Continua a tenere banco il caos tamponi in casa Lazio dove, questa mattina, sul libro degli indagati della Procura è apparso il nome di Walter Taccone, presidente del CDA del laboratorio “Futura Diagnostica” di Avellino. Le ipotesi di reato contestategli sono: falso, truffa ed epidemia colposa.
La Procura della Repubblica di Avellino, a seguito dei sequestri dei tamponi e dei referti degli esami effettuati su giocatori e staff della Lazio, vuole vederci chiaro sul perchè i risultati dei test di Futura Diagnostica siano diversi da quelli di Synlab (cui fa riferimento la UEFA) o Campus Biomedico.
Intervenuto a Radio Punto Nuovo, il diretto interessato ha voluto precisare che il suo è “un laboratorio di una serietà riconosciuta a livello nazionale. Abbiamo sempre lavorato nel massimo della correttezza e trasparenza”.
Taccone riassume in questo modo la vicenda “Il giorno 6 – novembre – abbiamo ripetuto i test su questi tre ragazzi, che poi sono andati spontaneamente a farsi ricontrollare al Campus Biomedico […] Per il nostro laboratorio, Immobile, Strakosha e Lucas Leiva sono negativi per tutti e tre i geni. […] Dopo il risultato del Campus Biomedico su i tre prima citati, abbiamo effettuato un secondo controllo, appoggiandoci ad un laboratorio di Napoli, MeriGen. Anche lì hanno appurato l’assenza dei tre geni per Strakosha e Lucas Leiva, servendosi un ulteriore controllo solo per il tampone di Ciro Immobile. Dopo che hanno effettuato test accurati, mi hanno comunicato la positività di quest’ultimo al solo gene N”.
Quindi per Taccone i tre calciatori “potevano giocare con la Juventus al 100%“, consigliando a Lotito di procedere per vie legali contro chi, l’ASL di Roma, ha impedito che ciò accadesse.
Altro nodo da sciogliere per il Procuratore di Avellino è il perchè la Lazio si affidi ad un laboratorio fuori regione (unica società insieme allo Spezia a farlo) per effettuare i suddetti test.
Problema che l’imprenditore avellinese liquida facilmente “Abbiamo iniziato a collaborare con loro per analizzare i tamponi della Salernitana. E vista la stima, il direttore granata Fabiani ha suggerito a Lotito di affidarsi al nostro laboratorio. Solo dopo aver avuto tutte le garanzie, la Lazio ha deciso di affidarsi a noi”.
Ma non è tutto. Parallelamente procede anche il lavoro della Procura Federale. Gli ispettori della Figc sospettano violazione del protocollo, per la mancata comunicazione all’Asl delle positività e del mancato isolamento di 10 giorni previsto in questi casi.
Dopo non aver risposto alla prima convocazione, il medico sociale della Lazio, Ivo Puccini, non si è presentato neanche all’udienza prevista questa mattina per motivi di salute.
A gettare benzina sul fuoco sul caos tamponi e Asl ci ha pensato Beppe Marotta che, appurata la decisione delle Asl di Lazio e Toscana di bloccare i calciatori in vista delle convocazioni delle nazionali, ha espresso tutto il suo disappunto per la mancata uniformità delle decisioni delle Asl nazionali.
“Se davanti a un caso di positività – ha dichiarato alla Gazzetta – questa è la gestione complessiva della situazione, allora dico boicottiamo le nazionali“.
L’Ad nerazzurro chiede l’intervento del Governo sulla vicenda proponendo di “fermarsi tutti 15 giorni, fissare un regolamento chiaro e uguale per tutti, e poi si riparta“.
La formulazione di un regolamento chiaro e senza “zone grigie” è, a questo punto, assolutamente indispensabile per il regolare svolgimento del campionato e sopratutto per evitare brutte figure per il calcio italiano.