Nel dicembre del 2014, a Liverpool, presso la chiesa bombardata della città a nord dell’Inghilterra, è stata presentata la scultura denominata “All together now“. L’opera, progettata dallo scultore Andy Edwards, raffigura due soldati, uno britannico ed uno tedesco, nelle uniformi da guerra tipiche dei primi anni del ‘900, intenti a stringersi la mano davanti ad un pallone da calcio.
Un’immagine insolita, particolare. Una scultura volta a catturare e descrivere un particolare evento storico, avvenuto nel 1914, sul fronte occidentale, in occasione della Prima Guerra Mondiale.
Nell’agosto di quello stesso anno la Germania dichiarò guerra alla Francia ed invase il Belgio, al fine di aggirare le difese francesi al confine e puntare su Parigi. Le truppe tedesche, però, vennero fermate nelle zone delle Fiandre dai soldati francesi, supportati dal corpo di spedizione britannico. Nei mesi successivi, entrambi i contendenti cercarono, invano, di aggirare reciprocamente il fianco settentrionale del proprio avversario, prima di raggiungere una sorta di stallo, con il fronte che si stabilizzò lungo una trincea lunghissima, che partiva dal Mare del Nord e arrivava fino alla Svizzera.
Con il sopraggiungere del Natale, in diverse zone del fronte, si verificò una sorta di temporaneo “cessate il fuoco”. Spontaneo e assolutamente non autorizzato. Alcuni raccontano che siano stati i tedeschi ad iniziare, intonando canti natalizi e addobbando le proprie trincee con rudimentali decorazioni a tema.
In tutti i casi, i soldati di entrambe le fazioni uscirono alla scoperto, senza imbracciare fucili o armi di alcun tipo, e si incontrarono a metà strada. Dapprima timidamente, poi in maniera certamente più decisa.
Strette di mano, abbracci, auguri. Reciproci scambi di cibo e di doni (sigarette per lo più). Fino ad arrivare addirittura ad organizzare delle partite di calcio. Il football, infatti, in quegli anni, aveva già preso piede in tutta Europa, e ci volle veramente poco a dividersi in due squadre (Tommy contro Fritz, due tra i nomi più comuni, rispettivamente in Inghilterra ed in Germania) ed affrontarsi inseguendo un pallone, probabilmente improvvisato per l’occasione.
Il tutto, come detto, senza alcun tipo di autorizzazione da parte dei superiori o dei governanti. E la stampa europea, per diversi giorni, ovviamente, tacque su quanto era avvenuto. Fino a quando il “The New York Times” (gli USA erano ancora neutrali in quel momento storico) non decise di dare risalto alla situazione, il 31 dicembre del 1914. A quel punto anche diversi giornali britannici decisero di pubblicare alcune lettere, provenienti dal fronte e destinate alle famiglie dei soldati, che descrivevano quando stava accadendo. Successivamente vennero pubblicate anche diverse foto. In Germania, invece, la notizia fu diffusa in maniera certamente più sommaria, spesso anche accompagnata da alcune critiche, mentre in Francia la forte censura non permise la pubblicazione di alcunché sulla stampa locale, ma non riuscì comunque fermare i resoconti dei soldati feriti e rientrati dal fronte, che iniziarono a diffondersi velocemente. Solo a gennaio, a quel punto, la stampa transalpina potè pubblicare alcune note ufficiali, che tendevano, però, a sminuire gli eventi.
Ed in Italia? In quel determinato contesto storico la discussione tra neutrali ed interventisti era molto sentita, ed i media nazionali affrontarono l’argomento relativo alla Tregua di Natale solo in alcuni brevi trafiletti. L’unico giornale che diede ampio risalto all’avvenimento fu “La Nazione” di Firenze, che pubblicò addirittura un reportage sulle partite di calcio al fronte: “L’accordo – dice – era completo. I tedeschi nella notte di Capodanno avevano ornato l’orlo della trincea di lampioncini multicolori e per tutta la notte cantammo, ora essi ora noi, le più gaie canzoni. All’alba potremmo anzi combinare una partita di football. Mai più squisita cortesia regnò giuocatori di due teams. Però intanto, all’intorno, vari compagni nostri erano caduti per lo scoppio di qualche shrapnel venuto da lontano e sospendemmo la partita per seppellire i morti, a cui da entrambe le parti furono resi gli estremi onori.”
Tra le tante storie di quella tregua (e delle conseguenti partite di calcio) che sono giunte fino ai giorni nostri, per altro, la più dettagliata sembra pervenire dal 133esimo reggimento Reale Sassone, che racconta di un match, nato per casualità, tra le due fazioni: “Il terreno gelato non era un grande problema. Poi abbiamo organizzato ogni lato in squadre, allineando in righe multicolori, il calcio al centro. La partita si è conclusa 3-2 per la squadra di Fritz”.
Non possiamo ovviamente affermare con certezza che il risultato corrisponda al vero, anche se, a parziale conferma di ciò, si possono considerare anche gli scritti del celebre poeta britannico, Robert Graves, che combatté in Francia, nel reggimento dei Fucilieri del Galles, e che scrisse diversi versi ed un libro (anche piuttosto dissacrante) sulle sue esperienze militari. All’interno dei quali si parla, per l’appunto, di una partita di calcio al fronte, durante la tregua natalizia, terminata, guarda caso, 3 a 2 per i tedeschi.
Al di là del risultato, però, siamo certi che l’incontro, quello storico incontro, sarà senza dubbio iniziato e finito con una stretta di mano tra i due contendenti.
Proprio come nella bellissima scultura Andy Edwards, a Liverpool.
E c’è ancora chi sostiene che il calcio sia semplicemente un gioco…