Si infittisce sempre di più il caos tamponi in casa Lazio, infatti nella tarda serata di ieri (7 novembre), la Procura della Repubblica di Avellino ha inviato investigatori della polizia giudiziaria a Formello e nel laboratorio di analisi “Futura Diagnostica” di Avellino per acquisire elementi sulla “vicenda tamponi della squadra e dei protocolli anti-covid da parte della società Lazio“.
Tutto nasce alla vigilia del match di Champions League contro il Bruges quando la UEFA, ferma per “sospetta positività” i calciatori Lazzari, Luis Alberto, Anderson e Immobile, indisponibilità sommate a quelle di Leiva e Strakosha non sottoposti al tampone.
Pochi giorni dopo la Lazio ripete i test in vista della trasferta con il Torino. Immobile risulta negativo al doppio tampone e considerato arruolabile, così come Leiva e Strakosha, per il match di campionato, dove l’attaccante campano andrà a segno su rigore nei minuti finali.
Tutto si ripete, come da protocollo, alla vigilia della trasferta in Russia contro lo Zenit. La UEFA ferma Leiva e Strakosha e ancora una volta Immobile risultati positivi ai tamponi. A questo punto la Lazio, a poche ore di distanza, fa ripetere i test ai tre giocatori nell’ormai famoso laboratorio di Avellino. Il portiere e il centrocampista risultano negativi ad un doppio tampone; mentre Immobile risulta debolmente positivo al Gene N, non specifico per il Covid-19. Caso che ancora una volta, era già successo con Hakimi, attesta la difformità di risultati tra i laboratori UEFA e quelli a cui fanno riferimento le società.
A questo punto, venerdì 6 novembre, per fugare ogni dubbio, la Lazio decide di affidarsi ad un terzo laboratorio, il Campus Biomedico di Roma, che ha accertato la positività dei tre biancocelesti ai test rapidi.
Quindi niente Juventus-Lazio per i tre calciatori. Una bella gatta da pelare per Inzaghi che in conferenza stampa aveva dichiarato “Penso che Immobile, Leiva e Strakosha ci saranno“. Giocatori messi in quarantena dall’ASL e squadra in “bolla” a Formello a poche ore dal big match dell’ora di pranzo.
Immobile, appresa la notizia, si è sfogato su Instagram dichiarando di essere “Pronto ad agire per vie legali a tutela della mia immagine e dei miei diritti […] in una vicenda di cui non ho la minima responsabilità e gestione“.
Parallelamente va avanti anche l’inchiesta della giustizia sportiva, la quale anch’essa sta raccogliendo dati sulla vicenda, che potrebbe, nella giornata di lunedì o martedì, riascoltare il responsabile sanitario della Lazio e lo stesso Lotito.
Le conseguenze della vicenda potrebbero essere davvero gravi per la società capitolina che sommate alle accuse, in pieno lockdown, di svolgere allenamenti di gruppo quando non si poteva, fa crescere i sospetti sulla gestione dei protocolli da parte di Lotito e dei suoi uomini.
Tutto ciò fa sorgere spontanea una domanda: non sarebbe meglio affidarsi ad un laboratorio unico uniformando così i risultati dei test?