La vita di Christian Eriksen potrebbe dividersi in due tempi.
Il primo tempo, quello incredibile, vissuto da vero idolo. Grande centrocampista, uno dei più forti della sua generazione. Ammirato e osannato in campo. Vincitore di quattro scudetti e di una Supercoppa. Campione premiato per quattro volte come Calciatore danese dell’anno. Un uomo che non avrebbe potuto chiedere di più alla vita: soldi, successo, fama, benessere.
Poi succede che in un giorno d’estate, durante un campionato europeo, il destino fino a quel momento benevolo vuole riprendersi tutto. E sono bastati solo 5 minuti per ricordare, qualora ancora qualcuno non se ne fosse accorto, che dietro a un campione c’è prima di tutto un uomo.
In quei 5 minuti Christian Eriksen è praticamente morto per arresto cardiaco. Per poi tornare da noi.
Ed è da lì, da quei 5 minuti che il centrocampista inizia il suo secondo tempo.
La vita gli regala una seconda possibilità, che non vuole sprecare. Cercherà di fare ritorno alla normalità e chissà, un giorno anche al calcio giocato.
Non si perderà d’animo e con forza, audacia e coraggio oggi ha raggiunto il suo obiettivo. Gli viene impiantato un defibrillatore sottocutaneo, un dispositivo salvavita, che nonostante non gli permetta di fare ritorno all’attività sportiva in Italia e quindi all’Inter, gli farà ottenere l’idoneità sportiva in Inghilterra.
E così come nelle favole a lieto fine, Christian Eriksen torna a giocare su un campo di calcio e che calcio! Rivedremo il centrocampista in Premier League, uno dei campionati più affascinanti e spettacolari d’Europa. A sceglierlo è il Brentford, con cui ha firmato un contratto fino a fine stagione. Il calciatore molto probabilmente scenderà in campo già settimana prossima contro il Manchester City.
Il mondo intero che si è commosso per e con lui, tutti i tifosi che hanno pianto, pregato e poi tirato un sospiro di sollievo lo accompagnerà da lontano in questa nuova avventura.
Quello che ci chiediamo però è altro: era davvero necessario?
Era necessario dopo aver rischiato la vita ricominciare proprio da dove tutto stava per finire? Eriksen sfiderà il destino ancora una volta. Quanto è giustificabile la passione per la propria professione?
Non rischiamo che questa favola a lieto fine diventi un pericoloso gioco d’azzardo?