Campobassofonte: sito ufficiale SSD Città di Campobasso

Il Molise, terra operosa e silenziosa. Priva di quelle autostrade taglienti, ferite a cielo aperto, la regione vive una realtà lontano dai grandi clamori. Difficile arrivare, ancor più difficile allontanarsi dopo aver conosciuto i suoi tesori nascosti. Il territorio, culla dell’antica civiltà sannita, strizza un occhio al mare Adriatico e l’altro agli Appennini, con i monti della Meta e monte Miletto perfetti guardiani.

Ha superato i confini italici la fama delle campane cesellate nelle fonderie di Agnone; quella delle mozzarelle di Bojano; dei coltelli artigianali, veri pezzi unici, fabbricati a Frosolone. Terra di santi, poeti e calciatori, di nascita o di origine. Da Papa Celestino V, al famosissimo vignettista Jacovitti. Dal letterato Francesco Jovane, autore del celebre romanzo “Le Terre del Sacramento”, allo schermidore Aldo Masciotta, argento alle olimpiadi di Berlino 1936. E’ di Montefalcone nel Sannio il comico Zelig, Antonio Cornacchione. Da Pasquale Gravina, argento nella pallavolo ad Atlanta 1996 e due titoli mondiali ad Atene e Tokyo a Roberto Rivelino, campione del mondo di calcio a Messico 1970. Il processo denominato “Mani Pulite” partì da Montenero di Bisaccia, luogo natìo del magistrato e politico Antonio Di Pietro.

Ora i riflettori si accendono sul calcio. Quello che si gioca al Nuovo Romagnoli, impianto da ben 25mila posti (meno di 50mila gli abitanti del capoluogo), tana sicura per i lupi di Campobasso. I rossoblù militano in Serie D – girone F. Domenica scorsa, dopo l’ennesima vittoria ottenuta sul campo di Porto Sant’Elpidio (0-2), si sono impossessati della vetta del girone, vantando addirittura due partite in meno sul Castelnuovo Vomano, reduce dai salti mortali di Tolentino. I teramani, sotto di due reti al 90’, sono stati bravi e tenaci nel raggiungere il pareggio con due marcature in meno di tre minuti. Tutto semplice invece per gli uomini di mister Cudini contro l’ultima in classifica. Candellori e Di Domenicantonio sigillano il primato.

Il Campobasso ha una storia lunga e complessa, composta da vari fallimenti ed altrettante rinascite. Per scendere da questo ottovolante calcistico, fatto di rapide ascese (gli anni d’oro) e rovinose cadute, riassumiamo dicendo che il club conquistò per la prima volta la serie C nel 1975. Dopo una serie di buoni campionati arrivò, nel 1982, la prima, storica, promozione in serie B, grazie al binomio Molinari-Pasinato, rispettivamente presidente e allenatore. Per tutti i tifosi molisani la data del 13 febbraio 1985 rimarrà scolpita nel granito. In un turno di Coppa Italia, nello scintillante impianto di Selvapiana, inaugurato per l’occasione, la Juventus di Trapattoni, Scirea, Platini e Boniek fu sconfitta per 1-0 con una rete dell’ex romanista Ugolotti. Il periodo in cadetteria durò cinque anni, verniciato dal pregevole 7° posto nella stagione 1983-1984. Nel 1987 la retrocessione, dopo gli spareggi sul campo neutro di Napoli contro Lazio e Taranto. Il prosieguo è tutta un’intricata storia di tracolli e tentativi di rianimare l’asfittico calcio campobassano. Si inizia dal fallimento del 1990, con conseguente ripartenza dalla “prima categoria Molise”, all’ennesima rinascita, allorquando (luglio 2019) la società passa ad Halley Holding, fondo di private equity (tecnica di investimento con la quale si finanzia una società non quotata in borsa ma dotata di elevate potenzialità di crescita) di diritto svizzero e proprietà inglese. L’11 agosto viene nominato presidente Raffaele De Francesco. E’ vita nova per il Campobasso e questa leggerezza, questa euforia, frutto di impegno e programmazione, si vede in campo eccome. Il 27 settembre 2019 inizia la nuova stagione. E’ straripante l’abbrivo dei molisani che, ad Aprilia, si impongono con un netto 0-3. A questo punto le cose subiscono un’accelerazione, facendosi molto interessanti. A fine novembre è annunciato l’arrivo di un socio americano. E’ il newyorchese di origini foggiane Matt Rizzetta, intenzionato a rilevare una porzione di quote della SSD Città di Campobasso attraverso la sua società North Sixth Group (una holding con interessi immobiliari, tecnologie, viaggi e sport). Con l’arrivo di Rizzetta viene presentato anche Nicola Cirrincione, di origini palermitane, al quale verrà affidata l’attività di scouting sul territorio USA. L’intenzione dei nuovi investitori è quella di espandere il brand rossoblù sul territorio americano dove è rilevante la percentuale di cittadini aventi origini molisane. Entusiastica la reazione del patron Mario Gesuè: “L’ingresso di Matt Rizzetta ci riempie di orgoglio perché proietta Campobasso a livelli mai toccati prima. Rafforza la base societaria e aumenta la forza economica del club”. Dal canto suo Rizzetta si è presentato così: “E’ un sogno che diventa realtà. I miei nonni emigrarono negli States da un centro vicino Campobasso. Il Molise è posizionato strategicamente tra Roma e Napoli e può vantare molte attrattive per chi viaggia verso l’Italia. Avevamo attenzionato anche altre società ma riteniamo che Campobasso sia il meglio per le sue potenzialità di crescita”.

Ma riavvolgiamo il nastro per un attimo al 1983, anno di uscita del film “Il tifoso l’arbitro e il calciatore” di Pier Francesco Pingitore. Nei minuti iniziali si vedono le immagini di uno Stadio Olimpico in festa. Nella finzione la Lazio passa in vantaggio prima di essere raggiunta sull’1-1 allo scadere, grazie ad un calcio di rigore fischiato dall’arbitro impersonato dallo spassosissimo Alvaro Vitali.

Gli avversari? Naturalmente il Campobasso!

Nella realtà quella partita fu giocata il 12 settembre 1982 e segnò l’inizio del campionato nazionale di Serie B al quale partecipavano le due squadre.

Il vero risultato fu 0-0, con i biancazzurri di mister Clagluna incapaci di bucare la porta difesa da Ciappi, nonostante nomi di prima fascia come Giordano, D’Amico, Manfredonia, Vagheggi.

Il ritorno fu fatale per i biancocelesti che furono sconfitti 1-0 (gol di Biagetti) davanti a 15mila spettatori.

Questi erano i lupi di una volta.

Ma ora sarà tutto un altro film, con attori e colonna sonora americana e noi siamo sicuri che non ci sarà nulla di comico.

Da quelle parti si fa sul serio e di certo non si attraversa l’Oceano per perdere tempo e denaro.

Il Molise, il Campobasso, il calcio.

Caro Matt qui si parrà la tua nobilitate.