Guardo il calcio in tv un po’ come prima anche se le emozioni che vivo sono diverse. Mi manca il rettangolo di gioco, l’arrivo allo stadio, il post partita, un po’ tutto.
La mancata qualificazione dell’Italia ai prossimi mondiali ha suscitato enormi discussioni sull’operato dell’attuale tecnico della nazionale Roberto Mancini. Quest’ultimo, solo pochi mesi fa, veniva osannato per la vittoria agli europei.
Si è messo in discussione un po’ tutto, a partire dal “sistema” calcio in Italia. Anche il mister Mancini è finito sotto processo purtroppo, siamo abituati ad avere la memoria corta. Quando una squadra non gira, il primo responsabile è sempre l’allenatore. Certo, non andare al mondiale per la seconda volta consecutiva è una sorta di dramma sportivo ma il problema è stato arrivare allo spareggio: si doveva e si poteva passare il turno prima. Solo il tempo potrà dirci se la scelta di confermare il tecnico di Jesi sulla panchina della nazionale sarà giusta o sbagliata.
Uno dei problemi negli ultimi anni degli azzurri è stata sicuramente la scarsa vena realizzativa degli attaccanti. Tu, da bomber, pensi sia più un problema di singoli o di poca fantasia nella manovra offensiva della squadra?
Dai nomi che sono circolati e che sono presenti in rosa, gli attaccanti non dovrebbero essere un problema, anzi (ride). Sicuramente è un problema di moduli o tipologia di gioco che nei vari club di Serie A sono totalmente diversi da ciò che viene messo in pratica in nazionale. Immobile ne è un esempio eloquente. Anche una manovra offensiva poco efficace sicuramente ha inciso in questo percorso anche se era davvero complicato fare qualcosa di diverso nella partita contro la Macedonia. Se non la sblocchi fai fatica e così è stato.
Si parla molto spesso di rifondazione. Negli anni sono cambiati gli interpreti in campo e fuori, sono stati lanciati molti giovani. Eppure, a tradire il ct sono stati i campioni di questa nazionale: Insigne, Jorginho, Immobile per fare alcuni nomi. È giusto trovare sempre una scusa per i propri fallimenti (“ci sono pochi giovani italiani in Serie A”) quando poi non è proprio così? Soprattutto perché quelli bravi (vedi Zaniolo, Chiesa, Scamacca, Frattesi) giocano stabilmente nelle proprie squadre.
Si è parlato di rifondazione ma lo stesso discorso è stato fatto dopo la debacle con la Svezia. I giocatori che ci hanno trascinato all’europeo hanno fatto un po’ fatica dopo. Si spera che si possa ripartire grazie ai giovani che ci sono e sono di qualità. Come hai detto tu, ci sono già talenti che giocano e hanno molta esperienza in Serie A. L’esperienza in campo internazionale, che forse è un po’ quello che manca, arriverà. Mancini è stato bravo ad esempio a convocare in passato Zaniolo che non aveva ancora fatto una presenza in campionato. Lui ci crede nei giovani e difficilmente sbaglia.
Capitolo Roma. Tu sei un grande tifoso dei giallorossi. Come giudichi fin qui la loro stagione?
La stagione è fin qui positiva. Ci si aspettava molto ad inizio stagione visti gli investimenti fatti dalla proprietà.
Mourinho è sicuramente un allenatore vincente. Dopo un inizio vissuto tra alti e bassi, sembra aver trovato la giusta quadra. Pensi sia l’uomo giusto per questa squadra?
Mourinho è sicuramente l’uomo giusto per l’ambiente Roma. Non so se è quello giusto per la squadra. Nei momenti difficili ha fatto da parafulmine come solo lui sa fare. Su quello sta facendo un grandissimo lavoro e anche a livello di gioco sta facendo molto bene. Ha agguantato il 5° posto e la strada intrapresa sembra sia quella buona.
Tammy Abraham è uno dei leader tecnici di questa rosa. Al suo primo anno in Serie A sta stupendo tutti per continuità di rendimento e gol. Ti aspettavi un impatto così devastante? In cosa può ancora migliorare?
Abraham sta facendo più di quello che ci si aspettava ad inizio stagione. Onestamente, lo conoscevo poco. Sta facendo bene e gol soprattutto, che è quello che conta per un attaccante. È sicuramente una sorpresa positiva anche se ci sono ampi margini di miglioramento sotto l’aspetto del sacrificio in fase difensiva per aiutare la squadra nei momenti complicati della partita. Ma il tempo è dalla sua parte.
Se per Pellegrini il futuro in giallorosso sembra certo, non si può dire lo stesso di Zaniolo (finito nel mirino della Juventus per il post Dybala). È un giocatore sul quale punteresti oppure di fronte ad una giusta offerta la sua partenza potrebbe portare benefici per finanziare altri investimenti?
Zaniolo non so se andrà via. Anche con l’offerta giusta ci sarebbe molto da ragionare. È un giocatore forte, giovane che ha grandi margini di crescita. Sarebbe positivo se rimanesse a Roma.
Chi vince lo scudetto?
Il Milan.
Quali sono i tuoi programmi per il futuro?
Mi piacerebbe fare il commento tecnico delle partite, anche se non è semplice arrivare lì. Parlare di calcio è sicuramente il mio obiettivo futuro perché è ciò che amo e che mi piace fare. Ho sempre fatto il calciatore e non vorrei uscire definitivamente dal mondo del calcio. Il campo ormai basta.
Grazie per la tua disponibilità Davide, a presto. In bocca la lupo per tutto.
Grazie a te Jacopo, a presto.