Juve Stabia

Ore 15, posticipo domenicale tra due matricole che stanno davvero ben figurando in questo campionato cadetto, non solo veleggiando con il vento in poppa verso una facile salvezza, ma anche guardando con fiducia un po’ più in là, a tutto quel che viene di guadagnato dopo aver raggiunto la quota salvezza. Che invero dovrebbe essere più o meno già raggiunta per entrambe, o quasi. Il Cesena è alla seconda interna consecutiva dopo il buon pareggio contro lo Spezia, che aveva dato diversi segnali positivi. E dopo la sosta per le nazionali cerca conferme e risposte sul proprio prossimo futuro. I bianconeri ritrovano Klinsmann e Mangraviti con Antonucci che va a dar manforte in avanti a Shpendi. Squadra che vince non si tocca, per cui la Juve Stabia riconferma quasi l’intero blocco che aveva superato il Modena nello scorso turno, fatta eccezione per Bellich al posto di Quaranta.

Arbitra il signor Marcenaro di Genova, lo stop di sabato della Cremonese (fermata in casa dal Cittadella) e soprattutto la sconfitta del Catanzaro, non servono a buttar benzina sul fuoco delle due dirette concorrenti contrapposte al “Dino Manuzzi”. La prima fase è prettamente di studio, gli ospiti provano a prendere il pallino del gioco ma non trovano le geometrie giuste: il tentativo più pericoloso è con Adorante al 9′ ma il suo colpo di testa è più potenzialmente che realmente pericoloso, con la retroguardia locale che spazza decisa. I padroni di casa preferiscono invece puntare sulle ripartenze e ci mettono un po’ ma al 19′ è bravo Calò a liberare il prodotto del vivaio romagnolo Berti in spaccata, purtroppo poco potente e angolata con l’estremo stabiese Thiam che abbraccia la palla in tranquillità.

L’azione è il preludio al goal che viene però realizzato dalla parte opposta, frutto dell’imperizia di Mangraviti che anticipa il suo portiere su un traversone proveniente dalla destra di Piscopo, ma finisce per deviarlo nella propria rete.

A parte un goal giustamente annullato ai campani per fuorigioco e un precedente malore di un tifoso nei distinti, che aveva tenuto il resto dello stadio con il fiato sospeso, la frazione si chiude senza altre sorprese e con gli applausi d’incoraggiamento per le due squadre e per lo stesso tifoso bianconero ripresosi senza ulteriori problemi.

La ripresa vede subito due novità con Leone che esce per far spazio a Buglio nella Juve Stabia e soprattutto con l’ingresso di Tavsan al posto di Antonucci nel Cesena, mossa che restituirà molta più vivacità al Cavalluccio. Paradossalmente però è di nuovo la Juve Stabia a segnare con Adorante che anticipa tutti sul cross di Floriani e segna il 2-0 per i gialloblù.

È un altro Cesena però, molto più reattivo del primo tempo che non perde tempo a mortificarsi, spingendosi in avanti e arrivando al tiro all’11’ con Francesconi liberato da Shpendi, che aspetta però un secondo di troppo e viene ribattuto in angolo dalla difesa. Azione fotocopia un minuto dopo con Tavsan sulla destra che si mangia tutti, arriva sul fondo, la mette in mezzo per Shpendi che, dopo quattro mesi, ritrova finalmente il goal di potenza e rabbia.

È la fase più viva della partita, le Vespe hanno un’occasione gigante per richiuderla al 15′ grazie a una delle solite amnesie della retroguardia romagnola, fortuna per loro che Fortini tutto solo fa cilecca e Adorante arriva scomposto alla ribattuta, non riuscendo a deviare verso la porta.

Ancora l’olandese Tavsan si mangia tutti sulla fascia, si allarga per il tiro ma carica troppo e non centra nemmeno lo specchio della porta. La fase finale della gara è caratterizzata dal prevedibile forcing finale del Cesena, con gli avversari che si difendono con ordine cercando di amministrare il vantaggio, la possibilità migliore ce l’ha il neo-entrato Russo, ma l’attaccante in prestito dal Sassuolo non ha la cattiveria giusta e a parte un fallo di mano in area, che fa gridare di indignazione i tifosi bianconeri, non succede più nulla e sono quindi gli stabiesi a rivelarsi la più terribile delle matricole e lanciare il proprio guanto di sfida ai playoff. Peccato per il Cesena ma con sette partite ancora da giocare, c’è ancora tempo per sognare.

a cura di Matteo Falcone