Sono tanti gli under 22 impiegati, chi più chi meno, ad Euro 2020 dalle rispettive nazionali. Dimostrazione, questa, della voglia di puntare sui giovani, dando loro occasioni e minutaggi importanti in modo da crescere al fianco dei senatori e giocatori più esperti.
E allora, perché non provare a stilare, per rendimento, una Top 11 dei migliori under 22 di questo Europeo?
Quattro le partite per ora giocate, tre dei gironi più gli ottavi, molti ad aver avuto il proprio spazio e il 433 come modulo.
1) Gianluigi Donnarumma, Italia
Titolare inamovibile della porta dell’Italia per quattro partite su quattro. Gol subiti? Solamente uno. Clean sheet? Ben tre, ogni match del girone. Non hanno abbattuto l’ex muro rossonero né la Turchia di Yilmaz, né la Svizzera di Shaqiri o il Galles di Bale. Rendimento migliore di Courtois e secondo solamente a Pickford dell’Inghilterra, la cui porta è ancora inviolata.
Il timore che il caos rinnovi con il Milan potesse incidere sulle sue prestazione era concreto. I fatti, invece, lo consolidano come uno dei migliori portieri del panorama mondiale.
2) Josko Gvardiol, Croazia
Tolta la prestazione da horror contro la Spagna, il terzino sinistro di proprietà del Lipsia è stato titolare in tutti e quattro i match disputati.
L’ingenuità negli ottavi di finale (si è fermato a bere proprio nel momento in cui è nata l’azione offensiva che ha portato al momentaneo 1-3 di Torres, di cui era il diretto marcatore) non pregiudica comunque il buon percorso europeo da parte del difensore croato classe 2002, che se a 19 anni si ritrova ad essere titolare inamovibile della sua nazionale ha sicuramente, per alcuni cali di attenzione e sviste, tutte le attenuanti del caso.
3) Jurrien Timber, Olanda
Difensore centrale classe 2001, vent’anni compiuti proprio durante la partita vinta con l’Austria del 17 giugno. In quell’occasione è rimasto in panchina, ma l’olandese giocatore dell’Ajax si sta decisamente mettendo in mostra durante questo Europeo. Titolare contro l’Ucraina nella prima partita dei gironi, battendo la concorrenza di Aké e Blind nel sostituire un colosso come De Ligt e impiegato contro la Macedonia del Nord come cambio al 45′ di un gigante come De Vrij. Sedici i palloni recuperati in tre match, una media di uno ogni otto minuti. E allora, i presupposti per essere il futuro dell’Olanda ci sono tutti.
4) Matthijs De Ligt, Olanda
Disastroso con la Repubblica Ceca (è probabilmente il suo fallo di mano ed annessa espulsione a mettere la pietra tombale sul cammino europeo dell’Olanda) ma De Ligt, a soli 21 anni, ha già un carrello di esperienza degno dei più anziani. E non sarà certo un singolo errore, seppur pesante, a macchiare un percorso che il centrale juventino aveva svolto, fino a quel momento, ad alti livelli. Non a caso, nonostante l’abbondanza nel reparto, è il titolare della sua nazionale da ormai tre anni.
5) Vitalij Mykolenko, Ucraina
Novanta minuti con l’Olanda e la Macedonia del Nord, ottantacinque con l’Austria e panchina agli ottavi contro la Svezia.
Il ventiduenne di proprietà della Dinamo Kiev si sta prendendo da tempo il suo spazio in Nazionale. Shevchenko (l’ex campione di Milan e Chelsea è l’attuale ct dell’Ucraina) stima molto il ragazzo e ne è la prova il fatto che, nonostante qualche prestazione opaca a causa delle grandi pressioni, lo stia schierando titolare in quasi ogni occasione sin dal 2018, quando aveva solo 20 anni. E, in questo Europeo, sta continuando esattamente su questa linea.
6) Phil Foden, Inghilterra
In un Inghilterra in cui la concorrenza è tanta, per non dire troppa, il classe 2000 è riuscito ugualmente a trovare il proprio spazio.
Titolare in due partite su quattro: contro la Croazia e nel derby con la Scozia, in cui tutta la squadra di Southgate è risultata anonima e lui non è stato esente. Il bottino del gioiellino del Manchester City non prevede gol, per ora, ma solo un palo a dir poco sfortunato.
Palla al piede è a tratti imprendibile, le sue giocate quasi sempre di grande qualità. Motivo per cui le aspettative sul giocatore valutato 80 milioni (fonte Transfermarkt) sono alte, ma gli inglesi sanno bene che caricare un talento del genere di pressioni sarebbe solamente deleterio. E quindi si godono il suo talento, pur accettando qualche errore.
7) Declan Rice, Inghilterra
Nato nel 1999, mediano e titolare inamovibile dell’Inghilterra da poco più di due anni.
Il giocatore di proprietà del West Ham sta continuando a stupire tutti, tanto che Southgate non riesce a farne a meno in mezzo al campo.
È lui il vero (e fondamentale) filtro a centrocampo di una nazionale a grande trazione anteriore. Ferma le incursioni avversarie con il carisma e la sicurezza tipica dei più esperti, ma ha solo 22 anni. Contro la Germania negli ottavi di finale, poi, prestazione di livello assoluto. E se l’Inghilterra non ha ancora subito un gol in questo Euro 2020 il merito è, assolutamente, anche il suo.
8) Mason Mount, Inghilterra
Centrocampo tutto all’inglese, ma se si parla di under 22 come si potrebbe escludere Mason Mount? Il neo vincitore della Champions League con il Chelsea ha stregato tutti, non solo con il club ma anche in Nazionale.
Titolare nella prima parte di Euro 2020, poi stop obbligato a causa della quarantena per il covid. Una scheggia impazzita contro la Croazia e unico ispirato nella partita sotto tono con la Scozia. Suo infatti l’assist in occasione del palo di Stones, così come sue sono state le conclusioni più pericolose.
9) Pedri Gonzalez, Spagna
Il trequartista spagnolo è a secco di gol o assist, ma a diciotto anni ha già trovato il modo per prendersi la Spagna.
Neanche un minuto saltato in quattro match, compresi i supplementari contro la Croazia.
Con la Slovacchia nascono dai suoi piedi le azioni del 2-0 e del 4-0, personalità da vendere, la serenità in campo dei grandi campioni. Tolto l’errore sul momentaneo 1-0 degli ottavi di finale, fin qui il suo europeo è semplicemente ottimo. Sia a livello assoluto, che in relazione alla giovane età.
10) Ferran Torres, Spagna
È giovanissimo, ma questo non gli ha impedito di giocare tutte le partite e di comparire anche sul tabellino dei marcatori.
Sono infatti due i gol da parte dell’attaccante del Manchester City (entrambi nelle due manite della Spagna, contro Slovacchia e Croazia), più un assist. Uno di questi, tra l’altro, realizzato di tacco.
Senza ombra di dubbio sarà un nome che, per molti anni, vedremo spesso nella nazionale spagnola.
11) Alexander Isak, Svezia
Nessun gol per la punta svedese ma ben due assist.
Il classe 99 originario di Solna, tra i giovani attaccanti, è quello che più si sta facendo notare.
A tratti imprendibile sia nel gioco aereo che palla al piede. Contro la Slovacchia ha sfornato l’assist per il rigore poi trasformato da Quaison, contro la Spagna ha mandato in crisi tutta la difesa spagnola nelle uniche due vere occasioni che ha avuto. La certezza è che, del ventunenne in forza alla Real Sociedad, ne sentiremo parlare ancora per molto.